Come si esprime la scienza su meriti e demeriti dei grugniti

di Damian Farrow // TheConversation

Pubblicato il 17 gennaio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Si è presentata sin da subito agli Australian Open 2018 una delle annose questioni nel tennis, quando ad Aryna Sabalenka, giocatrice della Bielorussia, è stato imputato di grugnire troppo rumorosamente nella sconfitta al primo turno contro la giocatrice di casa Ashley Barty.

Anche Todd Woodbridge, in un tweet, si è espresso criticamente sul rumore dei grugniti di Sabalenka durante la partita. In passato, la ex numero uno del mondo Martina Navratilova ha persino suggerito che grugnire sia equiparabile a un comportamento scorretto, sostenendo che possa alterare la capacità degli avversari di sentire la pallina colpire le corde, un elemento importante nella preparazione del colpo. Cosa ha da dire la scienza in proposito?

Due aspetti del legame tra grugnito e rendimento in campo hanno suscitato interesse scientifico.

In primo luogo, l’atto del grugnire è stato analizzato assumendo il punto di vista degli avversari, per i quali l’interferenza con l’elaborazione delle informazioni nella fase di preparazione del colpo può risultare in uno svantaggio di prestazione. Inoltre, lo stesso tipo di dinamica è stata considerata nei confronti di chi emette grugniti, per verificare l’impatto sull’accuratezza nel colpire la pallina.

In entrambe le circostanze, grugnire può essere considerato migliorativo delle prestazioni per chi ne è responsabile e peggiorativo per chi lo subisce.

Grugnire genera conseguenze negative sugli avversari?

Alcuni studi sperimentali hanno evidenziato che grugnire può in effetti nascondere importanti informazioni uditive agli avversari.

Ai volontari di uno studio è stato chiesto di guardare dei brevi video in cui giocatori professionisti colpiscono la pallina emettendo uno stimolo sonoro (un grugnito) o la colpiscono senza emetterlo.

Dovevano quindi determinare con la massima velocità e accuratezza se la pallina colpita sarebbe andata verso il lato sinistro o il lato destro dell’osservatore. I risultati hanno mostrato come il grugnito abbia influito negativamente sulla velocità e accuratezza decisionale nello scegliere la direzione.

Proiettando le risultanze teoriche nel contesto reale di gioco, è stato ipotizzato che un ritardo di 30 millisecondi generato dalla presenza di uno stimolo sonoro aggiuntivo comporta che, all’interno di uno scambio medio, la pallina venga intercettata 60 centimetri oltre alla zona d’impatto tipica rispetto a quando non sono emessi grugniti.

Questo si traduce per gli avversari in una maggiore pressione temporale e un tempo di preparazione del colpo inferiore, due elementi con incidenza certamente non positiva sul rendimento.

Meno chiaro è il modo in cui il grugnito influisca sul rendimento. Come suggerito dai racconti di molti professionisti, un grugnito nel momento giusto può alterare il processo di raccolta ed elaborazione delle informazioni relativo al colpo giocato da chi emette il grugnito.

Altri hanno ipotizzato che possa invece distrarre gli avversari dal suono generato dal contatto tra racchetta e pallina, portando l’attenzione sul grugnito stesso e modificando il tempo sulla pallina. Infine, il grugnito potrebbe costituire una distrazione nell’elaborazione della parte visiva del contatto racchetta-pallina, altrettanto fondamentale rispetto a quella uditiva.

Grugnire aiuta a giocare meglio il colpo?

Nell’analisi dell’incidenza del grugnito, si è riscontrata evidenza di un miglioramento nel colpire la pallina. Uno studio ha dimostrato che per alcuni giocatori universitari della Division 1 (il maggior livello collegiale negli Stati Uniti, n.d.t.) l’atto del grugnire incrementa del 3.8% la velocità dei colpi a rimbalzo. Un altro studio ha trovato un aumento della velocità al servizio del 4.9% in presenza di grugnito, cioè 7 km/h in più rispetto ai servizi senza grugnito.

Se l’aumento della velocità del colpo non ha comportato un aggravio fisiologico, inteso come percezione di consumo energetico, si è assistito invece a un aumento della forza prodotta conseguente a maggiore attività muscolare. Complessivamente, se ne trae indicazione che grugnire sia migliorativo della prestazione, e che sia una strategia attuabile per tutta la partita.

Bisogna continuare ad avere a che fare con i grugniti nel tennis?

È importante notare che grugnire è un atto abbastanza naturale per il tipo di sforzo a cui i giocatori di tennis sono sottoposti durante una partita. Come molti spettatori confermeranno, i grugniti possono intensificarsi al prolungarsi dello scambio. Quando invece grugnire diventa eccessivo, sembrando più un effetto drammatico che il rilascio che accompagna uno sforzo?

È giusto affermare che non tutti i grugniti sono identici, ma è in queste occasioni, cioè nei punti più importanti, che grugnire può significativamente alterare il rendimento dell’avversario.

Sebbene Barty ha negato che i grugniti di Sabalenka siano stati una distrazione e che è in grado di gestirli (come chiaramente ha dimostrato vincendo la partita), se i giocatori fossero al corrente di perdere del tempo prezioso nella preparazione di ogni colpo, continuerebbero a essere così ben disposti?

Purtroppo, la scienza non si è ancora pronunciata definitivamente su quale sia un grugnito accettabile. Considerando il numero di giocatori di successo conosciuti come “grugnitori” – tra cui gli spesso citati Maria Sharapova, Serena Williams e Rafael Nadal – una sentenza è probabilmente ancora lontana da venire.

What Science Tells Us About The Pros And Cons Of Grunting In Tennis