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Il comportamento sulla terra, nel corso degli anni, dei quattro maggiori contendenti al Roland Garros

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Pubblicato il 27 maggio 2017 su StatsOnTheT – Traduzione di Edoardo Salvati

// Nelle fasi iniziali del Roland Garros 2017 che ha preso il via in questi giorni, i quattro giocatori sotto i riflettori sono certamente il nove volte campione Rafael Nadal, il campione uscente Novak Djokovic, il finalista della scorsa edizione Andy Murray e l’aspirante al titolo Dominic Thiem.

In due precedenti articoli, ho analizzato il rendimento di questi giocatori per la stagione in corso sulla terra battuta. In questa sede, voglio dare uno sguardo sul passato e aggiungere delle informazioni che inquadrano con maggiore dettaglio la prestazione di ciascun giocatore sulla terra.

La prima vittoria di Nadal al Roland Garros nel 2005 sembra un valido punto di partenza per definire un orizzonte temporale di riferimento.

L’immagine 1 mostra la prestazione al servizio dei quattro giocatori considerati dal 2005 al 2017 (nella versione originale, è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). Per ciascun anno, ho riassunto i risultati al servizio calcolando rispettivamente la mediana, il minimo e il massimo in tutte le partite giocate sulla terra. Come già visto, la prestazione al servizio è aggiustata per il livello di bravura dell’avversario, in modo da dare più merito al giocatore che serve meglio contro un avversario forte, e viceversa.

Cosa dicono i numeri?

Nel periodo considerato, tutti e quattro hanno fatto progressi duraturi, ma sono Murray e Thiem ad aver ottenuto la variazione positiva più significativa.

Al servizio

Tra il 2007 e il 2016, Murray ha migliorato la sua prestazione al servizio di 2 punti percentuali all’anno. Nel 2017 però, il suo rendimento è stato quasi catastrofico, servendo con una media del 60% che lo ha riportato ai livelli del 2007.

Thiem, il neofita del gruppo se così lo si può definire, è emerso negli ultimi tre anni, nei quali anche lui ha migliorato di 2 punti percentuali all’anno senza dare segnali di rallentamento.

IMMAGINE 1 – Rendimento al servizio sulla terra per i quattro giocatori considerati nel periodo tra il 2005 e il 2017

È interessante notare un’evoluzione molto simile tra Djokovic e Nadal. Quest’ultimo è riuscito in media a stare davanti a Djokovic di diversi punti percentuali per gran parte della carriera, fino a quando nel 2015 e 2016 Djokovic ha servito ai livelli di Nadal del 2012 e 2013. Nell’anno in corso Nadal ha ripreso il comando, riuscendo a raggiungere un incredibile 75%, con i passaggi a vuoto di Djokovic che lo hanno fatto scendere al 67%, la sua prestazione media al servizio più bassa dal 2010.

Alla risposta

Alla risposta, è curioso come Murray sia l’unico dei quattro giocatori ad aver mostrato un miglioramento continuo, anche se in misura minore anno su anno, in media, rispetto a quanto ottenuto con il servizio.

IMMAGINE 2 – Rendimento alla risposta sulla terra per i quattro giocatori considerati nel periodo tra il 2005 e il 2017

Tra il 2008 e il 2016, Djokovic è stato estremamente solido alla risposta, riuscendo a mantenere una media tra il 49 e il 50% quasi ogni anno. E’ per questo che per lui il 2017 si distingue dagli altri anni, per due motivi: da un lato, una media di solo il 44% di punti vinti alla risposta è un livello minimo mai raggiunto recentemente; dall’altro, la variazione di prestazione alla risposta è stata considerevole, con dei minimi molto bassi e dei massimi molto alti, come non gli era mai successo nella carriera.

L’immagine 2 autorizza a definire Nadal il re della terra, senza restrizioni. Non solo ha mantenuto la prestazione media alla risposta più alta dei quattro, ma raramente è sceso sotto al 40%, come nessuno degli altri è riuscito a fare. Inoltre, sono moltissime le partite di Nadal negli anni in cui ha vinto la maggior parte dei punti alla risposta. Anche in presenza di un lieve calo, le sue statistiche alla risposta nel 2017 lo posizionano sui livelli del periodo dal 2010 al 2012, quando ha sempre vinto il titolo al Roland Garros.

Thiem invece deve fare ancora molta strada per ricucire la distanza da Nadal, anche se nel 2017 ha fatto vedere di essere in grado di rispondere al pari di Nadal.

Il re della terra battuta

In virtù di questi rendimenti anno per anno, possiamo rinnovare la nostra ammirazione per il predominio e la continuità di Nadal sulla terra in un periodo di tempo così lungo, e riporre qualche dubbio sullo stato di forma di Murray e Djokovic, il primo con pochi aspetti positivi su cui fare affidamento, il secondo con risultati sulla terra mai altrettanto altalenanti in carriera, che potrebbero in parte spiegare la decisione di abbandonare la sua squadra storica e iniziare a collaborare con Andre Agassi. Sarà interessante seguire il cammino di Murray e Djokovic al Roland Garros e vedere se riusciranno ad arrivare fino in fondo. ◼︎

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