Gli errori non forzati e nei momenti sbagliati di Angelique Kerber

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato l’1 giugno 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Non è un anno facile per Angelique Kerber. Nonostante il primo posto della classifica mondiale e la testa di serie numero 1 nel tabellone del Roland Garros, ha perso al primo turno da Ekaterina Makarova, fuori dalle teste di serie. Con un punteggio di 6-2 6-2, è una sconfitta che sarà sempre considerata in modo netto: oltre al danno, anche la beffa.

Andrea Petkovic, connazionale di Kerber, ha espresso la sua diagnosi, dicendo che Kerber sta semplicemente mancando di sicurezza in questo momento e che, nonostante il punteggio severo, chiunque s’intenda un minimo di tennis ha notato i suoi errori nei momenti importanti dovuti proprio ad assenza di fiducia, errori che l’anno scorso non commetteva.

Si tratta di una possibile interpretazione di un’analisi frequente: una giocatrice perde perché non ha retto la pressione dei punti più importanti. Anche se questo probabilmente non considera tutti i problemi avuti da Kerber durante la partita – Makarova ha comunque vinto 72 punti rispetto ai 55 di Kerber – è vero che i punti più importanti generano un effetto sproporzionato sull’esito finale. Per ogni giocatrice che spreca dozzine di palle break ma riesce comunque a vincere la partita, ce ne sono altre che crollano nei passaggi cruciali e finiscono per perdere.

Metodologia della leva

Questo insieme di teorie – vale a dire che una giocatrice gioca meglio o peggio nei momenti importanti – può essere sottoposto a valutazione numerica. L’estate scorsa ad esempio ho illustrato come la sconfitta di Roger Federer a Wimbledon 2016 contro Milos Raonic era in parte attribuibile al suo inferiore livello di gioco nei momenti più importanti. Si può fare lo stesso con la sconfitta di Kerber al primo turno a Parigi.

È utile spiegare il procedimento. Una volta calcolata la probabilità di ciascuna giocatrice di vincere la partita prima di ogni punto, possiamo misurare ogni punto in termini di importanza, che preferisco chiamare leva o LEV, che quantifica l’impatto eventuale del singolo punto sull’esito della partita. Sul 3-0, 40-0 l’impatto è praticamente nullo. Sul 3-3, 40-AD nel set decisivo, potrebbe essere anche superiore al 10%. Considerando tutte le partite di un torneo, la LEV media è nell’intervallo tra il 5% e il 6%.

Se Petkovic ha ragione, troveremo che la LEV media degli errori non forzati di Kerber era maggiore che su altri punti (non ho tenuto conto dei punti diretti al servizio, visto che nessuna giocatrice ha avuto la possibilità di commettere un errore non forzato). Naturalmente, i 13 errori non forzati su colpi a rimbalzo di Kerber (quindi escludendo i doppi falli) hanno avuto una LEV media del 5.5%, rispetto al 3.8% dei punti che sono terminati in altri modi. I suoi punti terminati con un errore non forzato sono stati più importanti del 45% di quelli terminati diversamente.

Confronto tra Kerber e le altre

Vediamo come si pone questo risultato. Tra le 86 giocatrici per cui sono disponibili informazioni punto per punto sugli errori non forzati del primo turno del tabellone di singolare femminile (i dati arrivano dal sito del Roland Garros, vengono poi aggregati dopo ogni Slam e sono qui consultabili), dieci hanno scelto un momento peggiore di Kerber per commettere un errore.

Magdalena Rybarikova è stata la più estrema: i suoi 8 errori non forzati contro Coco Vandeweghe sono arrivati in punti importanti più del doppio, in media, rispetto agli altri punti della partita. Sette tra le dieci giocatrici con pessimo tempismo hanno perso poi la partita e altre due, Agnieszka Radwanska e Marketa Vondrousova, hanno commesso così pochi errori (rispettivamente tre e quattro) da essere ininfluenti. Solo Dominika Cibulkova, i cui 15 errori sono arrivati in momenti sbagliati quasi quanto quelli di Kerber, è riuscita ad avanzare al secondo turno nonostante non abbia retto alla pressione dei momenti più importanti.

Distribuzione equa su tutti i livelli d’importanza

Un’altra considerazione per dare dettaglio sul contesto: gli errori non forzati sono distribuiti equamente su tutti i livelli di LEV. D’istinto potremmo pensare al contrario, cioè richiamare alla memoria molto più facilmente errori non forzati nei momenti di maggiore pressione, ma i numeri non lo confermano. Quindi, gli errori con pessimo tempismo di Kerber si mantengono tali anche se messi a confronto con la media del circuito.

E arrivano nei momenti sbagliati anche rispetto alle sue recenti prestazioni negli Slam, come lasciato intendere anche da Petkovic dicendo che erano errori che l’anno scorso Kerber non commetteva. Nelle 19 partite giocate nei precedenti quattro Slam (dal Roland Garros 2016), gli errori non forzati sono arrivati in punti che erano importanti l’11% in meno di quelli in cui non ci sono stati errori non forzati. Gli errori di Kerber l’hanno portata a perdere punti relativamente più importanti in cinque delle 19 partite e, anche in quelle cinque, il rapporto tra la LEV dei punti terminati con errori non forzati e la LEV dei punti terminati diversamente non è mai andato oltre il 31% della partita contro Lesia Tsurenko agli Australian Open, che è comunque migliore a quella della sconfitta al primo turno al Roland Garros.

Su così tante partite, una differenza dell’11% è rilevante. Delle trenta giocatrici di cui sono disponibili dati punto per punto sugli errori non forzati in almeno otto partite dei quattro Slam precedenti, solo tre sono riuscite a commettere errori non forzati in momenti meno importanti. Radwanska è in cima all’elenco con il 16%, seguita da Timea Bacsinszky al14% e Kiki Bertens al 12%. Le altre 26 giocatrici hanno commesso errori non forzati in momenti più importanti rispetto a quanto fatto da Kerber.

Non sappiamo se sia evidenza di fondo

Come spesso accade nel tennis, è difficile determinare se una statistica di questo tipo sia indicativa di una tendenza di lungo periodo o semplicemente un rumore di fondo.

Non essendoci dati punto per punto della maggior parte delle partite di Kerber, non è possibile nemmeno andare a vedere il rendimento in termini di errori non forzati nei momenti sbagliati negli altri tornei del 2017.

Invece, dobbiamo valutare la capacità di Kerber di limitare gli errori non forzati nei momenti importanti a quelle partite di cui sono disponibili informazioni puntuali.

Angelique Kerber’s Unclutch Unforced Errors