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Prime considerazioni sul cronometro al servizio dopo il torneo di Cincinnati

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Pubblicato il 22 agosto 2018 su TennisAbstract – Traduzione di Edoardo Salvati

// Per ora, il cronometro al servizio (o serve clock, che scandisce i secondi a disposizione del giocatore al servizio dal momento in cui è terminato un punto all’inizio del successivo, n.d.t.) non ha velocizzato le partite.

Nel mio articolo per l’Economist di qualche giorno fa, ho mostrato come nella manciata di tornei in cui la nuova tecnologia è stata utilizzata, si è impiegato più tempo per giocare ciascun punto rispetto alla passata edizione dello stesso evento.

Il gioco rimane più lento

L’articolo si basava sui dati dei tornei di San Jose, Washington, Toronto e Montreal. La conclusione del torneo congiunto di Cincinnati – Masters per gli uomini e Premier per le donne – ha fornito un altro po’ di partite con un mix differente di giocatori e giocatrici, in modo da poter approfondire il ruolo del cronometro al servizio sulla velocità di gioco. Pur con l’ennesima settimana di cronometro visibile a tutti, il ritmo di gioco rimane più lento di quello di un anno fa. 

Per quanto riguarda gli uomini, sono stati usati 41.2 secondi per punto nell’edizione 2018, rispetto ai 39.8 secondi del 2017. Nel tabellone femminile, i secondi sono stati 40.8 per punto, in aumento dai 40.2 del 2017. In entrambi i casi, si tratta di un incremento che rispecchia la variazione media osservata nei tornei delle due settimane precedenti.

La tabella riepiloga il dettaglio del tempo per punto in ciascun evento, con la colonna “S/P” a indicare i secondi per punti. Sono riportate anche le medie del circuito e quelle complessive, ponderate per il numero di partite di ciascun evento.

* i lettori più attenti potrebbero notare delle differenze minime con i numeri dell’articolo dell’Economist, dovute a errori di arrotondamento

In molti hanno commentato sull’imprecisione della misurazione con il cronometro al servizio (me compreso, sempre nell’articolo originario). A meno di non presentarsi con un cronometro a tutte le partite, non esiste una modalità di revisione dell’operato arbitrale tramite il calcolo dei secondi intercorsi tra un punto e l’altro.

La specifica combinazione di giocatori di qualsiasi tabellone può incidere sulla misurazione complessiva. Io stesso ho provato a usare un semplice modello che tenesse in considerazione il tipo di giocatore, ma sono stati più i problemi delle soluzioni.

I numeri puntano a una sola direzione

Concordo nell’affermare che si è ancora molto lontani da un giudizio finale sul cronometro al servizio, anche non considerando la probabile evoluzione del modo in cui verrà utilizzato dagli arbitri. 

Però, sono numeri che puntano a una sola direzione. Una simile analisi su tornei senza il cronometro al servizio conferma che il 2018 non ha, in generale, un ritmo di gioco più lento: ad esempio, nei tabelloni maschili e femminili a Indian Wells, Miami e Madrid, in quattro sezioni su sei il tempo medio per punto è diminuito e in una delle rimanenti è aumentato solo di 0.1 secondi per punto.

Inoltre, è importante ricordare che uno degli obiettivi supposti del cronometro al servizio è di velocizzare il gioco, non solo di mantenerne il ritmo attuale. Dovesse il tempo impiegato per punto rimanere all’incirca lo stesso dello scorso anno, sarebbe un’indicazione intrinseca del fatto che la nuova tecnologia non sta mantenendo le aspettative. Sette tornei su sette in cui il tempo di gioco è diminuito consentono una posizione ancora più netta in merito.

C’è spazio di evoluzione nell’uso del cronometro

Fortunatamente per il tennis, c’è ampio spazio di evoluzione nell’uso del cronometro al servizio. L’esempio più macroscopico arriva dal comportamento degli arbitri nell’aspettare che il rumore degli spettatori si sia completamente placato prima di avviare il cronometro.

Naturalmente non si può imporre ai giocatori di servire in un sottofondo rumoroso, ma di solito il tifo smette dopo una decina di secondi. Invece di aggiungere quei dieci secondi al tempo concesso tra un punto e l’altro, gli arbitri dovrebbero azionare immediatamente il cronometro e, nelle rare occasioni in cui la folla continua a essere troppo rumorosa, interrompere il conteggio.

È improbabile che le partite rimarranno a ritmo lento una volta che la questione cronometro si è assestata. L’asticella però è stata alzata: a questo punto del percorso, si può parlare di miglioramento se le partite con il cronometro visibile a tutti vengono giocate alla stessa velocità di quelle che le hanno precedute. ◼︎

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