Roger Federer, vincitore della lotteria

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 16 maggio 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

Battendo Borna Coric nel terzo turno degli Internazionali d’Italia a Roma con il punteggio di 2-6 6-4 7-6(7), Roger Federer ha generato statistiche davvero insolite. I suoi 95 punti vinti contro i 107 di Coric equivalgono a un percentuale di punti vinti sul totale (PVT) del 47%, non inedita per il giocatore che vince, ma ai limiti delle effettive possibilità. L’indice di dominio (Dominance Ratio o DR) di Federer – cioè il rapporto tra i punti vinti alla risposta e quelli persi al servizio – è di 0.78, con 1.0 che rappresenta una situazione in cui i punti sono equamente distribuiti. Ha vinto solo 24 volte in carriera con un DR inferiore a 1.0, ed era la prima dal 2015. Occorrenze di questo tipo vengono spesso definite come “partite lotteria”, perché sul risultato incide più fortuna del solito.

Non solo Federer ha vinto con una PVT minore del 50% e un DR inferiore a 1.0, ma in ciascuno dei set ha ottenuto numeri ancora più bassi. Ha vinto 23 punti su 55 (41.8%) nel primo, 31 su 64 (48.4%) nel secondo e 41 su 83 (49.4%) nel terzo. Avendo perso malamente il primo set, c’è da aspettarsi un totale così ridotto. Spesso però, numeri scadenti per un’intera partita arrivano da un rendimento mediocre in un set, come può essere per un punteggio di 7-6 1-6 7-6. Coric ha giocato meglio di Federer, almeno in parte, in tutti e tre i set.

Un evento raro

Il vostro sospetto di essere di fronte a un evento raro è fondato. Solo il 4.5% delle partite del circuito maggiore finisce a favore del giocatore che ha vinto meno punti, e solo il 7.2% di quelle in cui il vincitore ha un DR inferiore a 1.0. Solitamente c’è sovrapposizione, ma non sempre. Circa il 4% delle partite sono vinte da un giocatore con una PVT minore al 50% e un DR inferiore a 1.0. Ed è ancora più facile che i singoli set siano vinti dal giocatore che ha fatto più punti. Solo il 2.4% dei set è vinto dal giocatore che ha perso più punti. La frequenza con cui il DR è minore di 1.0 è del 7.4%, circa la stessa che dell’intera partita.

Esiste però un precedente – esattamente uno! – dell’impresa di Federer, vale a dire vincere una partita con una PVT minore del 50% e un DR inferiore a 1.0 in ognuno dei tre set. Stiamo parlando di un singolo episodio in un database con più di 17.000 partite punto per punto del circuito maggiore dal 2010. Inevitabilmente, c’è lo zampino di John Isner.

Ma c’è Isner, come sempre

Nel torneo di Memphis 2017, Isner ha perso il quarto di finale contro Donald Young per 7-6 3-6 7-6. Young ha vinto solo il 46.9% dei punti totali, con un DR di 0.66, entrambi valori che un giocatore che vince la partita difficilmente potrà mai abbassare. Come Federer, Young è andato vicino nei set che ha vinto, con un 49.3% dei punti totali sia nel primo che nel terzo set. Salvando otto palle break su nove e resistendo al servizio di Isner nel tiebreak, Young ha avuto la meglio di un avversario statisticamente superiore.

La vittoria di Federer contro Coric non ha fatto grande leva sul rendimento sulle palle break, anche se i tifosi apprezzeranno la confortante trasformazione di due opportunità su quattro. Si è detto molto della ridotta efficacia di Federer in quel tipo di partite: a fronte di 24 vittorie con un DR inferiore a 1.0, ha subito 49 sconfitte con un DR superiore a 1.0. E spesso la colpa ricade sulle palle break sprecate. Se i giocatori dal servizio dominante tendono a giocare spesso partite equilibrate, Federer è riuscito a vincerne molte senza fare affidamento su quelle in cui la fortuna ha un ruolo preponderante.

Con un posto assicurato nelle pagine più illustri del libro dei record, Federer si sta mettendo in mostra anche nei capitoli più oscuri. Dopo averci deliziato con vittorie a senso unico, finalmente ha portato a casa una partita in cui le statistiche puntavano nella direzione opposta.

Roger Federer, Lottery Winner

La strada che porta a 110 titoli

di Chapel Heel // HiddenGameOfTennis

Pubblicato l’8 marzo 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

Come ormai noto, la vittoria di Roger Federer a Dubai è coincisa con il titolo 100 in carriera, a nove tornei di distacco da Jimmy Connors. Aggiungerne dieci non sembrerebbe un’impresa, a meno di avere 37 anni e mezzo. Ero dell’idea, dagli articoli sul numero 100, che Federer non sarà in grado di raggiungere Connors. Ho ragione a crederlo?

Non esistono precedenti di giocatori che hanno continuato a giocare all’età e al livello espresso da Federer. Connors ha vinto solo due tornei dopo aver compiuto 37 anni e uno solo quando ne aveva 36. Federer ne ha già vinti due a 37 anni e cinque a 36.

Penso si possa concordare sul fatto che se Federer volesse superare il record di titoli di Connors potrebbe farlo semplicemente accumulando vittorie con più partecipazioni agli ATP 250. Si fatica a credere però che Federer abbia qualsiasi interesse per una dinamica di questo tipo. Dove sta infatti la gloria? Più ancora, che tipo di ricadute avrebbe quella scelta di calendario sui tornei più importanti, quelli che ha veramente a cuore? Sarebbe davvero motivato a cercare di vincere Brisbane e Sidney nel 2020 e 2021 sulla strada che porta ai 110, sacrificando l’opportunità di fare lo stesso in due edizioni degli Australian Open? Ne dubito. Ha iniziato a saltare Brisbane nel 2017 per essere più fresco a Melbourne.

I segnali positivi

Ipotizziamo che Federer provi a giocare per altre 104 settimane di calendario, come ha fatto negli ultimi due anni, in cui ha vinto 11 dei 25 tornei a cui si è iscritto. Ha fatto anche altre quattro finali, perdendo due volte da Novak Djokovic, una da Alexander Zverev e una da Borna Coric.

Inoltre, non si è trattato di undici titoli fortuiti. Ho messo insieme le previsioni di vittoria per quei 25 tornei sulla base delle valutazioni Elo e le attese erano per 10.6 titoli. In media, l’indice di dominio (Dominance Ratio o DR) – cioè il rapporto tra i punti vinti alla risposta e quelli vinti alla risposta dall’avversario – per le undici vittorie era un solido 1.75. Deve quindi fare esattamente così per le prossime 104 settimane o poco più, e ha raggiunto Connors!

I segnali negativi

Neanche Federer, a 37 anni e mezzo, può pensare di ringiovanire. Solo 3 degli 11 titoli sono arrivati nelle ultime 52 settimane, periodo nel quale le aspettative di vittoria secondo le previsioni Elo erano di 5.4 tornei. Potrebbe aver ottenuto più di quanto previsto tra Indian Wells 2017 e Rotterdam 2018 e potrebbe essere in fase calante ora, almeno rispetto al numero di tornei vinti.

Ci sono altri indicatori di declino, anche se meno evidenti. Nelle ultime 52 settimane, il DR complessivo di tutte le partite è di 1.33, rispetto a 1.50 nel precedente anno, nonostante una classifica media degli avversari più bassa nell’ultima stagione.

Prima di entrare in depressione, non associamo al declino nel rendimento di Federer un offuscamento dell’incredibile successo ottenuto, allo stesso modo in cui non si può parlare di picchiata quando un aereo perde quota da 10.000 metri a 9000. La maggior parte dei giocatori firmerebbe per avere un DR medio di 1.33 per 52 settimane contro un avversario in media al 47esimo posto della classifica.

Altri segnali dell’invecchiamento di Federer?

La mia valutazione Elo specifica per il cemento di 104 settimane fa era per Federer di 2276. Ora è di 2235, una differenza che non desta preoccupazione. Però, 52 settimane fa era di 2323. C’è stato quindi un calo di quasi 90 punti in un tempo relativamente breve. Va detto che aveva giocato in maniera incredibile fino a quel momento, quindi assomiglia più a una scivolata che a una caduta.

Misurata nel corso della carriera, la valutazione Elo di Federer ha ovviamente raggiunto un valore altissimo. Ed è un calcolo che comprende un grande numero di partite: più alto questo numero, minore è l’oscillazione del valore a fronte di un insieme limitato di vittorie o sconfitte. Per questo motivo risulta complicato utilizzare la valutazione Elo in carriera per osservare un eventuale calo di Federer.

Elo stagione per stagione

Mi sono spesso chiesto che sembianza avrebbe Elo se fosse calcolato per un periodo definito, invece che per l’intera carriera. L’impressione è che Elo si stabilizzi molto rapidamente per i giocatori più bravi. In uno scambio di email con Jeff Sackmann di TennisAbstract, è emersa l’idea di calcolare Elo, seppur in un altro contesto, solamente dalle partite di una stagione (ho provato in passato a determinare un Elo “durante la partita” e non perdete tempo a provarci, perché non funziona!).

Elo specifico per erba e cemento

Vediamo se un calcolo Elo stagione per stagione sul cemento e sull’erba rivela indizi sulle possibilità di Federer di arrivare a 110 tornei vinti. In altre parole, per ogni anno si assegna a Federer (e agli altri giocatori) una valore Elo di 1500 e si calcola la valutazione alla fine della stagione, come se l’intero universo del tennis professionistico maschile sul cemento e sull’erba fosse contenuto all’interno di quella stagione. Ho iniziato con il 2009, quando Federer aveva 27 anni, fino ad agosto. L’immagine 1 mostra le sue valutazioni alla fine di ogni stagione.

IMMAGINE 1 – Andamento delle valutazioni Elo di Federer specifiche per erba e cemento alla fine di ogni stagione a partire dal 2009

È una curva poco lineare, anche se si mantiene a un livello alto. Se si tracciasse una linea di tendenza che unisce il centro di tutti quei punti, verrebbe fuori una traiettoria un po’ discendente. L’immagine 2 mostra esattamente questo.

IMMAGINE 2 – Linea di tendenza delle valutazioni Elo di Federer specifiche per erba e cemento alla fine di ogni stagione a partire dal 2009

Elo prima di Indian Wells

Però Federer è partito bene nel 2019, con un record di 8-1 e la vittoria di un torneo, e siamo appena a marzo. La valutazione Elo specifica per cemento è già a 1862.99: si tratta di un numero buono o cattivo, prima di Indian Wells (dove Federer, al momento della traduzione, ha vinto tre partite, n.d.t.)? L’immagine 3 mostra la valutazione Elo di Federer prima dell’inizio di Indian Wells per il periodo dal 2009 al 2019.

IMMAGINE 3 – Valutazione Elo specifica per cemento di Federer prima di Indian Wells dal 2009 al 2019

Se si tracciasse una linea di tendenza, sarebbe qui più piatta di quella osservata in precedenza per la fine della stagione. Detto altrimenti, la progressione di Federer è leggermente più stabile appena prima di Indian Wells di quanto non lo sia alla fine della stagione. Forse era prevedibile pensando al rendimento storicamente solido nei tornei della prima parte del calendario (principalmente gli Australian Open, Rotterdam, Dubai e qualche volta Brisbane). Ma è anche vero che il campione di partite dai tornei prima di Indian Wells è più ridotto, aspetto che normalmente comporta una maggiore variazione.

Elo da Indian Wells in avanti

Più stabilità prima di Indian Wells di quella che segue potrebbe essere un’indicazione della minore freschezza di Federer al progredire della stagione. Se questo è valido per qualsiasi giocatore, senza dubbio per uno di quasi 38 anni deve rappresentare un’ulteriore sfida. Cosa succede se sottraiamo il grafico dell’immagine 3 da quello dell’immagine 2? Cioè, quanta parte dell’aumento della valutazione Elo stagionale è generato in media da Indian Wells in avanti? L’immagine 4 mostra quanti punti Elo Federer ha accumulato ogni anno da Indian Wells a fine stagione.

IMMAGINE 4 – Punti Elo accumulati da Federer ogni anno da Indian Wells a fine stagione

Appare evidente che da Indian Wells 2018 a fine stagione dello stesso anno, Federer abbia avuto un rendimento inferiore a qualsiasi periodo equiparabile del passato che rientra nel confronto. Bisogna preoccuparsi? Non lo so, in fondo si parla di un solo anno. Nella stagione precedente, la progressione da Indian Wells in avanti è stata efficace tanto quanto nel periodo compreso nel grafico, indietro fino ai 27 anni. Ci sono stati altri momenti di alternanza tra cadute e risalite da un anno al successivo. Nel 2012, le prestazioni dopo Indian Wells sono state relativamente deboli, per poi raggiungere il massimo due anni dopo. Anche nel 2016 il rendimento è sceso sotto la media per ritornare al massimo nel 2017. Preferisco però non dare troppa importanza a questo andamento, che merita comunque di essere tenuto in conto. Serve avere conferma da altri segnali.

Arriverà a 110?

La logica sembrerebbe sfavorevole, ma non ho visto nei numeri argomentazioni sufficientemente forti da suggerire che sia impossibile. Eventuali risultati mediocri durante l’estate – cioè una diminuzione nel rendimento al progredire della stagione simile a quella dell’immagine 4 – potrebbero farmi cambiare idea.

In ogni caso, che Federer raggiunga i 110 titoli rimane improbabile, a meno di sue partecipazioni nei 250 per qualche facile vittoria. Altrimenti, per stabilire il nuovo record nelle prossime 104 settimane dovrà replicare quasi alla lettera quanto fatto nelle 104 precedenti. Al riguardo, i fattori critici sono rappresentati dalla condizione fisica e dal desiderio di sottoporsi al regime imposto dal professionismo. Ci si aspetta che nella fascia di età dai 37.5 ai 39.5 sia più complesso che nell’età dai 35.5 ai 37.5. Ma poi, quante sono le circostanze che ci attendevamo dall’invecchiamento di Federer che non hanno avuto riscontro nel suo gioco?

Il problema concreto è dato dai ridottissimi margini del circuito maggiore. Se l’abilità di Federer o la condizione fisica diminuisse anche solo di un 10% nelle prossime 104 settimane, o se il resto della carriera fosse più breve delle speranze che tutti nutrono, la possibilità di arrivare a 110 diventerebbe davvero risicata.

The Road to 110

I Fantastici Quattro e le frazioni di titolo Slam

di Edoardo Salvati // settesei.it

Pubblicato il 10 gennaio 2019 su HeavyTopspin

Negli ultimi quindici anni, Roger FedererRafael NadalNovak Djokovic e Andy Murray – i Fantastici Quattro – hanno dominato il circuito maggiore come nessuno prima. È difficile trovare un esempio più eclatante di oligarchia non relativo alla geopolitica.

Da Wimbledon 2003, il primo Slam vinto da Federer, insieme hanno collezionato 54 Slam su 62 (o l’87%) e giocato altre quattro finali. Allo stesso modo, dalla prima vittoria di Federer in un torneo Master ad Amburgo 2002, hanno vinto 106 tornei di quella categoria su 159 (o il 66%) arrivando altre dodici volte in finale.

Dal 2003, hanno vinto dodici edizioni su sedici delle Finali di stagione (o il 75%) giocandone altre quattro. Il 2017 e il 2018 sono i primi due anni degli ultimi quindici in cui altri giocatori hanno vinto il torneo di chiusura del calendario.

Si tratta di un livello di dominio senza precedenti, che ha lasciato poco spazio alla gloria altrui. Chi sono questi altri giocatori e quanto avrebbero vinto se fossero stati in grado di battere i Fantastici Quattro?

I volontari del Match Charting Project amano collezionare dati (e il contributo di chiunque è ben gradito). Recentemente, abbiamo iniziato a occuparci delle semifinali Slam fino al 1980. In molte di queste i nomi degli altri giocatori si ripetono con frequenza.

Ero quindi curioso di vedere quale giocatore avrebbe tratto maggior beneficio in un mondo popolato da Fantastici Quattro più normali.

Nelle profondità di un universo parallelo

A partire da Wimbledon 2003, ho ipotizzato uno scenario quasi impensabile: e se i Fantastici Quattro non avessero mai vinto una semifinale o una finale Slam? Ad esempio, nella semifinale agli Australian Open 2017 Grigor Dimitrov batterebbe Nadal (invece di perdere in cinque set), per poi sconfiggere Federer e vincere il titolo.

Nella semifinale del Roland Garros 2018, Juan Martin Del Potro riuscirebbe a sconfiggere Nadal (invece di perdere in tre set) dovendo poi giocare contro Dominic Thiem in finale. Nel nostro universo parallelo, sempre in quel torneo Thiem vincerebbe la finale contro Nadal (avendola in realtà persa in tre set), conquistando per la seconda teorica volta il Roland Garros.

Non si ottiene quindi una una precisa redistribuzione di alcuni degli Slam vinti dai Fantastici Quattro, perché in questo universo parallelo possono esserci due vincitori per lo stesso torneo. In ogni caso, il computo di titoli e finali fornisce un’idea complessiva di chi si sarebbe messo in luce battendo più spesso i Fantastici Quattro.

La tabella mostra le vittorie e le finali Slam extra (rispetto alle vittorie reali, che non sono elencate) di un mondo immaginario di tennis.

Giocatore       Slam Extra               Finali Extra       
Wawrinka 6 (2 AO - 2 RG - 2 US) 0
Ferrer 6 (2 AO - 2 RG - 2 US) 0
Roddick 5 (1 AO - 3 WIM - 1 US) 2 (1 AO - 1 WIM)
Tsonga 4 (2 AO - 2 WIM) 0
Berdych 3 (1 AO - 1 RG - 1 US) 2 (WIM)
Gasquet 3 (2 WIM - 2 US) 0
Raonic 3 (1 AO - 2 WIM) 0
Del Potro 2 (1 WIM - 1 US) 3 (2 RG - 1 US)
Cilic 2 (1 AO - 1 WIM) 2 (1 AO - 1 US)
Davydenko 2 (1 RG - 1 US) 1 (US)
Thiem 2 (RG) 1 (RG)
Safin 2 (1 AO - 1 WIM) 0
Baghdatis 2 (1 AO - 1 WIM) 0
Soderling 2 (RG) 0
Anderson 2 (1 WIM - 1 US) 0
Dimitrov 2 (1 AO - 1 WIM) 0
Hewitt 1 (US) 2 (1 WIM - 1 US)
Monfils 1 (RG) 1 (US)
Nishikori 1 (US) 1 (US)
Philippoussis 1 (WIM) 0
Agassi 1 (US) 0
Gonzalez 1 (AO) 0
Bjorkman 1 (WIM) 0
Puerta 1 (RG) 0
Ljubicic 1 (RG) 0
Schuettler 1 (WIM) 0
Verdasco 1 (AO) 0
Youznhy 1 (US) 0
Gulbis 1 (RG) 0
Janowicz 1 (WIM) 0
Ferrero 0 1 (AO)
Grosjean 0 1 (WIM)
Henman 0 1 (US)
Kiefer 0 1 (AO)
Nalbandian 0 1 (RG)
Haas 0 1 (WIM)
Chung 0 1 (AO)
Melzer 0 1 (RG)
Totale 62 23

Non sorprende trovare Stanislas Wawrinka, vincitore di tre Slam e nove volte semifinalista, in cima alla classifica. I suoi Slam diventerebbero tre per ognuno di quelli che ha vinto, anche se Wimbledon rimarrebbe elusivo. Fosse riuscito a battere Federer nel quarto di finale del 2014, non sarebbe arrivato oltre la semifinale contro Milos Raonic.

C’è poi un gruppo di giocatori la cui carriera apparirebbe ancora più brillante. David FerrerJo Wilfried TsongaTomas BerdychRichard Gasquet e Raonic potrebbero definirsi campioni Slam.

Ferrer ha perso tutte le semifinali e una finale contro uno dei Fantastici Quattro e la vittoria in uno Slam avrebbe rappresentato il giusto riconoscimento del livello di eccellenza espresso in questi anni.

E, ovviamente, c’è Andy Roddick, che deve aver ardentemente desiderato che l’unico cittadino illustre di Basilea fosse Jacob Bernoulli. Dopo aver vinto gli US Open nel 2003, Roddick ha perso tutte le finali Slam contro Federer, tra cui tre volte a Wimbledon.

Un giocatore che forse meriterebbe di stare più in alto è Del Potro, che ha dovuto giocare contro uno dei Fantastici Quattro in tutte le semifinali, e non ha mai superato i quarti di finale agli Australian Open, battuto due volte da Federer. Ci si sarebbe aspettati da Del Potro più di due ipotetici titoli Slam.

Il governatore

Qualche anno fa, in un articolo per FiveThirtyEight, Carl Bialik si è chiesto se Nadal fosse, tra tutti i grandi dell’era Open, l’ostacolo più insormontabile per la vittoria di uno Slam.

Creando una statistica chiamata “frazione di titolo”, ha quantificato ogni sconfitta contro Nadal come una parte di titolo in funzione del turno in cui è avvenuta: metà per una sconfitta contro Nadal in finale, un quarto per la semifinale, e così via.

Estendiamo l’analisi per calcolare a quante frazioni di titolo gli altri giocatori hanno dovuto rinunciare, da Wimbledon 2003, per via dei Fantastici Quattro, come mostra la tabella. Sono stati considerati anche i ritiri pre e durante la partita.

Bloccato       AO    RG    WIM   US     Frazione   
Federer 2.00 2.50 1.50 1.00 7.00
Murray 2.94 1.25 1.38 0.88 6.44
Djokovic 0.06 2.13 1.00 2.50 5.69
Nadal 1.13 0.13 1.75 0.75 3.75
Roddick 0.50 0.00 1.78 0.88 3.16
Berdych 1.03 0.19 1.31 0.25 2.78
Ferrer 0.88 1.13 0.13 0.51 2.63
Wawrinka 0.72 1.00 0.19 0.63 2.53
Del Potro 0.25 0.70 0.45 1.03 2.43
Cilic 0.81 0.09 0.94 0.44 2.28
Tsonga 0.94 0.19 0.81 0.34 2.28
Hewitt 0.25 0.19 0.56 0.78 1.78
Raonic 0.56 0.13 0.88 0.06 1.63
Soderling 0.00 1.13 0.23 0.25 1.62
Gasquet 0.03 0.38 0.63 0.41 1.46
Monfils 0.11 0.75 0.00 0.57 1.43
Anderson 0.07 0.00 0.64 0.50 1.21
Thiem 0.00 1.02 0.00 0.13 1.14
Baghdatis 0.64 0.03 0.44 0.02 1.13
Davydenko 0.27 0.25 0.01 0.53 1.05
Gonzalez 0.56 0.17 0.13 0.16 1.02
Verdasco 0.30 0.25 0.13 0.28 0.96
Nishikori 0.38 0.20 0.13 0.25 0.96
Youzhny 0.05 0.06 0.41 0.42 0.95
Dimitrov 0.47 0.03 0.31 0.06 0.88
Safin 0.53 0.00 0.28 0.00 0.81
Agassi 0.13 0.00 0.03 0.63 0.78
Haas 0.11 0.22 0.41 0.00 0.73
Robredo 0.19 0.13 0.11 0.25 0.67
Lopez 0.11 0.01 0.19 0.34 0.65
Simon 0.30 0.06 0.19 0.03 0.58
Ferrero 0.25 0.00 0.32 0.00 0.57
Nalbandian 0.13 0.25 0.03 0.16 0.56
Melzer 0.10 0.25 0.06 0.09 0.51
Philippoussis 0.00 0.00 0.50 0.01 0.51
Puerta 0.00 0.50 0.00 0.00 0.50
Almagro 0.06 0.41 0.00 0.03 0.50

Come ci si poteva attendere, i Fantastici Quattro hanno impedito a loro stessi la conquista di più titoli che a qualsiasi altro giocatore, per un incredibile totale di 22.88 Slam.

Federer e Murray sono stati i maggiori contribuenti, rispettivamente con 7.00 titoli e 6.44. Appena sotto i primi quattro troviamo alcuni dei nomi più conosciuti, e ci sono 17 giocatori le cui frazioni di titolo ammontano ad almeno uno Slam.

Nadal si conferma il governatore: si deve passare da lui per vincere uno Slam. Non solo Djokovic, Federer e Murray hanno impedito meno titoli a Nadal – che ha il totale più basso tra i Fantastici Quattro con 3.75 – di quanti Nadal abbia impedito loro, ma ha anche bloccato la corsa degli altri tre più di qualsiasi altro giocatore.

Bloccante    Bloccato    Frazione   
Nadal Federer 3.75
Nadal Djokovic 3.13
Nadal Murray 1.44
Totale 8.32

Djokovic Murray 3.13
Djokovic Federer 3.00
Djokovic Nadal 1.88
Totale 8.01

Federer Murray 1.88
Federer Djokovic 1.56
Federer Nadal 1.50
Totale 4.94

Murray Djokovic 1.00
Murray Nadal 0.38
Murray Federer 0.25
Totale 1.63

Nadal ha una frazione di titolo netta di 2.25 Slam nei confronti di Federer, di 1.25 rispetto a Djokovic e di 1.06 contro Murray. Così come il resto del circuito preferirebbe che i Fantastici Quattro avessero intrapreso un altro sport, tre quarti dei Fantastici Quattro hanno più di una ragione per volere che Nadal si fosse concentrato sul golf.

E Nadal continua a incombere anche agli Australian Open 2019, in corso di svolgimento. Con la testa di serie numero 2, è un potenziale avversario di Federer in semifinale (Murray ha perso al primo turno da Roberto Bautista Agut) e, naturalmente, di Djokovic in finale.

Non c’è garanzia che Nadal arrivi almeno in semifinale, ma con questi giocatori che per l’ennesimo Slam sono le prime tre teste di serie, la fine dell’epoca dei Fantastici Quattro e delle frazioni di titolo Slam è ancora lontana.

The Big Four and Grand Slam Title Blocks

Sull’erba nessuno come Federer

di Graeme Spence // OnTheT

Pubblicato il 29 giugno 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Con otto titoli a suo nome, Roger Federer ha trionfato a Wimbledon nel singolare maschile più di qualsiasi altro giocatore. Che valutazione si può dare a otto titoli rispetto al numero di vittorie che ci saremmo attesi in questi anni dato il suo livello e quello degli avversari? E quali tra i titoli è stato il più impressionante?

Dalla prima vittoria di uno Slam a Wimbledon 2003, il rendimento di Federer a Wimbledon è stato tra i migliori in assoluto. Prima ha compiuto l’impresa di eguagliare i cinque titoli consecutivi di Bjorn Borg, poi nel 2017 – dopo quattro anni di attesa – ha vinto per l’ottava volta, superando Pete Sampras per il record di vittorie nell’era Open.

Con la possibilità di vincere il titolo numero nove nelle prossime settimane, è il momento giusto per interrogarsi sulla grandezza di Federer a Wimbledon.

Per sei volte Federer è stato la testa di serie numero 1, a indicazione del fatto che una buona parte delle sue vittorie era in qualche modo attesa. Siamo in grado di analizzare più accuratamente queste vittorie attese rispetto al suo livello di gioco e alla competizione affrontata a partire dalla prima edizione a cui Federer ha partecipato, quella del 1999? E, con i dati a disposizione, possiamo anche stabilire la vittoria più significativa?

Simulazione dei tornei

Per trovare risposta a queste domande, ho eseguito 5000 simulazioni di ogni tabellone di singolare maschile dal debutto di Federer, utilizzando le valutazioni Elo specifiche per erba dei giocatori in modo da avere la probabilità di vittoria per partita. Per ottenere il numero atteso di titoli relativo a ciascun giocatore tra il 1999 e il 2017, ho estratto la probabilità di titolo anno per anno e ho aggregato i risultati per il periodo considerato.

La tabella riepiloga il numero di titoli atteso e e quello effettivo dal 1999, per i giocatori che hanno vinto il torneo o per i quali il modello predittivo assegna un numero di titoli atteso di almeno 0.2.

Federer certamente si distingue con otto titoli all’attivo dal 1999 a fronte di un valore atteso di 4.50. Questo significa che a Wimbledon è stato eccellente, andando oltre le attese di 3.50 titoli rispetto alle valutazioni Elo, uno dei metodi attualmente più affidabili per predire i risultati del tennis professionistico.

È interessante notare che tutti i membri dei Fantastici Quattro e Sampras hanno raccolto più titoli di quanto atteso secondo le simulazioni. Si può parlare di un fattore aggiuntivo nel rendimento dettato dall’essere un “campione”, come tutti questi giocatori hanno manifestato [1]?

Non sorprende la bassa probabilità di vittoria per Goran Ivanisevic nel 2001, dato che nessuno si aspettava di vederlo alzare il trofeo da wild card del torneo!

Quale delle vittorie di Federer è stata la più impressionante?

Le otto vittorie di Federe sono chiaramente andate oltre le attese anche considerando il suo altissimo livello sull’erba. Possiamo usare questi dati per determinare quale vittoria sia stata la più significativa?

Probabilità di titolo

Analizzando le singole edizioni del torneo con le simulazioni, possiamo ricavare la probabilità di vittoria di Federer anno per anno. Si scopre che la prima vittoria nel 2003 è stata la più impressionante, visto il 9% di probabilità di vittoria all’inizio del torneo a fronte, ad esempio, di un 53% di probabilità per il titolo vinto nel 2007, come mostra l’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). 

Nel 2003, Federer era il terzo favorito dietro a Lleyton Hewitt, detentore del titolo, e Andre Agassi, già vincitore nel 1992 e finalista nel 1998. Le valutazioni Elo lo davano sfavorito sia nei quarti di finale contro Sjeng Schalken che in semifinale contro Andy Roddick, e favorito solo di un margine ridotto contro Mark Philippoussis in finale.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria finale a Wimbledon per Federer

Qualità degli avversari

Tramite la valutazione Elo specifica per erba di Federer è possibile calcolare la probabilità di vittoria per ognuno dei suoi titoli. Siamo anche in grado di verificare quale tra questi sia stato il più impressionante in termini di qualità degli avversari, attraverso le valutazioni Elo di questi giocatori. Così facendo rientrano nella contesa anche altri anni.

Avversario con valutazione più alta: 2005

Al momento della finale di Wimbledon 2005, la valutazione Elo specifica per erba di Roddick era di 2178, la più alta tra quelle di tutti i giocatori contro cui Federer ha giocato a Wimbledon.

Valutazione media per avversario più alta: 2006

Se si considerano i sette turni necessari alla vittoria finale, il 2006 può essere definito come l’anno più duro per Federer, con la valutazione media per avversario più alta, dovuta principalmente a un tabellone ostico nelle fasi iniziali, in cui ha dovuto giocare contro Richard Gasquet e Tim Henman nei primi due turni.

I due avversari di fila con la valutazione più alta: 2012

Nel 2012, Federer ha battuto Novak Djokovic in semifinale prima di far soffrire i tifosi inglesi sconfiggendo Andy Murray in finale. Si fatica a pensare a due turni conclusivi più difficili, espressi dalla valutazione Elo di Djokovic e Murray, rispettivamente la terza e la quarta più alta per Federer a Wimbledon.

Avversari con la valutazione più alta

Titolo numero 9?

Come si può notare, è difficile scegliere tra gli otto titoli di Federer a Wimbledon. Spetta ai suoi tifosi decidere quale sia il preferito. Con Wimbledon 2018 alle porte e con l’ennesima testa di serie numero 1, sarà in grado Federer di complicare la scelta aggiungendo un’altra vittoria?

Note:

[1] L’esempio forse più incredibile di un campione che ottiene risultati al di sopra delle attese è quello di Rafael Nadal al Roland Garros. Eseguendo le simulazioni per tutti i tabelloni di singolare maschile dalla prima partecipazione di Nadal nel 2005 si arriva a un numero di titoli attesi di 4.5. Considerando che, al momento, Nadal ha vinto ben undici volte il Roland Garros, si tratta di più di 6.5 titoli sopra le attese.

Federer has outperformed everyone on grass – including himself

Il ventesimo Slam di Federer, quello più facile

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 20 febbraio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Dopo la vittoria di Rafael Nadal agli US Open 2017, ho scritto un articolo per l’Economist in cui provavo a classificare ciascun titolo dello Slam in base alla difficoltà, giungendo a un’interessante conclusione.

Gli avversari di Nadal sulla strada per i suoi 16 Slam sono stati significativamente più ostici di quelli affrontati da Roger Federer nella conquista dei primi 19. Nell’indice di vittoria degli Slam corretto per difficoltà, Nadal conduceva di un soffio, 18.8 rispetto a 18.7 di Federer.

Federer ha poi portato il suo totale a 20, vincendo gli Australian Open 2018. Pur di fronte a una concorrenza abbastanza debole, sicuramente un nuovo titolo ha portato l’indice di vittoria corretto per difficoltà a superare quello di Nadal, giusto?

La correzione degli Slam per difficoltà degli avversari

Si, ma non di molto. Corrette per difficoltà, le sette vittorie a Melbourne di Federer valgono solo 0.42 Slam. A confronto, il valore più basso da lui ottenuto in precedenza è stato agli Australian Open 2006, con uno 0.61, e il più basso di Nadal è stato appunto agli US Open 2017, con uno 0.62. La precedente media di Federer era 0.98, quella di Nadal 1.18 e il tabellone del Roland Garros 2013 vinto da Nadal valeva un incredibile 1.65.

Il percorso di Federer è stato debole anche in prospettiva storica. Solo alcuni Slam dell’era Open hanno richiesto meno sforzo ai vincitori, tutti prima del 1985 e la maggior parte a Melbourne, un torneo che già non richiamava i giocatori più forti.

Gli Australian Open 2018 sono stati ancora più deboli se raffrontati al decennio in corso: in media, un titolo Slam nel periodo 2010-2017 vale 1.23, in gran parte perché i Fantastici Quattro hanno dovuto giocare l’uno contro l’altro.

Secondo le valutazione Elo specifiche per superficie, il giocatore più in forma contro cui si è scontrato Federer il mese scorso è stato Tomas Berdych, seguito da vicino da Marin Cilic. Nonostante abbiano raggiunto la seconda settimana, nessuno dei due giocatori è tra i primi 10 dell’attuale classifica Elo.

L’algoritmo che corregge per difficoltà i titoli Slam considera il rendimento di un medio vincitore Slam contro un determinato gruppo di avversari. Affrontando Berdych e Cilic, ci si attende che l’ipotetico medio vincitore vinca rispettivamente l’88% e l’89% delle volte. Anche Nadal ha dovuto battere Juan Martin Del Potro a New York l’anno scorso.

Numeri dal fascino diverso

Dopo essere ritornato numero 1 del mondo, Federer può reclamare un altro primato, visto che il suo indice corretto di 19.1 ha superato quello di Nadal a 18.8 e il 15.3 di Novak Djokovic.

Non ha però lo stesso fascino di “20 titoli Slam” ed è molto più soggetto alla possibilità concreta di essere ceduto. Dovesse Nadal recuperare dall’infortunio e vincere il prossimo Roland Garros, si garantirebbe virtualmente di tornare in cima a questa speciale graduatoria, e con un margine ben più ampio di quello detenuto al momento da Federer.

Tradizionalmente il Roland Garros è un torneo difficile: eccetto il 2010, tutte le vittorie di Nadal a Parigi sono state più faticose della media. A differenza del numero totale di Slam vinti, il primo posto della classifica degli Slam corretti per difficoltà potrebbe vedere un’alternanza tra questi due campioni, se entrambi manterranno alto il loro livello competitivo.

Roger Federer’s 20th, Easiest Grand Slam Title

Roger Federer: 20 anni, 20 titoli

di SRF // srf.ch

Pubblicato il 28 gennaio 2018 – Adattamento di Edoardo Salvati

Schweizer Radio und Fernsehen (SRF) – il maggiore emittente pubblico della Svizzera Tedesca – ha deciso di celebrare la vittoria di Federer agli Australian Open 2018 con un lungo profilo che prende spunto dall’analisi numerica di tutte le partite in carriera. Come sempre, il link alla versione originale è in fondo all’articolo. Trattandosi della Svizzera, naturalmente è disponibile anche la traduzione italiana (molto più ricca per grafica e animazioni della presente). Segue quindi un semplice adattamento in linea con lo spirito di diffusione di conoscenza tennistica del blog. Si ringrazia Angelo Zehr di SRF per la gentile concessione.      

1998-2004: L’ASCESA
Duro lavoro e capacità di resistenza

Se la capacità di resistenza seguisse i dettami di una qualche attività sportiva, Roger Federer ne sarebbe un campione. Non ha avuto una partenza fulminante come Rafael Nadal, che a diciannove anni era già campione del Roland Garros, ma non è nemmeno andato a rilento come Andre Agassi, a cui sono serviti dieci anni da professionista prima di diventare numero uno della classifica. Le virtù di Federer non potevano essere più svizzere: capacità di resistenza, umiltà e duro lavoro. Nelle parole di Billie Jean King, leggenda del tennis americano, “I campioni continuano ad allenarsi fino a che non giocano alla perfezione”.  

La carriera di Federer ha avuto un’andatura lenta ma costante. Nei primi anni di professionismo ha stabilmente risalito la china, senza però fare grandi salti in avanti. Forte di doti come eleganza e fiducia, sembrava per lui solo una questione di tempo. A differenza di molti suoi avversari con prestazioni altalenanti e salite e discese in classifica, Federer si è mosso seguendo una sola direzione e diventando il numero uno del mondo per la prima volta a ventidue anni.

IMMAGINE 1 – Percorso alla vetta della classifica mondiale dei Fantastici Quattro e di altri giocatori tra i più rappresentativi di ogni epoca

Il percorso verso la gloria del tennis attraversa annualmente i quattro tornei dello Slam, i più importanti del circuito, nei quali Federer, da giovane, non riesce a essere efficace come negli altri tornei, in cui invece ottiene buoni risultati. Due sconfitte nei quarti di finale a Parigi e a Wimbledon nel 2001, seguite da altre sette sconfitte. I detrattori iniziano a parlare di “blocco”, qualcuno sostenendo pure che non sarebbe mai riuscito a vincere uno Slam.

Ma poi arriva il 2003. Federer ha quasi ventidue anni ed è alla quinta partecipazione a Wimbledon. E qui le cose vanno diversamente: vince il torneo perdendo un solo set. Da un momento all’altro è in grado di mettere al tappeto giocatori di potenza come Andy Roddick. E pur avendo già mostrato un livello di tennis molto alto, la vittoria lo alleggerisce di quella pesante pressione mentale da cui sembrava afflitto. In quella memorabile domenica pomeriggio, le lacrime gli bagnano le guance mentre solleva la coppa al cielo.

2004-2010: L’IMBATTIBILITÀ
I cinque anni di tennis più incredibili di sempre

Federer non si ferma certamente alla vittoria di Wimbledon 2003: il 2004 è una delle sue stagioni più impressionanti. Gioca 74 partite e ne perde solo sei, vincendo undici tornei su diciassette, tra cui tre Slam. Il primato in classifica è inattaccabile.

La striscia vincente continua anche nei due anni successivi, in cui vince il 95% delle partite e domina incontrastato. Solo John McEnroe nel 1984 era riuscito a vincere più partite di Federer nella stessa stagione.

Ha raggiunto una maggiore maturità tattica e lavora meticolosamente sugli spostamenti in campo e sulla condizione fisica. È uno tra i primi professionisti a farsi seguire da un fisioterapista personale, che diventa parte integrante del suo staff, accompagnandolo in qualsiasi trasferta. 

Rispetto e correttezza

Uno dopo l’altro, tutti i record cadono per mano di Federer. Anche nei commenti degli addetti ai lavori, è diventato il re indiscusso del tennis. I successi sul campo però non alterano la sua natura di persona umile. Spesso nelle interviste è critico del gioco espresso e dei punti deboli su cui deve migliorare. Allo stesso tempo, mostra empatia per gli avversari e riceve elogi per la correttezza durante le partite. Una delle sue massime più conosciute recita: “Gioca rispettando l’avversario, vinci con grazia”.

Per la quindicesima volta consecutiva, nel 2017 Federer vince il sondaggio promosso dall’ATP che elegge il giocatore di tennis più amato dai tifosi. Allo stesso modo, vince ripetutamente lo Stefan Edberg Sportsmanship Award, conferito dai colleghi al giocatore più corretto del circuito: anche i più accaniti rivali votano per lui.

Sin dall’inizio, uno dei punti di forza di Federer è il servizio. Lo dimostrano anche i numeri: dei Fantastici QuattroNovak Djokovic, Andy Murray, Nadal e Federer – è lui a possedere, con ampio margine, il servizio più affidabile, con una percentuale di punti vinti che arriva a superare anche il 70%, con in media un ace ogni dieci servizi. 

IMMAGINE 2 – Andamento della percentuale di servizi vinti in carriera

Il tratto distintivo del servizio di Federer, che lo rende unico nel panorama attuale, non è però la velocità, ma l’incredibile varietà. Con un lancio di pallina sempre identico, gli avversari faticano a leggere la traiettoria del servizio. Se si aggiunge il suo istinto da killer, si capisce perché sia solamente il terzo giocatore nella storia ad aver servito più di dieci mila ace.

Il rivale storico

Nel periodo tra il 2004 e il 2008, Federer vince quasi tutti i tornei a cui prende parte. Quando esce sconfitto, è quasi sempre per mano del suo rivale storico Nadal, che già nel 2005 arriva alla seconda posizione della classifica per rimanerci 160 settimane (più di tre anni) alle spalle di Federer.

IMMAGINE 3 – Periodo trascorso in testa alla classifica da alcuni dei giocatori che sono diventati numero 1 del mondo

Federer e Nadal dominano letteralmente il tennis. Federer vince quattro Australian Open, cinque US Open e cinque Wimbledon. Nadal a sua volta è inarrestabile sulla terra battuta, vincendo quattro volte di fila il Roland Garros. Durante questo periodo giocano contro 16 volte, di cui 13 in finale.

IMMAGINE 4 – Riepilogo degli scontri diretti con Nadal

Nessun altro giocatore ha sconfitto Federer tante volte quante Nadal (a eccezione di Djokovic, anche lui con 23 vittorie, n.d.t.). Il diritto mancino di Nadal sulla terra battuta mette spesso in crisi Federer. Nadal è in realtà un destrimane, ma lo zio e allenatore Toni Nadal lo ha forzato a giocare con la sinistra e i risultati gli hanno dato ragione. Nadal sfrutta la debolezza sul rovescio di Federer, il suo colpo meno efficace, giocando dritti incrociati carichi di rotazione che atterranno sulla linea di fondo.

La sconfitta più amara

Federer ha sempre privilegiato le superfici veloci, l’erba fra tutte. Nel 2008 arriva in finale a Wimbledon sulla striscia di quaranta partite consecutive vinte. L’avversario è, ancora una volta, Nadal. Si sente fiducioso ed è considerato il favorito. Personalità da ogni parte del mondo sono sedute in tribuna, tra cui il principe Felipe e la principessa Letizia arrivati dalla Spagna. Nadal sorprende presenti e spettatori portandosi avanti per due set a zero. Federer appare molto nervoso. Nel terzo set la pioggia ferma i giocatori sul punteggio di 5-4. Alla ripresa, Federer sembra aver cambiato marcia, e con un gioco più offensivo chiude il terzo set e vince anche il quarto. Dopo un’altra interruzione, inizia il quinto set, nel crepuscolo di Londra.   

A questo punto chi si chiede se ci sia abbastanza luce per terminare la partita, ma a punteggio inoltrato nel quinto set si continua a giocare. Tutti vogliono sapere come va a finire questo thriller sportivo. Nonostante la cattiva illuminazione, con cui Federer sembra avere più problemi, la partita va avanti e termina dopo 4 ore e 48 minuti con la vittoria di Nadal per 9-7. L’incantesimo si spezza, Federer torna a perdere una partita sull’erba.

Nella bacheca dei trofei Slam di Federer ne manca ancora uno, il Roland Garros, dove è arrivato in finale per tre volte e per tre volte è stato battuto da Nadal. Per Federer è una spina nel fianco, visto che è chiaramente il secondo miglior giocatore sulla terra della sua epoca. Se non ci fosse stato Nadal, avrebbe già probabilmente vinto il torneo, ma è costretto ad aspettare. L’occasione arriva finalmente nel 2009 quando Nadal, che non aveva mai perso una partita a Parigi e avrebbe vinto quelle giocate nei successivi cinque anni, viene clamorosamente sconfitto agli ottavi di finale da Robin Soderling, lo svedese numero 25 della classifica. Federer mostra la sua bravura anche su questa superficie. In finale non lascia alcuna possibilità a Soderling, battendolo in tre set. Completa così la collezione di Slam con l’unico titolo che ancora gli mancava.

2010-2016: IL DECLINO
Federer deve ammettere la sconfitta

Testimone della sua stretta d’acciaio sul mondo tennis, il pubblico si era abituato alle continue vittorie di Federer. Solo Nadal sembrava in grado di batterlo. Ma poi arriva il 2010.

Ai vertici della classifica si presenta un giovane serbo, Djokovic. Per la prima volta in sei anni, Federer scende al terzo posto, ed è Nadal ad aggiudicarsi tre Slam. L’anno successivo, è Djokovic a non avere rivali. Contemporaneamente, Murray conquista la quarta posizione dando evidenza del suo talento. Negli anni a seguire i Fantastici Quattro si giocano il primo posto mondiale. La loro rivalità regala al tennis ulteriori emozioni, rendendolo meno prevedibile. Anche Federer è di questa opinione. 

Se Nadal è uno specialista della terra, Djokovic si dimostra un giocatore versatile, dalla tecnica sopraffina, dotato di grande velocità e agilità.

IMMAGINE 5 – Riepilogo degli scontri diretti con Djokovic

Di un anno più giovane di Nadal, Djokovic alza il livello della competizione, vincendo oltre il 90% delle partite giocate. Dopo diversi anni, nel 2011 per la prima volta Federer termina la stagione senza aver vinto uno Slam. 

Tra il 2000 e il 2015, Federer ha giocato oltre 1200 partite (circa 80 all’anno), una costanza di prestazione difficile da eguagliare. Avendo perso solo il 18% di tutte le partite giocate in carriera, Federer si distingue per efficacia di risultato, ma anche per resistenza: a oggi, ha giocato 1389 partite senza mai ritirarsi.

IMMAGINE 6 – Percentuale di partite vinte sul totale delle partite giocate per quei giocatori con più di 100 partite e con percentuale di vittorie di almeno il 60%

Anche se non tutti i tifosi hanno la stessa opinione in merito, in questi anni Federer ha giocato un tennis sempre ai massimi livelli. Solo l’infortunio al ginocchio per un incidente domestico lo costringe a finire prematuramente la stagione 2016. È il suo infortunio più grave e deve fermarsi sei mesi. Dopo quattordici anni consecutivi, esce dai primi 10. Molti parlano di fine della carriera, altri esprimo congetture su un possibile ritiro.

2017: IL RITORNO
Federer sfida l’età

L’ultimo torneo Slam vinto da Federer risale al 2012 e molti opinionisti ormai non lo considerano più in condizione di vincerne un altro. Federer però la pensa diversamente. Nei sei mesi lontano dal circuito prepara il suo rientro in ogni dettaglio. Cambia racchetta, ne prende una con un piatto corde più grande abbandonando la sua storica, più piccola e pesante. 

Torna al tennis competitivo a gennaio 2017, agli Australian Open. Dopo una pausa così lunga, sono tutti curiosi di vedere come giocherà. L’inizio è positivo e, nonostante vinca più di una volta al quinto set, alla fine prevale anche nella semifinale contro Stanislas Wawrinka. Nei momenti decisivi, il livello è quello degli anni migliori.

IMMAGINE 7 – Rendimento sotto pressione, misurato come capacità di vincere il punto nei momenti che contano (palle break, tiebreak, set decisivo)

Ancora una volta in finale c’è Nadal, a sua volta al rientro da un lungo recupero. Si spartiscono i primi quattro set, e nel set decisivo è Nadal ad andare avanti sul 3-1. Federer a quel punto ritrova l’equilibrio, strappa il servizio a Nadal due volte di fila e vince il quinto set 6-3. 

Allenandosi duramente, Federer riesce a compensare la differenza di età con gli altri giocatori lavorando sul rovescio, il colpo con cui ottiene proprio i punti decisivi nella finale contro Nadal. Affina anche la tenuta mentale. Con un’ottima programmazione in cui rinuncia a giocare alcuni tornei, come quelli sulla terra, concentrandosi sull’erba, vince il suo secondo titolo Slam dell’anno a Wimbledon e corona il rientro con un altro successo.   

Il gioco di Federer diventa ancora più offensivo, appena ne ha occasione cerca di accorciare gli scambi. Nel proseguo della stagione vince sette tornei su dodici e mette a tacere anche le voci più critiche. Anche gli esperti concordano che mai prima d’ora un giocatore di 36 anni aveva giocato a questi livelli di tennis. La domanda più ricorrente è: “come si può essere ancora così in forma a quell’età?”.

IMMAGINE 8 – Numero medio di colpi nello scambio

Uno dei segreti di un rientro così vincente è la gestione del tempo trascorso in campo. Se in media un giocatore impiega 148 minuti per vincere una partita Slam (in cui si gioca al meglio dei cinque set), a Federer ne bastano solo 123. A confronto, Djokovic e Murray sono molto vicini alla media, Nadal è appena oltre.

IMMAGINE 9 – Durata media di una partita vinta negli Slam

Ci sono fattori ancora più decisivi della ridotta durata delle partite. Il posizionamento di Federer gli consente di rispondere con velocità e anticipo. Inoltre è considerato un giocatore elegante, che privilegia grazia a muscolosità. Il suo stile di gioco si avvicina alla perfezione tecnica, ma richiede un minore dispendio di energie rispetto a quello di altri giocatori. Sono aspetti che vanno a suo favore. 

Non sembra esserci un finale

Se si sommano tutti i punti validi per la classifica ATP guadagnati da un giocatore nel corso della carriera, le statistiche parlano chiaro: Federer è nettamente avanti a tutti. Sono venti anni che gioca da professionista nel circuito e, vincendo gli Australian Open, il vantaggio su Nadal e Djokovic, i rivali di sempre, aumenta di 2000 punti.

IMMAGINE 10 – Punti classifica accumulati complessivamente da alcuni giocatori in carriera

Federer ha segnato un’intera epoca e la fine della sua carriera non sembra poter comparire all’orizzonte. Grazie a tecnica e resistenza fisica, può vincere ancora tornei importanti. Se continua a trarre divertimento dal giocare a tennis, non c’è ragione di smettere. E dopo ogni stagione, ogni torneo, ogni partita, ogni set, ogni punto che vince, la definizione che meglio lo descrive assume contorni sempre più marcati: Roger Federer, King of the Court.

Note

Il codice e i dati per l’analisi sono disponibili qui.

Per circa il 5% delle partite considerate non sono reperibili statistiche. I calcoli possono quindi differire, in misura ridotta, rispetto a quanto riportato dal sito dell’ATP.

La classificazione storica dei tornei ATP 500/Championship Series e ATP 250/World Series per gli anni 1990 e successivi segue le regole dell’ATP. Per gli anni precedenti, sono stati scelti gli undici tornei con la maggior partecipazione di giocatori con classifica più alta, che sono considerati allo stesso livello degli ATP 500. Per compensare l’assenza di finali e Finali di stagione nel 1968 e 1969, i 25 tornei più importanti sono stati classificati come degli ATP 500. Anche il Pepsi Grand Slam (1976-1981), la WCT Challenge Cup (1976-1980) e le Finali di stagione del WCT (1972,1982) sono stati classificati come degli ATP 500.

Roger Federer: 20 Years, 20 Titles

Ridimensionando la stagione di Federer

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 23 novembre 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

La “rinascita” di Roger Federer è stata senza dubbio uno dei temi caldi della stagione 2017. Dopo l’ultima partita giocata a Londra contro David Goffin, come si pone questa stagione rispetto al passato? E, nel tentativo di mettere a confronto di diverse stagioni, qual è la statistica migliore?

Con solo cinque sconfitte e due Slam vinti, Federer ha contribuito ad alimentare il dibattito sulla migliore stagione della sua carriera. Quanto ottenuto nel 2017 fa passare in secondo piano il rendimento del 2015? È tornato ai livelli del 2005? Si è di fronte al vero e proprio miracolo di un giocatore che ha superato i 36 anni? Si potrebbe continuare a lungo su questa strada.

Non esiste una statistica definitiva del valore assoluto di una stagione. Si citano spesso i risultati negli Slam, o la percentuale di vittorie, o le vittorie totali, per fare alcuni esempi.

In attesa della nuova stagione, ho ritenuto interessante esaminare i numeri delle statistiche più diffuse sulla “stagione migliore” e verificare il loro contributo nel suggerire quali siano gli anni tennistici più positivi per Federer.

Titoli

Iniziamo con i titoli vinti nella singola stagione considerando tutti i tornei del circuito maggiore, la Coppa Davis e le Olimpiadi. La tabella mostra le dodici migliori stagioni di Federer in funzione dei titoli vinti. Con dodici tornei vinti, il 2006 è in cima all’elenco, subito seguito dal 2004 e dal 2005 entrambi con undici titoli.

Limitandosi agli Slam, Federer ha avuto tre stagioni con tre vittorie, il 2004, 2006 e 2007. Anche se il 2017 sarebbe al sesto posto come numero di titoli, è al pari del 2005 in termini di Slam vinti. È interessante come pur avendo vinto un numero simile di tornei nel 2015, Federer non sia riuscito a conquistare nemmeno uno Slam.

Percentuale di vittorie

Se da un lato il numero di titoli è un indicatore della continuità di rendimento ad alto livello, dall’altro non tiene conto dei risultati di un giocatore nei tornei che non è riuscito a vincere. La percentuale di vittorie per la stagione è una statistica di prestazione più completa.

L’immagine 1 mostra la percentuale di vittorie di Federer dagli esordi come professionista fino al presente. Si nota un chiaro punto di massimo verso metà degli anni 2000, quando Federer ha messo insieme tre stagioni da più del 90% di vittorie, dal 2004 al 2006. Il 95% di vittorie raggiunto nel 2005 e nel 2006 è il più alto in carriera.

IMMAGINE 1 – Valutazione delle stagioni di Federer: percentuale di vittorie

Anzi, dal 2006 Federer è riuscito a rimanere sopra al 90% di vittorie solo quest’anno, a possibile spiegazione del perché il 2017 è ritenuto così speciale da numerosi commentatori.

Si potrebbe obiettare che la percentuale di vittorie non pone sufficiente enfasi sui momenti di maggiore pressione o sulla qualità del tabellone affrontato da un giocatore nella vittoria del titolo.

Per dare più peso a questi fattori, possiamo analizzare la percentuale di vittorie negli Slam (di colore oro nel grafico). In questo caso, è interessante notare come Federer sembra aver mantenuto un livello di gioco superiore per tutti gli anni 2000, facendo apparire il 2017 – in cui ha subito solo una sconfitta negli Slam – meno distante dal 2005 e dal 2006.

Risultati cumulati corretti per la qualità dell’avversario

Il semplice conteggio dei titoli vinti o i risultati espressi in termini percentuali sono metodi che sollevano una problematica rilevante, cioè il fatto di non tenere conto della bravura del giocatore dall’altra parte della rete. Non ci sono due vittorie esattamente identiche e il motivo risiede principalmente nella differenza qualitativa dell’avversario.

A metà degli anni 2000, era Andy Roddick l’avversario più probabile per Federer in una finale Slam. Dal 2015, Federer ha giocato più finali Slam contro Novak Djokovic. E io credo che questo aspetto dovrebbe cambiare prospettiva sulla misurazione delle vittorie di Federer tra le diverse stagioni.

Uno strumento con cui procedere è il sistema di valutazione Elo. All’inizio di ogni partita, la valutazione Elo di ciascun giocatore rappresenta la sua vittoria attesa: maggiore la valutazione dell’avversario (vale a dire la difficoltà del doverci giocare contro) minore la probabilità di vittoria.

Un giocatore dovrebbe ricevere un punteggio addizionale in caso di superamento delle aspettative ed essere allo stesso modo penalizzato in maniera ridotta per sconfitte contro giocatori di vertice.

Il punteggio della partita cumulato corretto per la qualità dell’avversario cerca di includere entrambi questi aggiustamenti. Illustro il funzionamento.

Un giocatore riceve un punteggio, per ogni vittoria, equivalente alla vittoria attesa dell’avversario contro un giocatore con valutazione Elo pari a 1800 (cioè il valore minimo tipico per un giocatore tra i primi 100 della classifica mondiale).

Per ogni sconfitta, a un giocatore è sottratto il punteggio associato all’effettiva vittoria attesa – in funzione della sua valutazione Elo prima della partita – in misura corrispondente a quanto facile ci si aspettava fosse la vittoria, in modo che una maggiore facilità determini una maggiore deduzione di punteggio.

Successivamente, si sommano vittorie e sconfitte ponderate per difficoltà così da ottenere il punteggio complessivo per stagione.

Molta più variazione

Osservando l’andamento del punteggio della partita cumulato per Federer, è interessante vedere come il suo massimo a metà degli anni 2000 sia ancora più significativo dei riscontri avuti con una semplice statistica dei titoli vinti o della percentuale di vittorie. Questo suggerisce come ci sia molta più variazione nei risultati delle sue partite di quanto appaia dalle statistiche citate in precedenza.

Il 2006 s’impone come stagione dal rendimento più solido quando si osserva la difficoltà cumulata dei risultati ottenuti da Federer. Un aspetto sorprendente è che il 2017 è decisamente lontano dal 2006 (-24.9 punti). Ci sono alcune ragioni a spiegazione.

In primo luogo, Federer giocava un numero di partite di gran lunga superiore rispetto a quelle del periodo attuale, in cui ad esempio non ha disputato alcun torneo sulla terra battuta.

Inoltre, la profondità del campo partecipanti ha subito variazioni importanti di anno in anno e il 2017 si è sorprendentemente distinto per mancanza di qualità, circostanza su cui hanno influito lo scarso rendimento e gli infortuni dei giocatori di vertice.

IMMAGINE 2 – Valutazione delle stagioni di Federer: risultati ponderati per difficoltà

L’impatto del fattore qualità è più evidente mettendo a confronto il 2014 e 2015 con il 2017. Sia il 2014 che il 2015 superano il 2017 di diversi punti. Anche eliminando la stagione sulla terra, il 2014 di Federer supererebbe il 2017 per poco più di 5 punti.

Conclusioni

In conclusione, anche con i due Slam vinti da Federer nel 2017, le poche ma inaspettate sconfitte e la generale diminuzione nella qualità tra i giocatori di vertice supportano l’idea che il 2014 e il 2015 – in cui Federer non è riuscito a vincere Slam – siano state annate con un rendimento complessivo superiore.

Il codice e i dati dell’analisi sono disponibili qui.

Sizing Up Federer’s Seasons

Il Federer del 2017 è molto diverso dal Federer del 2015?

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 28 luglio 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Con un solo Slam rimasto da giocare nel 2017, è ormai evidente che una delle storie più clamorose della stagione è stata la rinascita di Roger Federer e Rafael Nadal e del loro predominio.

Per Federer si tratta di un anno eccezionale, con la vittoria di tutti gli Slam e i tornei Master a cui ha partecipato. L’ultima volta che ha avuto un record così netto alla conclusione di Wimbledon risale al 2004 e al 2005, cioè ad oggi i due anni più straordinari nella sua carriera.

Non sorprende quindi che i risultati del 2017 abbiano spinto molti a riservare a Federer gli stessi termini di elogio solitamente utilizzati per l’annata eccezionale di un vino pregiato. Molti altri continuano a ricercare le ragioni di come il suo gioco – già invidiabile – sembri aver ricevuto nuova linfa.

Si è tentati di motivare il successo di Federer nel 2017 attribuendone gran parte del merito a un calendario programmato a tavolino e alla serenità imperturbabile con cui scende in campo. Questo però vorrebbe dire ignorare un aspetto chiave del bilancio di partite vinte e perse da ogni giocatore, vale a dire il livello di qualità della competizione affrontata.

Lo stesso livello di gioco a fronte del calo degli avversari

I risultati di Federer quest’anno sono effetto di un’opera di perfezionamento o arrivano invece dall’aver mantenuto lo stesso livello di gioco quando gli altri giocatori di vertice sono spesso crollati e nessuno dei talenti emergenti è riuscito a porsi in condizioni di sfidare la vecchia guardia?

Cercando di trovare una risposta, sono ritornata con la mente al 2015, anno in cui Federer aveva raggiunto facilmente sia la finale di Wimbledon che quella degli US Open, e sembrava destinato finalmente a riconquistare uno Slam, solo per poi scontrarsi con la dura realtà imposta da Novak Djokovic. Allora non lo si sapeva, ma nel 2015 Djokovic stava mettendo insieme un’impressionante striscia di vittorie che lo avrebbero portato poi nel 2016 a raggiungere la valutazione Elo di tutte le superfici più alta di sempre nel tennis maschile, pari a +2543.

Se la differenza nella forma di Federer tra il 2015 e il 2017 è oggetto di dibattito, non ci sono dubbi che il Djokovic del 2017 sia la controfigura sbiadita del Djokovic del 2015. Una volta appurato questo, inevitabilmente ci si chiede quanto il successo di Federer nel 2017 dipenda dal crollo dello stato di forma di Djokovic.

In altre parole, ha dovuto Federer nel 2017 affrontare un avversario tra quelli con cui ha giocato forte tanto quanto lo era Djokovic nel 2015?

IMMAGINE 1 – Risultati di Federer negli Slam e nei Master del 2015 e 2017 alla conclusione di Wimbledon

Il grafico dell’immagine 1 prova a rispondere alla domanda mettendo a confronto le valutazioni Elo al momento della partita degli avversari di Federer nel 2017 e nel 2015, per tutte le partite completate nei Master e negli Slam alla conclusione di Wimbledon (nella versione originale, è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). La linea orizzontale arancione rappresenta il livello dell’avversario più forte nel 2015 – secondo il sistema Elo – in questo caso Nadal. Si nota come la linea sia ben al di sotto del livello di Djokovic quando ha sconfitto Federer nel 2015 all’Indian Wells Masters e agli Internazionali d’Italia e poi nella finale di Wimbledon (i pallini blu).

Interessante anche come il massimo livello di qualità degli avversari di Federer nel 2017 sia leggermente inferiore al livello a cui stava giocando Andy Murray quando Federer lo ha battuto nella semifinale di Wimbledon 2015.

Per contro, Federer ha perso nel 2015 da avversari il cui livello qualitativo era paragonabile a quello di giocatori che ha sconfitto nel 2017. Tuttavia, tre di queste quattro sconfitte sono arrivate durante la stagione sulla terra battuta, che nel 2017 Federer ha interamente saltato, forse anche memore delle dinamiche del 2015. La sconfitta agli Australian Open 2015 da Andreas Seppi si pone quindi un po’ come un’occorrenza fuori dalla norma.

Conclusioni

Credo si possa affermare con decisione che Federer non abbia radicalmente re-inventato il suo gioco nel 2017, come inducono a pensare le parole di alcuni commentatori.

Invece, è riuscito a mantenere il livello espresso nel 2015 – già di per sé un risultato incredibile – mentre altri (e più giovani) giocatori di vertice non hanno manifestato la stessa solidità di prestazioni, partita dopo partita.

Is 2017 Federer that Different than 2015 Federer?

Raggiungere i quarti di finale di uno Slam senza aver subito break – Verso Wimbledon

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato l’1 luglio 2014 – Traduzione di Edoardo Salvati

Il secondo articolo della serie Verso Wimbledon.

Nei primi quattro turni di Wimbledon 2014, Roger Federer non ha mai perso il servizio. Ha dovuto salvare nove palle break, e solo quattro di queste nelle ultime tre partite.

Dal 1991 – anno a partire dal quale le statistiche sono disponibili – è solo l’ottava volta in cui un giocatore raggiunge i quarti di finale di uno Slam senza aver perso il servizio. Solo Federer nel 2004 e Ivo Karlovic nel 2009 ci sono riusciti a Wimbledon. Federer e Rafael Nadal sono gli unici giocatori ad averlo fatto in più di una occasione (Federer agli Australian Open 2013 e Nadal agli US Open 2010 e 2013).

Le nove palle break fronteggiate da Federer sono meno sorprendenti. Dal 1991, più del 5% dei 752 giocatori che hanno raggiunto i quarti di finale degli Slam ne hanno concesse meno, tra cui lo stesso Federer in diverse circostanze: solo tre a Wimbledon 2007 e solo quattro in altri tre Slam.

Non è chiaro il valore predittivo

Pur essendo prova di predominio, non è altrettanto chiaro se una prestazione di questo tipo abbia valore predittivo. Un altro elemento che crea confusione al riguardo è il livello qualitativo degli avversari: ci si aspetta davvero che Paolo Lorenzi o Santiago Giraldo conquistino il servizio di Federer sull’erba? Federer ha sfruttato questo stato di grazia al servizio per vincere Wimbledon 2004 e 2007, ma negli altri tre Slam in cui ha concesso solo quattro palle break fino ai quarti di finale non ha poi conquistato il titolo.

Debole correlazione negativa

Senza considerare il livello di bravura, esiste una debole correlazione negativa tra le partite vinte in un torneo e le palle break (e i break) concessi (per le partite vinte e le palle break concesse nelle prime quattro partite è r = -0.25; se si esclude il Roland Garros diventa r = -0.27). In altre parole, se di due giocatori si conosce solo il numero di palle break concesse nei primi quattro turni, scommettete su quello che ne ha fronteggiate di meno.

Si tratta di una relazione debole, e se si inserisce il livello di bravura, diventa quasi irrilevante. Otto dei 24 giocatori che hanno subito uno o più break nei primi quattro turni hanno poi vinto il torneo, ma il mio sospetto è che abbia più a che fare con Nadal, Federer e Pete Sampras: è più probabile cioè che i giocatori migliori subiscano meno break ed è più probabile che i giocatori migliori raggiungano le fasi conclusive degli Slam.

E se anche i giocatori migliori servono con più fatica nei turni iniziali, non è in nessun modo una sentenza definitiva per le loro possibilità di vittoria finale.

Nelle 31 precedenti occasioni in cui Federer ha raggiunto i quarti di finale di uno Slam sull’erba o sul cemento, solo quattro volte ha subito più di sei break prima dei quarti di finale, avendo poi vinto il torneo due volte.

Senza dubbio a Federer fa comodo aver raggiunto i quarti di finale con il minimo disturbo, ma è comunque un disturbo che non avrebbe molto da dire se dovesse raggiungere e vincere la finale (poi persa contro Novak Djokovic in cinque set, n.d.t.)

Unbroken Grand Slam Quarterfinalists

Il 2017 è il miglior inizio di stagione per Federer?

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 6 aprile 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Al primo giro di boa della stagione 2017, Roger Federer può vantare il suo 18esimo Slam e 19 vittorie a fronte di una sola sconfitta. Una partenza così sbalorditiva porta naturalmente a chiedersi come l’inizio di stagione 2017 si posizioni rispetto agli altri avvii nella sua carriera e come regga il confronto con i migliori inizi di stagione nella storia del tennis.

Per fare chiarezza, il Game Insight Group di Tennis Australia, la Federazione australiana, ha preso in esame i primi tre mesi di ogni stagione dell’era Open maschile con l’intento – abbandonate le preferenze personali che inevitabilmente si inseriscono in questo tipo di dibattiti – di adottare un approccio più oggettivo per stabilire il miglior inizio di stagione della storia. E questo vuol dire utilizzare l’analisi statistica.

Vittore e sconfitte, e livello di difficoltà

La statistica che abbiamo sviluppato è un punteggio di vittorie cumulativo che tenga conto non solo del numero totale di vittorie e sconfitte di un giocatore, ma anche del livello di difficoltà associato all’avversario. Come non tutti i tabelloni sono uguali fra loro, così non lo sono nemmeno i record di vittorie. Per questo i giocatori ricevono un punteggio maggiore per aver battuto avversari forti e una penalizzazione più alta per sconfitte contro avversari deboli.

Come si assegna esattamente un punteggio a una partita in modo da riflettere la difficoltà dell’avversario? Attraverso il sistema delle valutazioni Elo. Le valutazioni Elo sono una tipologia di classificazione della bravura di un giocatore utilizzate ormai da decenni in molti sport.

Valutazioni Elo

Nel tennis, la valutazione Elo corrisponde a un numero che riflette la bravura di un giocatore in un dato momento, tenendo conto di tutte le vittorie e le sconfitte in carriera, assegnando un peso maggiore alle vittorie contro gli avversari più forti e penalizzando con più enfasi le sconfitte a sorpresa. Le matricole del circuito ricevono una valutazione di 1500 punti, che può aumentare collezionando vittorie. La massima valutazione Elo in carriera per Federer è stata di 2542 punti, raggiunta nel 2007. Attualmente, la sua valutazione Elo è di 2373 punti.

Formula semplice

Uno dei punti di forza delle valutazioni Elo risiede nel fatto che, data l’attuale valutazione Elo di un giocatore, esiste una formula piuttosto semplice per calcolare le probabilità di vittoria di quel giocatore contro un qualsiasi avversario a sua volta in possesso di una valutazione Elo.

Capacità predittive accurate

Inoltre, il sistema Elo ha dimostrato di avere capacità predittive molto più accurate di quelle basate sulla classifica ufficiale dell’ATP, a volte anche nell’ordine del 10%. E questo è il motivo principale per cui non ci limitiamo ad assegnare un punteggio basato unicamente sui punti validi per la classifica. Siti come TennisAbstract e FiveThiryEight si sono occupati a più riprese del sistema Elo e del suo funzionamento nel tennis.

Per assegnare un punteggio a un inizio di stagione, abbiamo considerato tutti i risultati dei primi tre mesi e assegnato un punteggio a ogni vittoria e sconfitta utilizzando probabilità di vittoria basate su Elo, quindi più punti attribuiti per vittorie contro avversari più forti e più punti dedotti per sconfitte contro avversari più deboli. Considerata l’importanza dei tornei Slam, abbiamo anche aumentato profitti e perdite associati alle partite Slam del 25%.

Abbiamo ottenuto quindi i punteggi per ogni inizio di stagione nell’era Open maschile e trovato così i primi 10 dopo i primi tre mesi.

L’immagine 1 riepiloga le 10 stagioni classificate in ordine decrescente (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). Vengono mostrati i punteggi cumulativi dalla prima all’ultima partita fino alla fine del mese di aprile. Come raffronto, è stato inserito anche l’inizio di stagione 2017 di Federer.

IMMAGINE 1 – I primi 10 inizi di stagione nell’era Open maschile

Il 2005 e 2006 di Federer al primo posto tra gli inizi di stagione

I primi due posti sono occupati dalle stagioni consecutive di Federer del 2005 e 2006, in cui è partito con un record rispettivamente di 31 vittorie e una sconfitta e 28 vittorie e una sconfitta. Nel 2005, alla fine del Miami Masters Federer aveva 581 punti, ottenuti tra le altre con la vittoria in finale proprio a Miami con Rafael Nadal (come quest’anno) e con altre tre finali vinte battendo Ivan Ljubicic, il suo attuale allenatore. L’unica sconfitta era arrivata per mano di un forte Marat Safin agli Australian Open.

Anche se Federer ha vinto l’Australian Open per la prima volta nel 2006, il suo punteggio complessivo per quell’inizio di stagione è inferiore a causa di un tabellone più facile agli Australian Open e per aver giocato un torneo in meno rispetto all’anno precedente.

Il 1994 di Sampras al terzo posto

L’unico inizio di stagione prima del 2000 a comparire tra le prime 10 è l’impeccabile 1994 di Pete Sampras, che si posiziona al 3 posto di sempre. Sampras era partito male con un’insolita sconfitta al primo turno al torneo di Doha. Ma poi recuperò velocemente vincendo sia il torneo di Sydney che gli Australian Open. L’altra sconfitta delle due totali arrivò di nuovo a un torneo inferiore ma, come in Australia, Sampras giocò al meglio i tornei importanti vincendo sia a Indian Wells che a Miami, battendo avversari molto forti.

Il 2011 di Djokovic al quinto posto

Si può rimanere sorpresi dal fatto che il fenomenale inizio di stagione di Novak Djokovic del 2011 non vada oltre la quinta posizione. Per quanto i primi tre mesi di Djokovic siano stati senza sconfitte, in quell’anno ha giocato meno tornei degli altri giocatori di vertice. In proporzione, arrivare in fondo a uno o due tornei in più rende la prestazione complessivamente migliore per il sistema di valutazione, anche in presenza di una sconfitta nella fase finale.

Ci si può anche interrogare sul motivo per cui leggende del passato come Jimmy Connors o Guillermo Vilas non compaiano tra i migliori inizi di stagione. Sebbene alcuni dei giocatori di vertice nei primi decenni dell’era Open abbiano giocato molte partite, ci sono due ragioni principali a spiegazione dell’ascesa nelle primissime posizioni dei giocatori di vertice degli ultimi venti anni.

La prima è che gli Australian Open non erano – fino agli anni ’90 – una tappa obbligata per diversi giocatori d’oltreoceano. La seconda è che il livello di bravura del tennis maschile è generalmente cresciuto nel tempo e di riflesso sono cresciute le valutazioni Elo, rendendo inappropriato un confronto con quelle di trenta anni fa. Quindi, anche se Connors ha vinto 40 partite alla fine dei primi tre mesi del 1974, la sua valutazione Elo era di soli 406 punti.

L’inizio 2017 vale il settimo posto di sempre

L’inizio di stagione di Federer è stato certamente uno degli eventi di tennis più sorprendenti del 2017. Ma una cauta selezione dei tornei da giocare e una sconfitta davvero inaspettata contro Evgeny Donskoy nel secondo turno del torneo di Dubai lo hanno posizionato al 52esimo posto della classifica di sempre. Dal 2000, il primo anno in cui Federer era presente nel tabellone principale degli Australian Open, il suo inizio di stagione 2017 è al settimo posto, appena dietro all’inizio di stagione 2009.

L’immagine 2 mostra l’evoluzione della carriera di Federer nel progresso delle singole stagioni e come si posiziona l’inizio di 2017. Come detto, il 2005 e il 2006 rappresentano chiaramente e con ampio margine i migliori inizi di stagione nella carriera di Federer. Curiosamente, l’inizio di 2017 sta seguendo lo stesso andamento del 2005 e 2006 in termini di punteggio per singola partita. Semplicemente, Federer sta giocando meno partite rispetto al passato.

IMMAGINE 2 – Inizi di stagione nella carriera di Roger Federer e posizionamento del 2017

Se valutato esclusivamente sulla base del numero e della qualità delle vittorie, l’inizio di stagione 2017 per Federer è stato eccellente, ma lontano dai suoi record. Tuttavia, concentrando l’attenzione solo sui risultati, si trascurano alcuni punti chiave del contesto in cui quei risultati si presentano.

Longevità

Pochi giocatori possono vantare un inizio di stagione così vincente a 35 anni e addirittura al rientro da un infortunio che ha pesantemente condizionato la stagione precedente. Sebbene la longevità non sia stata direttamente conteggiata nel calcolo della valutazione Elo, quando si considera il punteggio rispetto a dove Federer si trova nella sua carriera, l’impressionante inizio di stagione 2017 acquisisce ancora più spessore.

Is Federer’s 2017 Season His Best Start Ever?