Verso una statistica granulare nel tennis

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 19 agosto 2013 – Traduzione di Edoardo Salvati

Durante una recente conferenza stampa Roger Federer ha ammesso di non essere mai stato ossessionato dalle statistiche. E perché dovrebbe, quando commentatori e giornalisti tendono a focalizzarsi sulle solite macro-statistiche come palle break trasformate e punti vinti sulla seconda di servizio? Cioè quelle statistiche che, più un giocatore continua a vincere punti, più appaiono solide? E che fanno scoprire l’acqua calda tennistica, quella per la quale si ottengono risultati migliori quando si vincono più punti? Se fossi nella posizione di Federer, anche io non sarei ossessionato dalle statistiche. 

Se vogliamo che le statistiche siano uno strumento efficace per descrivere le prestazioni di un giocatore, dobbiamo concentrarci su quei numeri relativi a situazioni di gioco più direttamente controllabili dal giocatore stesso.

Gli ace ad esempio – per quanto in parte legati alla bravura in risposta dell’avversario – sono una delle poche statistiche generalmente disponibili che danno evidenza diretta della prestazione un giocatore. Si può avere una giornata in cui il servizio funziona a pieno regime ma non si fanno molti ace e una giornata in cui le percentuali sono mediocri ma con più ace realizzati. Come regola di fondo, molti ace significa che si sta servendo bene, molti doppi falli significa che non si sta servendo bene.      

Prendiamo invece il caso dei punti vinti sulla seconda di servizio, una delle statistiche più citate dai commentatori. È una statistica che può dare indicazione, anche se marginale, della qualità della seconda di servizio. Ma è anche una statistica che tiene conto della capacità in risposta dell’avversario sulle seconde di servizio, oltre alla prestazione di entrambi i giocatori su quegli scambi che sono iniziati, a quel punto, quasi allo stesso livello. Se da un lato è fonte per ampi dibattiti sul tema, dall’altro la percentuale di punti vinti sulla seconda di servizio non offre utilità pratica per il singolo giocatore o per capire dove esattamente entrambi i giocatori si sono distinti durante la partita.

Statistiche granulari

Gli ace e i doppi falli sono validi indicatori del livello di gioco al servizio (sarebbe utile avere anche il numero di servizi vincenti non rappresentati da ace, visto che sono più simili agli ace di quanto non lo siano rispetto ai servizi che subiscono risposte, seppur non efficaci).   

Ma per tutti gli altri punti? E per strategie specifiche?

Un esempio ovvio di statistica base che dovrebbe essere conteggiata è la profondità della risposta al servizio. Certo, dipende anche dall’efficacia al servizio dell’avversario, ma si riferisce a una tipologia di colpo univoca e per di più in grado di decidere le sorti di una partita. Può essere definita con chiarezza e ha utilità pratica. Se un giocatore non riesce a mandare con continuità la risposta oltre la linea del servizio, perderà quasi sempre da un buon avversario. Rispondendo invece con continuità a poca distanza dalla riga di fondo, è in grado di neutralizzare gran parte del vantaggio di chi serve.

Ecco un elenco di altre statistiche granulari con lo stesso potenziale informativo:

    • Percentuale di risposte tagliate (slice o chip)
    • Percentuale di rovesci tagliati (slice o chip)
    • Servizi (e altri colpi) in rete, rispetto a altri tipi di errori
    • Varietà e direzione dei colpi, ad esempio rovescio lungolinea rispetto a rovescio incrociato o al centro
    • Approcci a rete
    • Percentuale di successo delle palle corte (da entrambi i lati)

Due statistiche ampiamente disponibili, errori non forzati e vincenti, possiedono elementi comuni alle statistiche granulari, ma non sono sufficientemente specifiche. Conoscere il rapporto vincenti/non forzati è certamente indicazione del livello di gioco espresso da un giocatore in una determinata partita, ma cosa se ne ricava esattamente? Federer deve essere meno distratto? Deve giocare più vincenti?

Ancora una volta, è facile capire perché i professionisti non scalpitino per conoscere questi numeri. Nel baseball, nessun lanciatore ricava benefici dal sapere che dovrebbe concedere meno punti, o nell’hockey un portiere che debba concedere meno goal.  

Un barlume di speranza

Se ci fosse la possibilità di accedere ai dati raccolti tramite il sistema Hawk-Eye, questo tipo di analisi (e moltissimo altro) sarebbero alla portata. Anche se Hawk-Eye rimane a uso esclusivo dell’ATP, la direzione presa da SAP e dalla WTA lascia ben sperare per un numero maggiore di statistiche granulari nel tennis.

Nel frattempo, dovremo arrangiarci da soli.

Toward Atomic Statistics