Analisi di una rivalità da una partita che non c’è mai stata

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 4 giugno 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Serena Williams avrebbe dovuto giocare contro Maria Sharapova negli ottavi di finale del Roland Garros 2018, ma un infortunio subito durante il terzo turno l’ha costretta a ritirarsi dal torneo. L’analisi che segue prende spunto dalla possibilità di una partita che di fatto non c’è mai stata per individuare le ragioni di una rivalità a senso unico.

Con un record di 19 vinte e 2 perse (che salgono a 3 con il ritiro pre partita di Parigi) in molti si sono domandati quanto il predominio di Williams contro Sharapova sia alimentato da fattori che esulano dalla semplice qualità del gioco.

In questo articolo cercherò di valutare le componenti meno visibili della loro rivalità, sul cui interesse è spesso intervenuto per gli appassionati più il confronto tra personalità opposte che l’effettiva competitività delle partite.

Quanto, davvero, a senso unico?

In 21 partite giocate, Sharapova ha vinto solo due volte, entrambe nel 2004, l’anno in cui, da giovanissima, si è catapultata ai vertici del circuito. Colpisce quindi la successiva assenza di vittorie, considerando che in molte di quelle partite Sharapova era una delle migliori giocatrici del mondo. Quattro sconfitte sono arrivate quando era la numero 2 della classifica mondiale e Williams la numero 1, mentre in altre sei partite erano separate solo da una posizione.

Non sorprende quindi che queste statistiche abbiano dato adito alle teorie più disparate a spiegazione della mancanza di rivalità sul campo tra Williams e Sharapova. È uno scontro sfavorevole o Williams è più determinata nel voler vincere? A Sharapova manca la convinzione di poter vincere contro Williams?

La classifica di Williams non riflette il suo livello

Nessuna delle ipotesi prende in considerazione la possibilità che la classifica di Williams, come sembra sia stato anche per il Roland Garros 2018, non sia in grado di riflettere il livello qualitativo raggiunto in passato.

Se cerchiamo una misura più accurata della capacità di vincere di Williams quando ha giocato contro Sharapova, è possibile che le sue vittorie appaiano in realtà del tutto normali.

Utilizzando la valutazione Elo specifica per superficie, riusciamo a farci un’idea migliore di quanto improbabile, o probabile, sia stata ciascuna delle 19 vittorie di Williams.

L’immagine 1 mostra come – per la maggior parte degli scontri diretti con Sharapova – Williams ha avuto una percentuale di vittoria attesa oscillante tra il 60 e l’80%, quindi meno competitiva di quanto suggerisse la classifica (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). 

IMMAGINE 1 – Percentuale di vittoria attesa storica di Williams contro Sharapova

Quali considerazioni emergono sull’impressionante record di 19 vittorie in 21 partite?

Eseguendo una simulazione, possiamo calcolare la probabilità che un record di almeno 19 vittorie restituisca le percentuali di vittoria per Williams viste in precedenza.

L’immagine 2 mostra la distribuzione della probabilità del numero di vittorie ottenibili da Williams, nella quale 14 era l’occorrenza più probabile, anche considerando il vantaggio storico di Williams nelle partite contro Sharapova.

IMMAGINE 2 – Distribuzione delle vittorie di Williams contro Sharapova

La possibilità di accumulare almeno 19 vittorie è solo dell’1.5%. Sembra quindi che Williams sia andata ben oltre il rendimento atteso sulla base della valutazione Elo, facendo pensare che questa rivalità a senso unico non sia semplicemente riconducibile alla bravura.

L’impatto di Serena

Per capire meglio la prestazione eccezionale di Williams contro Sharapova o quella non altrettanto efficace nel caso opposto, si può utilizzare un confronto tra rendimenti a parità di condizioni. In sostanza, si tratta di vedere i risultati ottenuti storicamente contro avversarie dello stesso livello di difficoltà.

Nel caso di Sharapova ad esempio vuol dire trovare partite in cui ha perso contro una giocatrice con una valutazione Elo superiore di 150 punti, come appunto è stato lo scenario “tipico” contro Williams.

Se entrambe hanno giocato contro avversarie analoghe nello stesso modo in cui hanno giocato tra loro, ci aspetteremmo statistiche simili a quelle registrate negli scontri diretti.

Se invece ci sono elementi relativi alla dinamica di gioco (strategia, psicologia o altro) che rende le loro partite fondamentalmente diverse da quelle contro qualsiasi giocatrice, dovremmo trovarci in presenza di un profilo della partita che cambia se confrontato con quello del gruppo di controllo.

Qual è esattamente un gruppo di controllo ragionevole?

Visto che delle due è Williams ad aver avuto tendenzialmente una valutazione pre-partita più alta, analizziamo situazioni in cui ha vinto contro altre avversarie con valutazione inferiore di non più di 150 punti Elo.

Per Sharapova, cerchiamo lo stesso divario ma in partite in cui ha perso, perché questo è stato l’esito più frequente quando ha giocato contro Williams. Otteniamo un campione di 29 partite analoghe (comprese avversarie come Venus Williams e Victoria Azarenka) per Williams e di 32 partite analoghe (comprese avversarie come Caroline Wozniacki e Na Li) per Sharapova. Sono, in entrambi i casi, partite che rientrano nei criteri di competitività e per le quali i dati sono pubblicamente disponibili.

L’effetto dimensionale

Esiste quindi prova del fatto che abbiano giocato tra loro partite diverse da quelle contro altre avversarie di vertice, rispetto a una selezione di statistiche di base al servizio e alla risposta?

L’immagine 3 mostra questo confronto con le discrepanze riepilogate in funzione di un “effetto dimensionale”, cioè la differenza nella media per la specifica statistica di rendimento (gli scontri diretti verso la loro media verso avversarie analoghe) divisa per la deviazione standard, in modo da poter confrontare l’importanza relativa degli effetti su tutte le statistiche considerate.

IMMAGINE 3 – Effetto dimensionale negli scontri diretti tra Williams e Sharapova rispetto a quello contro altre avversarie di vertice

Effetti dimensionali positivi rivelano quando l’una ha giocato meglio contro l’altra, e viceversa, rispetto a quanto fatto con avversarie di vertice; effetti dimensionali negativi evidenziano la tendenza ad avere rendimenti peggiori.

Sharapova ottiene prestazioni inferiori in diverse categorie, in particolare nella percentuale di punti vinti alla risposta sulla prima di servizio. Anche la percentuale di prime in campo e la frequenza di doppi falli sono risultati significativamente peggiori nelle partite contro Williams rispetto alle sconfitte contro altre giocatrici di vertice.

Anche se per Williams il confronto delle prestazioni negli scontri diretti è con un gruppo di partite diverse da quello di Sharapova, è interessante osservare come abbia in media alzato il livello di gioco in quelle categorie in cui invece Sharapova è andata male, vale a dire i punti vinti alla risposta e la percentuale di prime in campo.

L’unica area in cui entrambe hanno avuto prestazioni negative è la frequenza di doppi falli, a indicazione di una possibile maggiore pressione al servizio percepita negli scontri diretti.

Conclusioni

Sono passati due anni dall’ultima partita tra Williams e Sharapova agli Australian Open 2016, e molto è cambiato: la squalifica di 15 mesi per doping comminata a Sharapova, la pubblicazione del suo controverso libro e la nascita della prima figlia di Williams.

Se si considerano solo i risultati più recenti, Sharapova avrebbe avuto un vantaggio ma, come suggerisce l’analisi, Williams avrebbe potuto recuperare il distacco con una prestazione simile a quelle precedenti. Un indicatore importante sarebbe stato il controllo del gioco alla risposta.

Previewing the 22nd Match of Maria and Serena – Will History Repeat Itself?

Le ragioni a favore di una wild card a Parigi per Maria Sharapova

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 29 aprile 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Dopo un’assenza di 15 mesi dovuta alla squalifica per doping, Maria Sharapova è tornata al tennis professionistico in ottima forma, raggiungendo la semifinale del torneo Premier di Stoccarda. Seppur favorita dai risultati del suo lato di tabellone – Ekaterina Makarova che batte Agnieszka Radwanska e Anett Kontaveit che elimina Garbine Muguruza – Sharapova ha mostrato di essere pronta a competere con le giocatrici di vertice, vincendo circa il 57% dei punti contro tre avversarie di rispetto.

Molte giocatrici hanno pubblicamente espresso il loro dissenso sulle wild card concesse a Sharapova, wild card che sono spesso considerate una sorta di bonus e che quindi non dovrebbero essere assegnate a chi viola le regole. È probabile che continueremo a sentirne parlare visto che, per ancora due settimane, non si conoscerà se e con quale posizione Sharapova parteciperà al Roland Garros.

Criteri di marketing

Tuttavia, le wild card sono lasciate alla discrezione degli organizzatori di ciascun torneo e, salvo nuove disposizioni in materia di rientro da squalifiche per doping, i tornei perseguono il loro massimo interesse, spesso scegliendo di assegnare accessi diretti al tabellone principale sulla base di criteri di marketing, quindi a ex stelle, giovani prospettive o giocatori che incontrano il favore degli appassionati locali.

I tornei non sottoscrivono un contratto con il loro pubblico ma, dovesse questa diventare una tradizione, il primo obbligo da adempiere sarebbe quello di garantire lo spettacolo migliore in campo. La maggior parte delle volte sono le classifiche ufficiali e i meccanismi di qualificazione dell’ATP e della WTA a fare in modo che questo accada, posizionando giocatori con la classifica più alta direttamente nel tabellone principale. Ci sono circostanze però nelle quali il sistema di classifica fallisce, sottovalutando eccessivamente la bravura di un giocatore.

È questo naturalmente il caso di Sharapova. Senza classifica questa settimana e al numero 262 dalla prossima settimana nel caso dovesse perdere da Kristina Mladenovic in semifinale (partita poi persa da Sharapova con il punteggio di 6-3 5-7 4-6, n.d.t.), Sharapova ha già raggiunto il livello di gioco delle prime 20. Secondo i miei calcoli, potrebbe presto essere la miglior giocatrice in attività, anche se dovessero passare diversi mesi prima che la classifica ufficiale rifletta questa condizione.

Le wild card sono l’unico strumento per bilanciare la classifica

Le wild card sono l’unico strumento a disposizione dei tornei per controbilanciare le limitazioni della classifica. Se il Roland Garros (o qualsiasi altro torneo) vuole migliorare la qualità del suo tabellone, deve concedere a Sharapova una wild card, perché se, come ho detto, i tornei sono in debito con il pubblico nell’offrire il miglior spettacolo possibile, non c’è scelta più razionale di quella in cui una sola giocatrice migliori il campo di partecipazione come lo farebbe Sharapova.

Già sento il coro di obiezioni. In primo luogo, come molti hanno sostenuto, Sharapova non merita questo tipo di vantaggi. Eppure, per definizione, le wild card sono rivolte a giocatori che non meritano un accesso diretto al tabellone principale: se lo meritassero, sarebbe la loro classifica (“speciale” o “protetta”, in caso di rientro da infortunio) a garantirlo. Le parole “meritarsi” e “guadagnarsi” sono usate in modo piuttosto vago in questo contesto, come ad esempio quando si dice che un ex grande nel suo ultimo anno meriti una wild card per il contributo dato al tennis nel corso della carriera, o che un giocatore ne abbia guadagnata una vincendo qualche tipo di scontro diretto.

Chi merita è il giocatore in grado di rendere competitivo il tabellone

Sicuramente alcune wild card sono più meritate di altre, ma in definitiva non è questo il punto. Anche se è percepito come ingiusto, i giocatori che più di altri meritano un posto nel tabellone principale sono quelli in grado di renderlo più competitivo. Per l’edizione 2016 del Roland Garros, la Federazione francese ha assegnato wild card a giocatrici come Alize Lim e Tessah Andrianjafitrimo, che ha perso al primo turno da Qiang Wang senza aver vinto un solo game. Le otto wild card hanno vinto tre partite in tutto, una di queste contro un’altra wild card. Se si esclude la fortuna di avere nazionalità francese, la maggior parte di questi giocatori non ha fatto molto per meritare l’opportunità ricevuta, senza praticamente lasciare alcuna impronta sul torneo.

Oltre a sostenere che Sharapova, avendo infranto le regole, non meriti un trattamento di favore, viene citata un’altra tesi più estrema, cioè che la sua squalifica di 15 mesi non sia stata una punizione sufficientemente severa. La si può collegare a un’altra possibile obiezione, vale a dire che il Roland Garros non può permettersi di avallare la partecipazione di una giocatrice che ha fatto uso di sostanze dopanti. Questo rappresenta uno dei molti sfortunati effetti collaterali attribuibili a una debole autorità centrale nel tennis. Secondo questo ragionamento, ogni torneo che potrebbe concedere una wild card a Sharapova è obbligato a ridiscutere in giudizio la sua squalifica. Anche se sorvoliamo su alcuni aspetti controversi della sua squalifica e accettiamo che Sharapova abbia infranto le regole consapevolmente, è evidente che rimettere in discussione la pena inflitta non ha alcun senso.

Il miglior livello di tennis possibile ogni settimana

La ragione fondamentale che giustifica la presenza di un’autorità centrale per l’applicazione della normativa antidoping risiede nell’evitare ai tornei di dover controllare i giocatori in prima persona. Con una squalifica di 15 mesi, la Federazione Internazionale si è fatta in sostanza portavoce di tutti i tornei affiliati, affermando che dopo 15 mesi (ed esattamente un giorno, come si è rivelato) Sharapova ha espiato le sue colpe e, in un certo senso, si è riabilitata. Concedere una wild card a una giocatrice riabilitata in nessun modo costituisce un approvazione del suo comportamento passato, non più di quanto assumere un ex carcerato non lo sia rispetto all’atto criminale che lo ha messo in prigione.

Da appassionato – e anche nelle volte in cui vorrei che Sharapova non vincesse partite contro le mie giocatrici preferite – desidero vedere il miglior livello di tennis possibile, settimana dopo settimana. Ora che la sua squalifica è terminata, ogni volta che Sharapova vorrebbe giocare ma non può partecipare a un torneo maggiore è un’opportunità persa per lo sport. Considerata l’importanza del Roland Garros, avere Sharapova nel tabellone sarebbe molto meglio che non averla.

Why Maria Sharapova Should Get a French Open Wild Card

Quanto è agevole il ritorno di Sharapova al vertice?

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 14 aprile 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Il ritorno di Maria Sharapova al tennis professionistico – fra meno di due settimane – sta alimentando un acceso dibattito. Pur avendo generato controversie, l’accesso diretto attraverso le wild card ricevute da tre tornei della categoria Premier, tra cui l’ormai imminente Stoccarda Grand Prix, consentirà a Sharapova, dopo 15 mesi di squalifica, l’opportunità unica di evitare i vincoli imposti alle giocatrici non classificate al momento dell’iscrizione a un torneo. La sua prima partita è prevista per il 26 aprile nel primo turno di Stoccarda, dove ha la possibilità, vincendo il torneo, di guadagnare 470 punti per la classifica ufficiale.

Molte giocatrici hanno sollevato dubbi sulle wild card concesse a una giocatrice di rientro da una lunga squalifica per doping. Prescindendo da valutazioni di correttezza, le wild card assegnate a Sharapova implicitamente ipotizzano che sarà in grado di competere ad alto livello dopo un’interruzione che equivale all’8% della durata della sua carriera da professionista. Si può dire che sia un’ipotesi ragionevole?

Il livello di gioco atteso di Sharapova

Sebbene venga spesso utilizzata per determinare la competitività di un determinato momento, la classifica ufficiale penalizza quelle giocatrici che non giocano partite professionistiche per un periodo di 52 settimane. Questo la rende di limitato aiuto nel giudicare la forma delle giocatrici che recuperano da un’assenza dovuta a infortunio, sospensione o altre circostanze. Dopo più di un anno lontano dal tennis, Sharapova non ha attualmente una classifica.

Le valutazioni Elo – che derivano da un metodo per valutare il livello competitivo alternativo alla classifica ufficiale – variano in presenza di partite giocate, mentre rimangono stabili in caso di inattività. Perciò, la valutazione Elo attuale di una giocatrice riflette la forma posseduta in occasione dell’ultima partita giocata. In molte situazioni, questa valutazione può rappresentare una valida indicazione della competitività futura di una giocatrice se il tempo intercorso dall’ultima partita è stato ragionevolmente breve e la condizione fisica non ha subito grandi variazioni.

Al termine della sconfitta subita da Sharapova contro Serena Williams nei quarti di finale degli Australian Open 2016, l’ultima partita di Sharapova prima della sospensione, la sua valutazione Elo era di 2932 punti (basata sulla metodologia adottata dal Game Insight Group di Tennis Australia, la Federazione australiana).

Se Sharapova fosse in grado mostrare lo stesso livello di competitività espresso all’inizio del 2016, come si posizionerebbe rispetto alle 20 giocatrici più competitive nel 2017 in termini di vittorie attese?

Sulla carta le valutazioni Elo sembrano positive

Riferendosi alle valutazioni Elo delle migliori giocatrici dopo i primi mesi della stagione 2017, ci si aspetterebbe che Sharapova mantenga un ampio margine sulla maggior parte delle giocatrici. Tranne le migliori 7, quindi a partire da Madison Keys a scendere, la probabilità di vittoria attesa sarebbe per Sharapova superiore al 75%. Tra le prime 7, la sua probabilità supera il 65% tranne contro Johanna Konta e Serena Williams, come mostrato nell’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). E Serena Williams è l’unica giocatrice con una valutazione Elo al momento più alta quindi, di conseguenza, la sola avversaria contro la quale Sharapova ha meno del 50% di probabilità di vittoria attesa.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria attesa attuale per Maria Sharapova contro le 20 giocatrici più competitive

Sulla carta, le probabilità associate alle valutazioni Elo sono per Sharapova molto positive. Se si aggiunge l’incertezza della programmazione su terra di Serena Williams (e la sua appena annunciata gravidanza, n.d.t.), sembra che la strada per tornare al vertice sia in discesa.

Si tratta però di una previsione che si basa su una sola ipotesi di fondo (e potenzialmente non accurata), cioè che Sharapova sia in grado di riprendere da dove ha interrotto. Ci sono diverse ragioni che possono indurre a scetticismo in merito.

In primo luogo, è lecito chiedersi se il gioco sul circuito, durante l’assenza di Sharapova, sia qualitativamente migliorato. Nel qual caso, anche se ci si attende che sia comunque la favorita, allo stesso tempo è possibile che più partite abbiano un punteggio equilibrato tale da far diminuire, nel lungo periodo, il suo vantaggio di pronostico.

Il livello qualitativo del circuito

Per determinare il livello qualitativo del circuito, possiamo mettere a confronto l’intervallo delle valutazioni Elo per le prime 100 giocatrici all’inizio della sospensione di Sharapova nel 2016 rispetto a quello odierno. Un periodo di gioco molto competitivo è caratterizzato da una differenza ridotta tra le valutazioni Elo delle prime 100, perché vorrebbe dire pochi punti di distanza tra la numero 1 e la numero 100.

L’immagine 2 mostra come durante la squalifica di Sharapova il livello di gioco sia aumentato, anche se di poco, riducendo la distanza complessivamente di 30 punti Elo. Lo stesso vale per le prime 30, anche se la differenza è leggermente più ampia con 40 punti Elo in meno a separare oggi la giocatrice migliore dalla migliore 30esima, rispetto al 2016.

IMMAGINE 2 – Livello qualitativo delle prime 100 giocatrici

Se si può dire che il livello qualitativo del circuito non sia cambiato al punto da attendersi una sostanziale incidenza sul rientro di Sharapova, le potrebbe però capitare di dover affrontare un mix di avversarie al vertice molto diverso rispetto alla sua ultima partita da professionista.

Un nuovo gruppo di avversarie?

Se analizziamo il percorso evolutivo delle attuali prime 50, troviamo che la maggior parte ha scalato posizioni nelle valutazioni Elo rispetto all’inizio del 2016. Complessivamente, il 62% delle attuali prime 50 ha una valutazione Elo migliore oggi rispetto all’inizio del 2016, con un incremento mediano di 26 posizioni. Il 30% non era tra le prime 50 all’inizio del 2016.

IMMAGINE 3 – Percorso evolutivo nelle posizioni Elo per le attuali prime 50

In realtà, al momento della squalifica di Sharapova tre giocatrici tra le attuali prime 10 erano classificate al 20esimo posto o più indietro: Johanna Konta, Svetlana Kuznetsova e Elina Svitolina.
Il nuovo gruppo di vertice, quello con cui probabilmente Sharapova dovrà confrontarsi nelle fasi finali – che assegnano il maggior numero di punti classifica – è composto da giocatrici contro le quali ha meno esperienza e che potrebbero costringerla a partite più dure rispetto a quanto la loro valutazione Elo suggerisca. È per questo che, in riferimento alle probabilità di Sharapova per un rapido ritorno al vertice, il mix delle avversarie non può essere ignorato.

La solidità delle valutazioni Elo nel tempo

Cambiamenti nel livello qualitativo e nel mix delle avversarie possono influire sull’accuratezza delle valutazioni Elo successive alla squalifica. Esiste però un’evidenza più diretta del fatto che le valutazioni Elo che seguono un’interruzione siano davvero peggiori di quelle che precedono l’interruzione stessa? Per dare risposta, si può analizzare la correlazione tra le valutazioni Elo pr giocatrici simili all’inizio e alla fine di un periodo di 15 mesi, la lunghezza della squalifica di Sharapova. Si potrebbe obiettare che nessuna giocatrice abbia mai avuto caratteristiche come quelle di Sharapova ma, in questa sede, l’interesse primario è su parametri quali bravura ed età, cioè due fattori che ci si attende determinino conseguenze importanti sulla solidità di una giocatrice nel lungo periodo.

Nel tennis femminile, le prime 10 giocatrici hanno storicamente avuto valutazioni Elo a partire da 2200 punti. Cerchiamo quindi giocatrici con una valutazione così alta in una fascia di età compresa tra 27 e 29 anni. Dal 1990, ce ne sono state 22, tra cui Sharapova. Possiamo verificare la solidità delle valutazioni Elo per questo gruppo di giocatrici in questa fase della loro carriera su un periodo di 15 mesi controllando la variazione nelle valutazioni Elo all’inizio e alla fine del periodo considerato. Il grafico dell’immagine 4 mostra una forte conservazione (pari a una correlazione dello 0.9) delle valutazioni. La variazione mediana è stata di 10 punti Elo, un valore ininfluente per giocatrici di questo calibro.

IMMAGINE 4 – Stabilità delle valutazioni Elo tra le giocatrici di vertice

La tendenza per le giocatrici di vertice intorno ai trent’anni è di mantenere la valutazione Elo

Una delle poche a non beneficiare delle solidità delle valutazioni Elo tipica delle giocatrici di vertice è stata Amelie Mauresmo che, a una stagione 2006 eccellente all’età di 27 anni con vittorie agli Australian Open e US Open, ha fatto seguire una stagione 2007 deludente, nella quale ha faticato ad arrivare alla seconda settimana degli Slam. Mauresmo rimane quindi un’eccezione alle dinamiche classiche delle valutazioni Elo per le giocatrici di vertice, principalmente a causa di numerosi infortuni.

Si osserva dunque una tendenza generale in cui le giocatrici di vertice alla soglia dei trent’anni riescono, di solito, a mantenere la loro valutazione Elo su un periodo lungo anche un anno e mezzo. Tuttavia, per mantenere un livello di competitività di quel tipo, può essere necessario dover giocare regolarmente ad alti livelli, e questo diventa un importante punto interrogativo sul ruolo dell’abitudine alla partita giocata per stabilire l’accuratezza nel lungo periodo della valutazione Elo di una giocatrice.

Dinamiche Elo successive a una squalifica

Tra le giocatrici che hanno subito una squalifica, ci sono stati esempi che possono fornire dettagli per comprendere l’effetto diretto di una squalifica sul livello di gioco? Nove giocatrici sono state squalificate per una violazione conclamata delle regole antidoping. Solo tre squalifiche hanno avuto durata uguale o superiore a un anno e solo in un caso la giocatrice era dello stesso calibro di Sharapova. Si parla di Martina Hingis, che è stata squalificata verso la fine del 2007 e che si è poi ritirata dai tornei di singolare.

La dinamica delle valutazioni Elo precedenti e successive alla squalifica per quelle giocatrici che sono ritornate sul circuito evidenzia che la maggior parte è riuscita a mantenere o incrementare il punteggio Elo nei 12 mesi successivi al rientro. Questo è valido anche per le giocatrici tornate a seguito delle squalifiche più lunghe, cioè Laura Pous Tio e Sesil Karatantcheva, che sono state sospese per più di un anno.

IMMAGINE 5 – Dinamiche Elo a seguito di squalifica per doping

Il rientro di Strycova

Da un certo punto di vista, il rientro dalla squalifica di Barbora Strycova è tra i più interessanti ai fini della valutazione del rientro di Sharapova, perché mette evidenza alcuni degli elementi di maggiore contrasto tra l’esperienza che probabilmente dovrà affrontare Sharapova e quella di giocatrici meno famose.

Come Sharapova, anche Strycova è rientrata al torneo di Stoccarda e, pur dopo una squalifica di 6 mesi, non ha ricevuto una wild card, dovendo guadagnarsi l’accesso al tabellone principale attraverso le qualificazioni. Lo stesso ha dovuto fare al primo Slam dal suo rientro, il Roland Garros 2013: affrontare le qualificazioni ha reso la prospettiva di arrivare alla seconda settimana di competizioni evanescente. Non è un caso quindi che diverse giocatrici non si sentano rispettate dalla decisione dei tornei maggiori di concedere a Sharapova accesso diretto al tabellone principale.

Le motivazioni di Sharapova

Nel loro insieme, queste analisi non forniscono sufficienti elementi per dubitare del livello competitivo di Sharapova al suo rientro a Stoccarda fra pochi giorni e della capacità dell’attuale valutazione Elo di essere un indicatore piuttosto preciso della sua bravura. Naturalmente, Sharapova sarà oggetto di scrutinio ben più di qualsiasi altra giocatrice di rientro da una squalifica, elemento che potrebbe controbilanciare l’agio conferito dalle wild card. Come si comporterà e quale sarà la sua motivazione sono due dei quesiti più complicati su cui avere rispondere con i numeri. Le sue più recenti affermazioni alla conferenza di ANA Inspiring Women in Sports sono una combinazione – che lascia un po’ perplessi – di determinazione a tornare al vertice e di convinzione che la vita può essere interessante anche senza il tennis.

In passato, Sharapova si è distinta come una delle giocatrici più pazientemente tenaci e con un approccio razionale al proprio gioco. La si può facilmente immaginare in una carriera come capo d’impresa una volta ritiratasi dal tennis e sembra che sia quella la direzione che voglia intraprendere vista la frequentazione della scuola di business di Harvard e la collaborazione con la Nike.

Gran parte del tempo trascorso lontano dal tennis ha avuto le sembianze di come una vita dopo il tennis potrebbe essere: se quelle esperienze aiuteranno o saranno da freno alla motivazione di Sharapova una volta di nuovo sui campi, è tutto da scoprire.

How Easily Can Sharapova Return to the Top of the Game?

Una proposta per regolamentare il rientro da una squalifica

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 22 marzo 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Dopo aver scontato la squalifica per doping di 15 mesi, Maria Sharapova tornerà al tennis professionistico nel torneo di Stoccarda, che ha inizio il 24 aprile e che le ha garantito un accesso diretto tramite wild card. Da ex numero 1 della classifica e in qualità di giocatrice estremamente conosciuta, non ci si deve sorprendere se ha già ottenuto wild card anche per il Madrid Premier Mandatory e gli Internazionali d’Italia.

Dibattito acceso

Si è naturalmente generato un acceso dibattito. Molte persone vedono nelle wild card una sorta di ricompensa o regalo che risulta inappropriato se conferito a un giocatore o a una giocatrice colti in una violazione così importante. Molti appassionati e colleghi ritengono che, pur avendo scontato una pena severa, Sharapova non meriti questo tipo di vantaggio.

È significativo come né la Federazione Internazionale – che gestisce gli esami antidoping e determina le squalifiche – né la WTA – che definisce le linee guida per la partecipazione ai tornei – abbiano voce in capitolo sulla situazione.

La decisione è del torneo

Ogni torneo deve prendere la sua decisione. Il Roland Garros potrebbe rifiutarsi di invitare Sharapova all’edizione di quest’anno (e Wimbledon potrebbe fare lo stesso), ma qualsiasi altro organizzatore il cui scopo è vendere biglietti e attrarre sponsor vorrebbe averla in tabellone.

In altre parole, con la possibile eccezione di Parigi e Londra, Sharapova potrebbe essere nella condizione di ripartire dalla situazione pre-squalifica, cioè accedere a qualsiasi torneo in cui desidera giocare.

L’unico svantaggio è che non riceverà la testa di serie, aspetto che potrebbe rendere il quarto della morte all’Indian Wells Masters appena conclusosi una sezione di tabellone da circolo di tennis. Se gioca bene e non subisce infortuni, è probabile che riesca a risalire la classifica entro la fine della stagione fino alla zona di assegnazione delle teste di serie.

Non è mio interesse approfondire l’eventuale merito di Sharapova nel ricevere le wild card. In generale, non ho particolare simpatia per quelle situazioni in cui i tornei offrono opportunità di guadagno – di soldi e punti per la classifica – a giocatori preferiti, ma è anche vero che la squalifica di Sharapova è stata già molto lunga.

Non sembra giusto che debba impiegare mesi a raccimolare punti nei tornei di livello inferiore. Quando Viktor Troicki è stato sospeso per un anno nel 2013, gli sono state garantite solo due wild card in tornei del circuito maggiore, e quindi gli sono serviti sei mesi per ritornare alla sua precedente classifica.

Necessità di una regolamentazione precisa

La mia preoccupazione si rivolge invece a tutti i giocatori del circuito come Troicki. Il rientro di Sharapova, al pari di quello di Troicki, saranno in definitiva influenzati dalle decisioni dei singoli tornei.

Da un lato, Sharapova – da vincitrice di diversi Slam e personaggio pubblico immensamente popolare – potrà partecipare praticamente a tutti i tornei in cui vorrà giocare, dall’altro Troicki è stato costretto a ricominciare quasi dall’inizio.

Messa in altri termini: la squalifica di 15 mesi di Sharapova avrà avuto una durata di 15 mesi (esattamente quindici, visto che giocherà il suo primo turno al torneo di Stoccarda il primo giorno successivo al termine della squalifica), mentre la squalifica di 12 mesi ha tenuto Troicki lontano dal suo livello di riferimento per quasi 18 mesi.

La WTA necessita di una regolamentazione che determini con precisione il trattamento che una giocatrice debba attendersi al rientro da una squalifica. Fortunatamente, è già operativo uno strumento che può essere adattato allo scopo, cioè la “classifica speciale” riservata alle giocatrici con infortuni di lunga durata (la regola della “classifica protetta” funziona in modo simile per il circuito ATP). Se una giocatrice è inattiva per più di sei mesi, può utilizzare la posizione in classifica prima dell’infortunio per partecipare fino a otto tornei, tra cui fino a due Premier e due Slam. Sia la giocatrice un’icona, sia una sconosciuta, al suo rientro ha comunque un’equa possibilità di risalire la classifica.

La mia proposta

Quando la squalifica di una giocatrice termina, il suo rientro è sottoposto allo stesso trattamento del rientro da un infortunio, con la differenza che per il primo anno non vengono concesse wild card.

In questo caso, Sharapova sarebbe nel tabellone principale di otto tornei, potendo scegliere tra Stoccarda, gli Internazionali d’Italia, il Madrid Premier Mandatory, il Roland Garros, Birmingham, Wimbledon, il Toronto Premier e il Cincinnati Premier. Giocando bene nei primi due mesi dal rientro, avrebbe probabilmente una classifica sufficientemente alta per accedere agli US Open senza aiuto. In questo modo, l’intera faccenda si sgonfierebbe.

Non serve che le specifiche siano perfettamente aderenti al rientro da infortunio. Si può pensare di aggiungere dai due ai quattro tornei con classifica speciale per eventi minori organizzati dalla Federazione Internazionale o per le qualificazioni, nel caso una giocatrice preferisca riaffacciarsi gradualmente al circuito maggiore, dopo aver superato una sorta di periodo di riabilitazione.

Regole identiche per qualsiasi giocatrice

L’elemento centrale è che le regole sarebbero identiche per qualsiasi giocatrice. Per quanto severa possa essere stata la punizione comminata a Sharapova, non è nulla rispetto all’effetto che una squalifica di 15 mesi ha su un giocatore del circuito meno famoso, come dimostra l’esempio di Troicki.

Che sia o non sia di gradimento, ci saranno altre squalifiche per doping e, a meno che entrambi i circuiti non istituiscano un tipo di trattamento standard, il merito dell’assegnazione di wild card a una determinata giocatrice o giocatore piuttosto che ad altri, al loro rientro, sarà oggetto di continue e più intense controversie. La severità ultima di una squalifica dipenderà sempre da numerosi aspetti, ma la popolarità di un giocatore o di una giocatrice non dovrebbe essere mai tra questi.

Regulations for Returning Rule-Breakers