Sull’erba nessuno come Federer

di Graeme Spence // OnTheT

Pubblicato il 29 giugno 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Con otto titoli a suo nome, Roger Federer ha trionfato a Wimbledon nel singolare maschile più di qualsiasi altro giocatore. Che valutazione si può dare a otto titoli rispetto al numero di vittorie che ci saremmo attesi in questi anni dato il suo livello e quello degli avversari? E quali tra i titoli è stato il più impressionante?

Dalla prima vittoria di uno Slam a Wimbledon 2003, il rendimento di Federer a Wimbledon è stato tra i migliori in assoluto. Prima ha compiuto l’impresa di eguagliare i cinque titoli consecutivi di Bjorn Borg, poi nel 2017 – dopo quattro anni di attesa – ha vinto per l’ottava volta, superando Pete Sampras per il record di vittorie nell’era Open.

Con la possibilità di vincere il titolo numero nove nelle prossime settimane, è il momento giusto per interrogarsi sulla grandezza di Federer a Wimbledon.

Per sei volte Federer è stato la testa di serie numero 1, a indicazione del fatto che una buona parte delle sue vittorie era in qualche modo attesa. Siamo in grado di analizzare più accuratamente queste vittorie attese rispetto al suo livello di gioco e alla competizione affrontata a partire dalla prima edizione a cui Federer ha partecipato, quella del 1999? E, con i dati a disposizione, possiamo anche stabilire la vittoria più significativa?

Simulazione dei tornei

Per trovare risposta a queste domande, ho eseguito 5000 simulazioni di ogni tabellone di singolare maschile dal debutto di Federer, utilizzando le valutazioni Elo specifiche per erba dei giocatori in modo da avere la probabilità di vittoria per partita. Per ottenere il numero atteso di titoli relativo a ciascun giocatore tra il 1999 e il 2017, ho estratto la probabilità di titolo anno per anno e ho aggregato i risultati per il periodo considerato.

La tabella riepiloga il numero di titoli atteso e e quello effettivo dal 1999, per i giocatori che hanno vinto il torneo o per i quali il modello predittivo assegna un numero di titoli atteso di almeno 0.2.

Federer certamente si distingue con otto titoli all’attivo dal 1999 a fronte di un valore atteso di 4.50. Questo significa che a Wimbledon è stato eccellente, andando oltre le attese di 3.50 titoli rispetto alle valutazioni Elo, uno dei metodi attualmente più affidabili per predire i risultati del tennis professionistico.

È interessante notare che tutti i membri dei Fantastici Quattro e Sampras hanno raccolto più titoli di quanto atteso secondo le simulazioni. Si può parlare di un fattore aggiuntivo nel rendimento dettato dall’essere un “campione”, come tutti questi giocatori hanno manifestato [1]?

Non sorprende la bassa probabilità di vittoria per Goran Ivanisevic nel 2001, dato che nessuno si aspettava di vederlo alzare il trofeo da wild card del torneo!

Quale delle vittorie di Federer è stata la più impressionante?

Le otto vittorie di Federe sono chiaramente andate oltre le attese anche considerando il suo altissimo livello sull’erba. Possiamo usare questi dati per determinare quale vittoria sia stata la più significativa?

Probabilità di titolo

Analizzando le singole edizioni del torneo con le simulazioni, possiamo ricavare la probabilità di vittoria di Federer anno per anno. Si scopre che la prima vittoria nel 2003 è stata la più impressionante, visto il 9% di probabilità di vittoria all’inizio del torneo a fronte, ad esempio, di un 53% di probabilità per il titolo vinto nel 2007, come mostra l’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). 

Nel 2003, Federer era il terzo favorito dietro a Lleyton Hewitt, detentore del titolo, e Andre Agassi, già vincitore nel 1992 e finalista nel 1998. Le valutazioni Elo lo davano sfavorito sia nei quarti di finale contro Sjeng Schalken che in semifinale contro Andy Roddick, e favorito solo di un margine ridotto contro Mark Philippoussis in finale.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria finale a Wimbledon per Federer

Qualità degli avversari

Tramite la valutazione Elo specifica per erba di Federer è possibile calcolare la probabilità di vittoria per ognuno dei suoi titoli. Siamo anche in grado di verificare quale tra questi sia stato il più impressionante in termini di qualità degli avversari, attraverso le valutazioni Elo di questi giocatori. Così facendo rientrano nella contesa anche altri anni.

Avversario con valutazione più alta: 2005

Al momento della finale di Wimbledon 2005, la valutazione Elo specifica per erba di Roddick era di 2178, la più alta tra quelle di tutti i giocatori contro cui Federer ha giocato a Wimbledon.

Valutazione media per avversario più alta: 2006

Se si considerano i sette turni necessari alla vittoria finale, il 2006 può essere definito come l’anno più duro per Federer, con la valutazione media per avversario più alta, dovuta principalmente a un tabellone ostico nelle fasi iniziali, in cui ha dovuto giocare contro Richard Gasquet e Tim Henman nei primi due turni.

I due avversari di fila con la valutazione più alta: 2012

Nel 2012, Federer ha battuto Novak Djokovic in semifinale prima di far soffrire i tifosi inglesi sconfiggendo Andy Murray in finale. Si fatica a pensare a due turni conclusivi più difficili, espressi dalla valutazione Elo di Djokovic e Murray, rispettivamente la terza e la quarta più alta per Federer a Wimbledon.

Avversari con la valutazione più alta

Titolo numero 9?

Come si può notare, è difficile scegliere tra gli otto titoli di Federer a Wimbledon. Spetta ai suoi tifosi decidere quale sia il preferito. Con Wimbledon 2018 alle porte e con l’ennesima testa di serie numero 1, sarà in grado Federer di complicare la scelta aggiungendo un’altra vittoria?

Note:

[1] L’esempio forse più incredibile di un campione che ottiene risultati al di sopra delle attese è quello di Rafael Nadal al Roland Garros. Eseguendo le simulazioni per tutti i tabelloni di singolare maschile dalla prima partecipazione di Nadal nel 2005 si arriva a un numero di titoli attesi di 4.5. Considerando che, al momento, Nadal ha vinto ben undici volte il Roland Garros, si tratta di più di 6.5 titoli sopra le attese.

Federer has outperformed everyone on grass – including himself

Le giocatrici con le migliori prospettive per la prima vittoria di uno Slam a Wimbledon

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 22 giugno 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

A pochi giorni dall’inizio di Wimbledon, analizziamo le dinamiche relative alle prime vittorie di uno Slam nel circuito femminile e individuiamo le giocatrici meglio posizionate per realizzare quest’impresa a Londra.

L’innalzamento del livello competitivo in campo femminile

Negli ultimi anni si è assistito a uno dei più alti livelli competitivi mai espressi dal tennis femminile. Il numero di nuove vincitrici di uno Slam è senz’altro tra gli indicatori dello spessore qualitativo del campo partecipanti nella WTA.

Come mostrato dal grafico dell’immagine 1, dagli US Open 2015 – il primo e unico Slam vinto da Flavia Pennetta – alla sospirata vittoria di Simona Halep al Roland Garros 2018, ci sono state sette nuove vincitrici Slam sulle undici complessive (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.). Pochi altri periodi degli ultimi cinquant’anni hanno visto una simile concentrazione di giocatrici alla loro prima vittoria in uno Slam.

IMMAGINE 1 – Dinamiche relative alle prime vincitrici di Slam nel circuito femminile

È probabile che vedremo una nuova prima vincitrice a Wimbledon? E chi, tra le migliori, ha più possibilità di arrivare a giocarsi il titolo?

Le dieci giocatrici con maggiore possibilità di titolo

Sulla base delle attuali valutazioni Elo specifiche sull’erba, queste sono le 10 giocatrici con le migliori prospettive di una vittoria che definirebbe una carriera.

In cima troviamo Elina Svitolina, per molti già la favorita al Roland Garros, dove ha perso da Mihaela Buzarnescu al terzo turno. Buzarneuscu aveva sicuramente la mano calda, ma va detto che Svitolina non ha mai superato i quarti di finale di uno Slam. Sembra quindi che riuscire a capitalizzare la prima posizione di questo gruppo proprio a Wimbledon sia un compito arduo.

Karolina Pliskova è al secondo posto, e con una finale Slam agli US Open 2017 le sue possibilità aprono a un maggiore ottimismo.

Sesta è la giocatrice di casa Johanna Konta. Attendersi di vedere Konta negli ultimi turni è poco probabile, ma sarebbe comunque un sogno per tifosi e appassionati del Regno Unito.

La vittoria a Wimbledon della maggior parte di queste giocatrici genererebbe una sorpresa simile a quella di Jelena Ostapenko al Roland Garros 2017. Considerata però la situazione degli ultimi tempi tra le donne, un’altra vincitrice di Slam inattesa potrebbe emergere più facilmente di quanto si pensi.

IMMAGINE 2 – Valutazioni Elo specifiche su erba delle dieci giocatrici più accreditate per la loro prima vittoria a Wimbledon

Top WTA Prospects for a First Slam at Wimbledon

Gli specialisti sono una razza in via di estinzione?

di Graeme Spence // OnTheT

Pubblicato l’1 giugno 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Storicamente, il passaggio dal Roland Garros a Wimbledon ha offerto agli appassionati il più accentuato contrasto di stili di gioco. A breve distanza dal culmine a Parigi della stagione sulla terra battuta – in cui i migliori hanno mostrato tutto il loro arsenale di colpi carichi di effetto e di scambi interminabili – l’erba di Wimbledon diventa il palcoscenico per la potenza dei grandi battitori e per il tocco leggero dei migliori colpitori a rete.

Come il contrasto cromatico tra il rosso della terra e il verde dell’erba, anche la contrapposizione di stili è stata parte essenziale del calendario tennistico.

Un recente articolo di ESPN in cui si criticava questa tradizione sostenendo che ci sono troppi tornei sulla terra ha generato un mini ciclone su Twitter. A prescindere dalla ragionevolezza argomentativa dell’articolo, la tesi di fondo presuppone che il gioco sulla terra è sostanzialmente differente da quello sul cemento, la superficie di gioco più diffusa nel circuito.

Seguendo da vicino il tennis negli ultimi dieci anni non si può fare a meno di pensare che, con il predominio del gioco da fondo, la prevalenza degli specialisti di una superficie sembra aver perso trazione. I numeri confermano questa sensazione?

Valutazioni Elo specifiche per superficie

Ci sono diversi modi per definire la specializzazione rispetto a una superficie. Nel tentativo di un’analisi di ampia portata, con il Game Insight Group di Tennis Australia – la Federazione australiana – ci siamo concentrati nelle differenze di bravura su ogni superficie dei primi 100 della classifica dal 1990 al 2017. In particolare, la valutazione Elo specifica per superficie di ciascun giocatore è stata confrontata con la valutazione media dei primi 100 giocatori nell’anno di riferimento.

È una metodologia che permette di attestare la bravura di un giocatore su superfici diverse rispetto a quella dei suoi avversari, confrontando, ad esempio, la valutazione Elo relativa sulla terra verso la valutazione Elo relativa sul cemento.

Per correttezza, sono state eliminate dal campione le valutazioni di quei giocatori che, nello specifico anno, non hanno giocato nemmeno una partita su quella superficie.

Relativamente agli uomini, questo vuol dire ogni anno togliere in media le valutazioni di due giocatori per il cemento, quattro per la terra e sedici per l’erba.

Rispetto alle donne, la frequenza di esclusione annua è della valutazione di meno di una giocatrice per il cemento, di tre per la terra e di dieci per l’erba.

Dinamiche nella specializzazione per superficie tra gli uomini

Osservando la media delle differenze assolute tra le valutazioni Elo relative sulla terra e quelle sul cemento anno per anno, si evidenzia una marcata riduzione nella distanza tra la bravura dei giocatori sulla terra e sul cemento.

È una tendenza continua nell’arco degli ultimi 28 anni, con una differenza di valutazione che in media inizia intorno ai 175 punti per scendere al livello attuale di circa 110 punti. E questo vale sia per i giocatori con una valutazione Elo sulla terra più alta del cemento, sia per quelli che sono più forti sul cemento che sulla terra.

Per avere un termine di paragone, una differenza di 175 punti nella valutazione Elo corrisponde a una probabilità di vittoria del 73% nella singola partita per il giocatore migliore, mentre una differenza di 110 punti corrisponde a una probabilità del 65%, sempre per il giocatore migliore.

Sembra esserci una riduzione anche nella differenza media tra le valutazioni relative sull’erba e sul cemento, seppur con dinamiche più deboli rispetto a quelle sulla terra. La differenza media tra la bravura sull’erba e sul cemento era di 130 punti nel 1990, considerevolmente più bassa della differenza tra terra e cemento (175 punti). Anche l’attuale differenza di circa 100 punti arriva da una diminuzione più graduale nel tempo (30 punti contro i 65 punti tra terra e cemento).

IMMAGINE 1 – Dinamiche nella specializzazione sulla terra e sull’erba per il circuito maschile

Dinamiche nella specializzazione per superficie tra le donne

Per quanto riguarda le donne, si osservano simili dinamiche di riduzione della differenza sia per la terra che per l’erba. Su entrambe le superfici infatti, si assiste in media a una riduzione nella bravura relativa da 130 punti a circa 100-110 punti. Ricordiamo che una differenza di 130 punti corrisponde a una percentuale di vittoria del 68% nella singola partita per la giocatrice migliore, mentre una differenza di 100 punti corrisponde al 64%.

IMMAGINE 2 – Dinamiche nella specializzazione sulla terra e sull’erba per il circuito femminile

Effetto delle variazioni di calendario

Emergono però complicazioni nel momento in cui si interpreta la bravura specifica per superficie rispetto alle differenze nel calendario dei giocatori e nella variazione della tipologia di tornei nel tempo.

In primo luogo, con più giocatori che saltano la stagione sull’erba di quelli che saltano la stagione sulla terra, dovremmo aspettarci una maggiore incertezza in merito alle dinamiche sull’erba.

In secondo luogo, se il numero dei primi 100 che salta la stagione sulla terra rimane abbastanza stabile in entrambi i circuiti nel periodo considerato, il numero di giocatori e giocatrici che salta la stagione sull’erba si riduce significativamente: da un massimo di 29 nel 1990 a un minimo di 7 nel 2011 per gli uomini, e da 19 nel 1991 a due nel 2015 per le donne.

Quali sono le conseguenze sulle dinamiche osservate in precedenza? Se in passato i giocatori con rendimento peggiore sull’erba hanno saltato la stagione su quella superficie, la vera differenza media di bravura tra erba e cemento sarebbe maggiore di quanto stimato, comportando di fatto una sottostima dell’intensità del declino nella specializzazione sull’erba sia per gli uomini che per le donne.

La decisione di Roger Federer di saltare i tornei sulla terra per il 2017 e il 2018 è un interessante esempio di moderno giocatore che decide di non competere sulla sua “peggiore” superficie, anche se nel caso di Federer “peggiore” è un livello invidiabile per la maggior parte dei giocatori del circuito.

Sfortunatamente, è difficile trarre conclusioni scolpite nella pietra riguardo sia alla potenziale sottostima nella parte iniziale delle dinamiche studiate, sia alla differenza tra generi, per via dell’incertezza circa l’ampiezza dell’effetto di selezione.

Nadal: lo specialista per definizione della terra battuta, ma certamente non un giocatore da una sola superficie

Anche se il livello medio di specializzazione di superficie sembra essersi ridotto negli anni e tra i generi – in modo più consistente sulla terra per il circuito maschile – questo non vuol dire che non esistano singoli specialisti.

Le incredibili vittorie di Rafael Nadal sulla terra lo identificano come specialista assoluto della superficie, e questo è rimarcato da una valutazione Elo specifica sempre ai massimi livelli nelle ultime due decadi.

È noto però che negli anni Nadal si sia allenato duramente per migliorare anche il suo gioco sul cemento. Dopo il 2005, quando si è imposto sulla scena vincendo per la prima volta il Roland Garros da diciannovenne, la differenza tra la valutazione Elo relativa sulla terra e quella sul cemento è diminuita in modo costante, dando credito alla tendenza diffusa di riduzione della specializzazione per superficie.

IMMAGINE 3 – Dinamiche di specializzazione sulla terra di Rafael Nadal

Con l’undicesimo titolo al Roland Garros da poco in bacheca, si fatica a sostenere che il livello di Nadal sulla terra sia in qualche modo diminuito. Più probabile invece che si sia stato un netto miglioramento sul cemento, testimoniato anche dai quattro titoli Slam vinti tra il 2009 e il 2017.

Are Surface Specialists a Dying Breed?

Alla ricerca del Sock perduto

di Chapel Heel // FirstBallIn

Pubblicato il 29 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Jack Sock ha perso al primo turno del Roland Garros 2018 in cinque set contro Jurgen Zopp, che a 30 anni è il numero 136 del mondo e che negli ultimi cinque è sempre rimasto fuori dai primi 100.

Non è una sconfitta che costerà cara a Sock in termini di classifica, considerando che anche nel 2017 aveva perso al primo turno (da Jiri Vesely, senza vincere un set).

Il problema è proprio Sock

Però il suo record nel 2018 è ora di 5 vittorie e 11 sconfitte: prima di sbrigarsi a pensare che sia un problema di terra battuta, Sock ha solo 3 vittorie a fronte di 6 sconfitte sul cemento. Il problema, quindi, è proprio Sock.

È una situazione quantomeno strana alla luce delle ottime prestazioni nelle Finali di stagione 2017 a Londra, dove ha perso di misura da Roger Federer, ha battuto Marin Cilic e Alexander Zverev e si è giocato la finale in tre set con Grigor Dimitrov. E questo arrivando dalla vittoria nel Master di Parigi Bercy (anche se con un tabellone abbastanza facile). Sembrava il giocatore del momento.

Le sue vittorie quest’anno sono state contro John-Patrick Smith, Thomas Fabbiano, Yuki Bhambri, Horacio Zeballos e David Ferrer (il quale, dopo aver avuto un figlio, dichiara nelle interviste di non avere più energie per giocare a tennis). Negli ultimi sei Slam, il record è 3-6, con sconfitte da Jo Wilfried Tsonga, Vesely, Sebastian Ofner, Jordan Thompson, Yuichi Sugita e Zopp, e vittorie contro Pierre Hugues Herbert, Karen Khachanov e Christian Garin.

Non è esattamente il curriculum di un giocatore che si pensa risiedere stabilmente tra i primi 10 o i primi 20 del mondo. Secondo le valutazioni Elo di Tennis Abstract, Sock è il 47esimo – proprio così, a malapena tra i primi 50 – e questo senza tener conto della sconfitta contro Zopp, il quale ha una valutazione talmente bassa da non comparire nemmeno nella classifica Elo.

Se si deducono approssimativamente altri 30 punti dalla valutazione complessiva, Sock potrebbe trovarsi nella zona di Ryan Harrison, vale a dire il settimo o ottavo più forte degli Stati Uniti, pur mantenendo una classifica ufficiale tra i primi 15.

Possiede certamente una migliore valutazione Elo specifica per il cemento. Vero, ma è solo al 35esimo posto, superato anche da Frances Tiafoe, pur avendo giocato su quella superficie solo 52 partite del tabellone principale. Lo tallona anche Taylor Frizt, che lo ha battuto già due volte quest’anno (entrambe sulla terra).

La transizione con il nuovo allenatore

Forse si tratta solo di un fase di transizione del gioco di Sock, voluta da Jay Berger, il suo allenatore dall’agosto 2017. Insieme sono partiti con 3 vittorie e 7 sconfitte, un avvio dovuto anche alla nuova situazione. Poi è arrivato il quarto di finale a Basilea, la vittoria a Parigi Bercy e la semifinale a Londra. Sembrava che avesse trovato il giusto equilibrio con Berger, ma ora questo scarso rendimento.

In un’intervista di agosto, Berger ha affermato di voler continuare a lavorare sui punti di forza di Sock e introdurre con moderazione elementi di gioco diversi. C’è da capire quanto lentamente intenda muoversi Sock.

A proposito di lentezza, mi è venuto in mente che forse Sock è semplicemente un giocatore dall’inizio di stagione tranquillo, di quelli che proverbialmente esplodono nella seconda parte di calendario.

La tabella riepiloga, dal 2015, le statistiche della prima parte (gennaio-giugno) e della seconda parte (luglio-novembre) dell’anno.

Sock migliora nella seconda parte di stagione, ma di un margine risicato. La differenza nella bravura media degli avversari e alcune altre statistiche possono favorire di un 5 o 10% la seconda parte nel confronto con la prima, ma nulla che faccia sobbalzare i tifosi.

Il dritto come bacchetta magica

Nella mia esperienza di spettatore delle partite di Sock, sono arrivato alla conclusione che l’infatuazione per la potenza del suo dritto gli fa credere che sia una bacchetta magica con cui ipnotizzare gli avversari.

È come un lanciatore della Major League Baseball che pensa diventerà un All Star perché è in grado di tirare a 100 miglia orarie in allenamento. Fantastico, ma poi si troverà di fronte a battitori di primissima categoria. Se non sa come usare quella velocità, e modificare i lanci, smette di essere veramente un’arma.

Sento spesso accostare il dritto di Sock a quello di Rafael Nadal, per la somiglianza nel numero di rotazioni al minuto impartite alla pallina. Si tratta di un confronto puramente fisico.

Dal vivo, è interessante da osservare, ma per quanto forte Sock (e Nadal) colpisca, la pallina non si muove così rapidamente in termini di velocità effettiva come sembrerebbe dover fare in funzione della velocità di esecuzione del colpo.

Questo perché sono giocatori che caricano di effetto la pallina in modo da ottenere tutte quelle rotazioni. Non è un dritto alla Juan Martin Del Potro, Tomas Berdych o Federer (per citarne alcuni).

La differenza sta nel fatto che Nadal sa perfettamente come usare il dritto. Non cerca di cancellare l’avversario con un singolo colpo, perché è consapevole che i professionisti sono in grado di rispondere. È preciso invece nel piazzare la pallina così da aprirsi il campo per il colpo successivo, solitamente un vincente. E questo grazie a variazione di profondità, angolazione e velocità.

C’è ancora tempo per ampliare l’arsenale

Sock non è ancora arrivato a quel punto. Si ostina a usare il dritto per cancellare l’avversario, ma ci sono volte in cui, contro i più forti del mondo, non è sufficiente.

Si può perdonare Sock per questo. Se avessi lo stesso dritto, cercherei anch’io di vincere di forza lo scambio. A pensarci, è ciò di cui ha avuto bisogno in poco più di 15 anni di carriera. Niente però deve restare immobile.

Ad appena 25 anni (o quasi 26), ha ancora molto tempo affinare l’utilizzo dei colpi, soprattutto se ha pazienza di farsi condurre da un allenatore come Berger nell’ampliare l’arsenale a sua disposizione.

Lost Sock

Gestire infortuni e assenze con il sistema Elo

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 15 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Negli ultimi mesi, ogni volta che ho fatto ricorso alle mie classifiche maschili e femminili sulla base del sistema Elo si è resa necessaria qualche precisazione. Sono valutazioni sulle quali l’assenza dal circuito non incide, quindi Serena Williams, Novak Djokovic, Andy Murray, Maria Sharapova e Victoria Azarenka hanno mantenuto la loro posizione di vertice nelle rispettive classifiche Elo.

Essendo tra i migliori al momento dell’infortunio o dell’interruzione, anche una sequenza di risultati scadenti (o, nel caso di Sharapova, quasi un’intera stagione) non è sufficiente a relegarli di posizione.

Fare meglio di così

È un aspetto controintuitivo, e ben differente da come le classifiche ufficiali dell’ATP e della WTA si comportano nei confronti di questi giocatori o giocatrici. Il buon senso fa pensare che probabilmente i o le rientranti non sono forti come lo erano prima di una lunga pausa.

La classifica ufficiale è meno generosa, eliminando completamente il loro nome dopo un intero anno lontano dal circuito. Se Williams quasi sicuramente non è la migliore giocatrice attualmente in circolazione, di certo rappresenta un pericolo maggiore per le colleghe di quanto indichi la sua classifica di numero 454. Dobbiamo riuscire a fare meglio di così.

Prima però di sistemare l’algoritmo Elo, cerchiamo di capire cosa intendere con “meglio di così”. Appassionati e tifosi caricano di significato classifica e teste di serie, come se un numero conferisse valore a un giocatore.

Previsioni future contro orientamento al passato

Per definizione, la classifica ufficiale è orientata al passato, visto che misura il rendimento delle ultime 52 settimane, ponderate per importanza dei singoli tornei (sono poi usate per determinare le teste di serie, quindi con sguardo in avanti, ma non è un sistema disegnato per essere predittivo).

In questo modo la classifica ufficiale ci dice quanto un giocatore o una giocatrice abbiano giocato bene durante l’anno precedente. Quali che siano bravura o potenziale, Williams (e come lei Azarenka, Murray e Djokovic) non ha ottenuto molti risultati favorevoli quest’anno, e la sua classifica lo riflette.

Il sistema Elo invece è strutturato per essere predittivo. Naturalmente, può utilizzare solo risultati del passato, ma lo fa in modo tale da fornire la stima migliore del livello qualitativo espresso dai giocatori in un determinato momento, vale a dire la più accurata approssimazione di come giocheranno domani o la prossima settimana.

Le valutazioni Elo – anche quelle più ingenue che mettono a oggi Williams e Djokovic al numero 1 – sono considerevolmente più precise nel prevedere l’esito di una partita rispetto alla classifica ufficiale. Per l’obiettivo che mi sono prefissato, è questa la definizione di “meglio”, cioè valutazioni che offrano previsioni più puntuali e, per estensione, la migliore approssimazione del livello di gioco nell’ambito temporale preso in considerazione.

Penalizzazioni legate all’assenza

Al rientro sul circuito dopo un periodo molto lungo, i giocatori hanno – almeno in media e almeno temporaneamente – un livello più basso rispetto a quando si sono fermati.

In questo senso, ho identificato ogni assenza della durata minima di otto settimane nella storia dell’ATP di un giocatore con valutazione di almeno 1900 punti Elo (sotto la soglia di 1900 punti, alcuni giocatori alternano la presenza tra circuito maggiore e circuito Challenger. Il mio algoritmo Elo non comprende i risultati dei Challenger. Quindi, per giocatori di classifica inferiore, non è chiaro quali siano i periodi di interruzione e quali invece le settimane dedicate ai Challenger. Inoltre, la soglia delle otto settimane non considera il riposo tra una stagione e la successiva. Otto settimane allora potrebbero essere in realtà 16 settimane tra un torneo giocato e l’altro, includendo nell’interruzione anche il riposo a stagione terminata).

Nelle prime partite al rientro sul circuito, la valutazione Elo prima dell’interruzione ha stimato la probabilità di vittoria in eccesso del 25%, con variazioni in funzione della quantità di tempo lontano dai campi: il 17% dalle otto alle dieci settimane, quasi il 50% per un periodo dalle 30 alle 52 settimane.

Anche questa regola ha la sua eccezione, come ad esempio Roger Federer agli Australian Open 2017 e Rafael Nadal, che quest’anno ha vinto 14 partite consecutive dopo due mesi di pausa. In generale però, al rientro i giocatori hanno uno stato di forma peggiore.

Tradotto in termini Elo, un’interruzione di otto settimane comporta una perdita di 100 punti mentre una di quasi un anno, come quella in corso di Andy Murray, determina 150 punti in meno. Se si apportano queste modifiche si arriva a un miglioramento immediato nella capacità predittiva di Elo per la prima partita dal rientro e uno più limitato per le prime 20 partite.

Fattorizzare l’incertezza

Elo è impostato per fornire sempre la “stima migliore”, e quando un giocatore fa ingresso nel circuito per la prima volta, riceve una valutazione provvisoria di 1500, aggiornata a seguito di ogni partita e in funzione del risultato, del livello dell’avversario e del numero di partite giocate.

Quella dei 1500 punti è una stima puramente indicativa, quindi il primo aggiornamento diventa un passaggio molto importante. Nel corso del tempo, la grandezza dell’aggiustamento Elo diminuisce, perché si acquisiscono maggiori informazioni sul giocatore.

Se perde la sua prima partita contro Joao Sousa, la sola informazione in nostro possesso è che probabilmente non è bravo quanto Sousa: dobbiamo quindi sottrarre molti punti. Se Alexander Zverev perde da Sousa dopo più di 150 partite giocate in carriera, tra cui decine di vittorie contro giocatori più forti, comunque gli toglieremo dei punti, ma non tanti come in precedenza, perché abbiamo di lui un quadro molto più preciso.

Gestire le assenze

Dopo un’assenza però, abbiamo meno certezza che quello che conoscevamo sul quel giocatore sia ancora attuale. Djokovic è, a questo proposito, un esempio perfetto. Se perdesse sei partite su nove (come ha fatto tra il quarto turno degli Australian Open 2018 e il Madrid Masters) senza arrivare da un periodo di lontananza dal circuito, penseremmo che si trattasse di un passaggio a vuoto, e la maggior parte di noi si aspetterebbe che ne uscisse. Elo ridurrebbe la valutazione, facendolo rimanere comunque nella zona più alta.

Tuttavia, avendo saltato la seconda parte del 2017, siamo più scettici sul suo recupero, nel timore che forse non tornerà al livello di prima. Altri casi sono ancora più limpidi, come quando un giocatore rientra da un infortunio senza aver recuperato completamente la forma.

Ha senso dunque, al rientro da un’assenza, modificare il livello di aggiustamento della valutazione Elo di un giocatore. Non si tratta di una nuova idea, è anzi il concetto alla base di Glicko, un altro sistema di valutazione negli scacchi che prende spunto ed espande Elo.

In questi anni ho armeggiato con Glicko a lungo, alla ricerca di miglioramenti che si applicassero al tennis, senza ottenere grande successo. Cambiare il moltiplicatore che determina gli aggiustamenti nelle valutazioni (conosciuto come il fattore k) non migliora la capacità predittiva di Elo nel tennis ma, associato alle penalizzazioni che ho descritto per le assenze dal circuito, è in parte di aiuto.

Il succo della questione: dopo un’assenza, il moltiplicatore aumenta di un fattore 1.5 per poi gradualmente ridursi a 1 nelle successive venti partite. Un moltiplicatore flessibile apporta un leggero miglioramento all’accuratezza di Elo per quelle venti partite, seppur con una differenza minima rispetto all’effetto della penalizzazione iniziale.

Basta moniti*

(*ho pensato fosse divertente mettere un asterisco dopo “basta moniti”…)

Penalizzazioni legate all’assenza e moltiplicatori flessibili finiscono per far scendere la valutazione Elo attuale dei giocatori che si trovano nel mezzo di un periodo lontano dal circuito o che sono recentemente tornati alle competizioni, restituendo elenchi che più si avvicinano alle nostre attese e che dovrebbero fare meglio nel predire l’esito delle prossime partite.

Questi cambiamenti nell’algoritmo hanno anche un effetto ridotto sulla valutazione degli altri giocatori, perché ciascuna valutazione dipende da quella dell’avversario. È per questo che il salto fatto dalla valutazione Elo di Taro Daniel dopo aver battuto Djokovic all’Indian Wells Master non è altrettanto ampio prima dell’implementazione delle penalizzazioni.

Uomini

Per quanto riguarda gli uomini, con il nuovo algoritmo Djokovic scende di una posizione al terzo posto per Elo complessivo, Murray al sesto, Jo Wilfried Tsonga al 21esimo e Stanislas Wawrinka al 24esimo. Viste le prestazioni della stagione in corso, Djokovic è ancora piuttosto in alto, ma ricordiamo che l’algoritmo Elo tiene conto solo del rendimento in campo, cioè una pausa di sei mesi seguita da diverse sconfitte inaspettate.

L’effetto aggregato si traduce in un calo di circa 200 punti dal livello precedente all’assenza; il problema sta nel fatto che la valutazione Elo di un anno fa rifletteva l’incredibile livello di Djokovic degli ultimi tempi.

Donne

Sul fronte femminile, i risultati confermano la mia intuizione ancor più di quanto sperassi. Williams scende al settimo posto, Sharapova al 18esimo e Azarenka al 23esimo. Grazie al moltiplicatore flessibile, Williams potrà tornare nuovamente in alto in classifica con qualche immediata vittoria al suo rientro.

Come Djokovic, anche Williams ha una valutazione così alta per aver avuto, prima della pausa, una valutazione Elo stratosferica. Dal suo canto Sharapova è più in alto per Elo rispetto alla classifica ufficiale. Pur essendo stata penalizzata per la qualifica di un anno per uso di sostanze illecite, l’algoritmo comunque dà rilevanza ai suoi precedenti successi, anche se sempre meno con il passare delle settimane.

Elo rimane sempre un’approssimazione e, considerando l’insieme di motivazioni che possono “mandare in tribuna” un giocatore e l’ampio spettro di strategie per rientrare nel circuito, qualsiasi sistema previsionale/di valutazione sarà messo sotto maggiore pressione con giocatori in quel tipo di situazione.

Detto questo, sono comunque migliorie che restituiscono valutazioni Elo più accurate nella rappresentazione dello stato di forma dei giocatori che sono stati lontani dal tennis professionistico, e che consentono previsioni più precise su partite e tornei che coinvolgono i giocatori in questione.

Dietro le quinte

Proseguite nella lettura se siete interessati ai dettagli tecnici.

Prima di apportare queste modifiche, l’indice Brier per le previsioni basate sul sistema Elo di tutte le partite maschili dal 1972 era di circa 0.20. Per tutte le partite con almeno un giocatore con una valutazione Elo non inferiore a 1900, era di 0.17 (non solo giocatori con Elo di almeno 1900 sono più forti, ma la loro valutazione tende a essere calcolata su più dati, che spiega in parte il motivo per cui si hanno previsioni più accurate. Minore l’indice Brier, maggiore l’accuratezza).

Prima delle modifiche, l’indice Brier per una popolazione di circa 500 “prime partite” di giocatori al rientro era di 0.192. Dopo aver applicato la penalizzazione, è sceso, e quindi migliorato, a 0.173.

Per le partite dalla seconda alla ventesima dopo il rientro, l’indice Brier per l’algoritmo originale era di 0.195. Dopo la penalizzazione, era di 0.191 e, dopo aver reso flessibile il moltiplicatore, è sceso ancora a 0.190 (incrementi del moltiplicatore successivo al rientro hanno avuto risultati negativi, spingendo l’indice Brier di nuovo intorno a 0.195 con il moltiplicatore della seconda partita a 2).

Comprendo essere un cambiamento marginale, ed è molto probabile che in futuro non possa reggere. Ma nell’analisi di diversi giocatori importanti nel corso del loro rientro, è la supposizione che ha generato i risultati che intuitivamente sembravano più precisi. E visto che la mia intuizione ha reso come il valore migliore dell’indice Brier (pur con differenze minuscole), mi è sembrato l’opzione migliore.

Assenze multiple

Per concludere, un’indicazione sui giocatori con più di un’assenza. Se un giocatore si ferma per sei mesi, torna e gioca alcune partite e interrompe di nuovo per altri due mesi, non sembra corretto applicare due volte la penalizzazione. Non ci sono molte occorrenze utilizzabili per un’analisi, ma il campione limitato a disposizione lo conferma.

La mia soluzione: se la seconda assenza arriva entro due anni dal precedente ritorno, si somma la durata delle due interruzioni (otto mesi nell’esempio), si trova la penalizzazione corrispondente e si applica la differenza tra quella penalizzazione e la precedente. Di solito si ottengono penalizzazioni tra i 10 e i 50 punti per secondi periodi di assenza.

Handling Injuries and Absences With Tennis Elo

Serena Williams senza la testa di serie nel tabellone del Roland Garros 2018

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 26 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

In un tabellone di singolare femminile del Roland Garros 2018 fortemente caratterizzato dall’incertezza, sembra quasi normale che una delle giocatrici più pericolose non sia nemmeno tra le teste di serie.

Da quando è rientrata nel circuito a seguito dalla gravidanza, Serena Williams ha giocato solo quattro partite, mai sulla terra battuta. Per questo si ritrova alla posizione 453 della classifica ufficiale, con un livello competitivo che nessuno sa valutare con precisione.

No classifica speciale, si fortuna

Con una classifica così bassa, per poter entrare nel tabellone principale doveva far leva sulla regola della ‘classifica speciale’, che però non viene considerata nel processo di assegnazione delle teste di serie (è un argomento su cui non mi dilungo oltre, avendone già scritto più volte in passato).

Come giocatrice fuori dalle teste di serie le sarebbe potuto capitare di giocare contro chiunque al primo turno e, a questo riguardo, è stata un po’ fortunata nel sorteggiare un’altra giocatrice non testa di serie, Kristyna Pliskova (che ha poi battuto con il punteggio di 7-6 6-4, n.d.t.).

Anche la sua sezione di tabellone è alla portata, con un probabile secondo turno contro la testa di serie numero 17 Ashleigh Barty (che ha poi effettivamente battuto con il punteggio di 3-6 6-3 6-4, n.d.t.e un possibile terzo turno con la numero 11 Julia Goerges (come si è poi effettivamente delineato, n.d.t.).

Dovesse riuscire ad arrivare agli ottavi di finale, è in serbo un eventuale scontro ad alta gradazione con Karolina Pliskova o Maria Sharapova.

Sulla base delle mie previsioni Elo, l’ipotesi migliore sullo stato di forma di Williams dopo la gravidanza è che sia la settima più forte in assoluto e la nona più forte sulla terra battuta. Questo determina il 40% circa di probabilità di superare i primi tre turni e approdare alla seconda settimana, il 6.2% di probabilità di raggiungere la finale e il 3.1% di vincere l’ennesimo Slam.

Cosa cambierebbe se fosse tra le teste di serie? È risaputo che essere testa di serie offre un chiaro vantaggio, perché si evita di giocare contro altre favorite per il titolo se non nei turni finali.

Simulazioni di tabellone

Eseguendo simulazioni del tabellone con Williams testa di serie, possiamo farci un’idea dell’impatto della regola prevista dalla WTA (e della decisione della Federazione francese di non assegnarle la testa di serie) sulle sue possibilità.

Testa di serie numero 7

Immaginiamo che esista uno strano mondo in cui le mie valutazioni Elo siano usate per assegnare le teste di serie di un torneo. In questo caso Williams avrebbe la testa di serie numero 7, facendo scendere Caroline Garcia alla 8 e facendo uscire la numero 32, Alize Cornet, dal gruppo delle teste di serie. Si tratterebbe di un vantaggio evidente: il 50% di probabilità di raggiungere il quarto turno, il 9% di giocare la finale e il 4.4% di vincere il titolo, rispetto – come visto – al 3.1% effettivo.

Testa di serie numero 1

Se le teste di serie fossero assegnate sulla base della classifica protetta, a Williams spetterebbe la numero 1. Non esiste situazione più favorevole: per citare uno dei vantaggi, la prima testa di serie non gioca contro nessuna delle altre tra le prime quattro se non dalla semifinale (non è comunque garanzia di evitare una testa di serie numero 28 come Sharapova, ma Williams, visto il record negli scontri diretti, non ne sarebbe preoccupata).

Passare dalla numero 7 alla numero 1 darebbe a Williams ulteriore spinta, questa volta non così rilevante: la probabilità di rimanere in corsa nella seconda settimana sarebbe sempre del 50% con, rispettivamente, il 10.1% e il 4.7% di raggiungere la finale e vincerla.

La tabella riepiloga le varie probabilità di Williams negli scenari ipotizzati. La colonna denominata “P.Attesi” rappresenta una media ponderata del numero di punti validi per la classifica ufficiale che Williams può guadagnare considerando quanto è probabile che raggiunga ciascun turno.

Scenario         Ottavi  Finale  Titolo  P.Attesi  
Effettivo        39.8%   6.2%    3.1%    273  
No testa serie*  34.4%   6.2%    3.0%    259  
Numero 7         50.3%   9.0%    4.4%    356  
Numero 1         50.5%   10.1%   4.7%    371

*lo scenario senza la testa di serie indica la 
probabilità di Williams da giocatrice fuori dalle 
teste di serie, dato un tabellone casuale. In questo caso
è stata un po’ fortunata, evitando le più forti fino
al quarto turno, anche se la probabilità di raggiungere 
la finale rimane inalterata.

Ricevere una testa di serie conta, ma non può fare miracoli. Se il gioco di Williams corrisponde veramente a una posizione intorno alla decima, la strada per il titolo è tortuosa a prescindere dall’avere un numero accanto al nome.

Se il mio modello sottostima in modo rilevante le sue probabilità e Williams si presenta con la forma raggiunta prima della gravidanza – non dimentichiamoci la finale dello scorso anno e il titolo vinto due anni fa – allora le avversarie ancora una volta sembreranno dei birilli da abbattere, a prescindere da quale numero hanno accanto al loro nome sul tabellone.

Unseeded Serena and the Roland Garros Draw

Chi è migliorato di più tra le teste di serie del Roland Garros 2018

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 26 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Con l’inizio del secondo Slam della stagione, analizziamo quali giocatori e giocatrici si sono migliorati in misura maggiore nel corso dell’ultimo anno.

La fiducia in sé è uno di quegli elementi intangibili spesso indicati come chiave di successo in uno Slam. Pur lontani dalla possibilità di sapere con quale livello di fiducia si presenteranno i giocatori sulla terra battuta di Parigi, siamo comunque in grado di capire chi – sulla base del rendimento tenuto dall’edizione 2017 del Roland Garros – ha ragioni per sentirsi più sicuro del proprio stato di forma.

Uomini

Tra le teste di serie del tabellone maschile, ci sono nove giocatori la cui valutazione Elo specifica per la terra battuta ha subito una variazione di almeno 100 punti nell’ultimo anno come mostrato nell’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.).

In cinque casi si è trattato di segno negativo, i più evidenti e ovvi quelli dovuti al declino di Novak Djokovic e Kei Nishikori, con il primo che ha perso ben 325 punti e Nishikori tra i 150 e 200, così come è capitato a Stanislas Wawrinka.

Anche se le buone prestazioni agli Internazionali d’Italia, con la semifinale di Djokovic e il quarto di finale di Nishikori, hanno ravvivato le speranze, devono comunque percorrere ancora parecchia strada per far tornare le aspettative dei loro tifosi al livello del 2017.

IMMAGINE 1 – Variazione annuale nel livello di bravura tra le teste di serie del tabellone maschile

Ci sono stati però anche cambiamenti in positivo nel rendimento di alcune delle teste di serie al Roland Garros. Il più grande arriva da fenomeno canadese Denis Shapovalov, la cui valutazione è aumentata di 441 punti in un solo anno. Per avere un riferimento, si parla di un guadagno di circa 40 punti percentuali nella probabilità di vittoria. Se qualcuno quindi merita un vantaggio psicologico, è sicuramente Shapovalov.

Tra gli altri che si sono distinti come crescita troviamo la giovane promessa Andrey Rublev, la nuova speranza inglese Kyle Edmund e il serbo Filip Krajinovic che, non avendo più giocato dal Miami Masters, potrebbe trarre spinta dalla sua presenza in questo gruppo.

Donne

Per quanto riguarda le donne, e includendo anche Serena Williams che non è tra le teste di serie, la situazione è mediamente molto più rosea rispetto a quanto visto per gli uomini. Ci sono otto giocatrici con un variazione di almeno 100 punti nella valutazione Elo specifica per la terra battuta e per cinque di loro è stata di segno positivo.

La giocatrice che più si è migliorata prima del Roland Garros è la rumena Mihaela Buzarnescu, in parte per le sue recenti vittorie a Praga e Strasburgo. Il suo rendimento diventa ancora più interessante quest’anno perché ha ricevuto la testa di serie numero 31, ed era a rischio di rimanere fuori dalle teste di serie se una fosse stata assegnata a Serena.

IMMAGINE 2 – Variazione annuale nel livello di bravura tra le teste di serie del tabellone femminile

Tra le altre quattro con guadagni impressionanti di valutazione troviamo le Next Gen Annet Kontaveit ed Elise Mertens, oltre a Caroline Garcia e Maria Sharapova. Quest’ultime due giocatrici sono di particolare interesse perché non solo possono affrontare il torneo con nuovo spirito, ma sono anche tra le prime 15 contendenti al titolo.

Solo due delle teste di serie hanno avuto nell’ultimo anno un declino complessivo, cioè Kristina Mladenovic e Johanna Konta, che non è mai andata oltre il primo turno del Roland Garros e avrà bisogno di mettere da parte 12 mesi di gioco non brillante per riuscire a cambiare questa statistica (Konta ha poi perso ancora al primo turno contro Yulia Putintseva con il punteggio di 6-4 6-3, n.d.t.).

Il caso Serena

Da ultimo c’è il caso di Serena, che rappresenta un’eccezione al tema centrale di questo articolo. In molti hanno ritenuto che la mancata assegnazione della testa di serie non riflettesse con giudizio la sua effettiva possibilità di progredire nel tabellone. In realtà la lunga assenza di Serena e i tentativi claudicanti di rientro sul circuito hanno contribuito a un calo deciso nel livello di bravura atteso.

Serena giocherà il Roland Garros con una valutazione inferiore di 323 punti rispetto al 2017. Questa tendenza negativa, le settimane senza una partita competitiva e l’attenzione spasmodica dei media renderanno la vita dura alla detentrice di 23 Slam al singolare.

Ma se esiste una giocatrice capace di trasformare le grandi avversità in vittoria, quella è Serena, una campionessa che non si dovrebbe mai escludere dalle possibili vincitrici di uno Slam.

Most Improved Among French Open Seeds

Previsioni per il Roland Garros 2018

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 26 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

L’inizio del Roland Garros 2018 è ormai imminente. Quali sono i giocatori che gli appassionati più probabilmente vedranno nelle fasi finali del torneo? E quali, tra i principali contendenti, hanno ricevuto i favori del sorteggio?

Tabellone maschile

Tutti gli occhi naturalmente sono puntati su Rafael Nadal, con molti ad affermare che un’incredibile sua undicesima vittoria sia scontata. Quanto si può considerare Nadal un Golia a Parigi?

Sulla base delle valutazioni Elo specifiche per terra battuta e corrette per infortunio, Nadal è il favorito assoluto per il titolo: ha infatti il 38% di probabilità di vincere, più del doppio di quelle del secondo tra i favoriti, come mostrato nell’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.).

Il 38% però non è garanzia assoluta, e lascia comunque uno spiraglio per un nuovo vincitore Slam, come ad esempio Alexander Zverev (la mia seconda scelta) o David Goffin (specialmente se le indiscrezioni dell’infortunio di Juan Martin Del Potro si rivelano corrette).

IMMAGINE 1 – Previsioni per singolo quarto dei semifinalisti e del vincitore del torneo

Nella tabella sono rappresentate le quattro prime scelte per ogni quarto. Nonostante sia l’unico giocatore ad aver battuto Nadal sulla terra nel 2018, Dominic Thiem è il quarto favorito con il 7% di probabilità di titolo. Trovandosi nella stessa parte di tabellone di Zverev, gli è dietro di poco come favorito di quel quarto.

Il sorteggio è stato accomodante sia per Thiem che Zverev, perché la loro possibile partita ai quarti di finale è l’unico vero ostacolo che entrambi hanno al passaggio in semifinale. Il quarto di Nadal, in cui ci sono anche Kevin Anderson, Diego Schwartzman e Denis Shapovalov, è quello che si rivela essere il più impegnativo, con l’impatto negativo più alto per ciascun quarto sulla probabilità di raggiungere la semifinale.

IMMAGINE 2 – Fortuna del sorteggio per il tabellone di singolare maschile del Roland Garros

In ogni caso, la differenza in termini di difficoltà tra un quarto e l’altro non è mai superiore a qualche punto percentuale. Possiamo affermare che il tabellone di singolare maschile di quest’anno è abbastanza equilibrato.

Tabellone femminile

Il tabellone femminile, come caratteristico per il 2018, è pronto a riservare alcune delle partite più competitive del torneo. Le prime due favorite sono Elina Svitolina e Simona Halep, con una probabilità di vittoria praticamente identica. E dietro di solo alcuni punti percentuali ci sono Caroline Wozniacki e Karolina Pliskova.

Jelena Ostapenko, la campionessa in carica e vincitrice a sorpresa nel 2017, è tra le favorite quest’anno, anche se in fondo all’elenco con solo l’1% di probabilità.

IMMAGINE 3 – Previsioni per singolo quarto delle semifinaliste e della vincitrice del torneo

Senza una giocatrice con più del 17% di probabilità di vincere il titolo, ci si può attendere una vera lotta nella settimana conclusiva.

E con margini così ridotti a separare le maggiori favorite di ogni quarto, la fortuna del sorteggio assume un ruolo ancora più rilevante che per gli uomini.

Analizzando l’impatto delle contendenti di ciascun quarto sulla probabilità di vittoria delle prime quattro, scopriamo che è Svitolina ad aver ricevuto una decisa spinta, grazie al fatto di essere finita nel terzo quarto, a cui è collegato un aumento nella probabilità di raggiungere la semifinale di tre punti percentuali.

IMMAGINE 4 – Fortuna del sorteggio per il tabellone di singolare femminile del Roland Garros

È andata peggio a Wozniacki, che si ritrova nell’ultimo quarto, nel quale la sua probabilità di vittoria diminuisce di quasi 5 punti percentuale, molto peggio del tabellone di Nadal, già considerato difficile. Wozniacki infatti potrebbe avere sulla strada per la semifinale due tra le prime dieci favorite, cioè Petra Kvitova e Darya Kasatkina.

Le possibilità di Serena Williams

Si è parlato molto questa settimana della mancata assegnazione di una testa di serie a Serena Williams. E ci si sarebbe aspettato che fosse quello di Pliskova il tabellone più accidentato, con un possibile sedicesimo di finale contro Williams.

Considerati però l’assenza e il rendimento poco brillante di Williams nel 2018, la valutazione Elo la pone solo al 22esimo posto tra le favorite. Sarebbe quindi emozionante vedere Williams e Pliskova darsi battaglia per un posto nei quarti di finale, ma la possibilità che questo accada è ridotta.

Proprio per la mancanza di un verdetto certo, si può essere sicuri di assistere a due eccitanti settimane di tennis.

French Open Predictions

Rafael Nadal e i risultati migliori di sempre in un singolo torneo

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato l’1 maggio 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Nelle ultime due settimane, Rafael Nadal ha ottenuto l’undicesimo titolo al Monte Carlo Masters e a Barcellona. I record ottenuti in carriera in questi due eventi, insieme alle dieci vittorie al Roland Garros, riflettono un predominio su una specifica superficie mai visto prima. Devono essere considerati tra i risultati più importanti di sempre nel tennis, e forse in qualsiasi sport.

Da appassionato, mi accontento di ipotizzare se esista davvero qualcuno in grado di fermarlo. Da analista, voglio andare più a fondo: quanto i risultati ottenuti da Nadal in uno dei tornei citati sono migliori di quelli di altri giocatori?

Cosa, cioè, emerge dal confronto tra le vittorie in un singolo torneo e altri exploit della stessa natura, come i trofei accumulati da Roger Federer a Wimbledon o la carriera di Bjorn Borg al Roland Garros, praticamente senza sconfitte?

I numeri di Barcellona

Iniziamo da Barcellona. Non tenendo conto della wild card del 2003, quando era ancora sedicenne, dal 2005 Nadal ha partecipato a 13 edizioni, vincendone 11, con 57 vittorie e 2 sconfitte complessive.

Normalmente, calcolerei la probabilità di un giocatore di vincere così tanti tornei in altrettante opportunità per poi ottenere una percentuale ridotta che rappresenti quanto un risultato del genere sia realistico.

In questo caso però vorrebbe dire andare fuori tema. Invece, voglio affrontare il problema dalla prospettiva opposta: per vincere così tanti titoli, quanto deve essere forte Nadal?

Sappiamo già che, in generale, Nadal è il più forte giocatore sulla terra battuta di tutti i tempi.

Utilizzando il sistema di valutazione Elo, il suo massimo specifico per superficie – vale a dire il punteggio Elo calcolato considerando solo i risultati sulla terra – supera i 2500 punti, meglio di chiunque altro..anche prescindendo dal tipo di superficie (al momento, la valutazione Elo di Nadal su terra è intorno a 2400, e i suoi rivali più accreditati – Dominic Thiem e Kei Nishikori – si trovano rispettivamente a 2190 e 2150. La valutazione di Stefanos Tsitsipas, finalista a Barcellona, è di 1865).

Visto che Nadal ha dato il meglio di sé in questi tre tornei, è ragionevole pensare che, in ciascuno di essi, abbia toccato una valutazione Elo ancora più alta.

Possiamo scoprirlo usando il seguente metodo. Iniziamo calcolando, per ogni edizione del torneo in cui ha giocato, il tabellone di Nadal verso il titolo (per le undici vittorie si fa in fretta; per le altre due, si considerano i giocatori che avrebbe affrontato andando avanti nel torneo).

Con la valutazione pre-partita Elo specifica sulla terra di ciascun avversario, possiamo stabile la probabilità con cui vari ipotetici (e dominanti) giocatori sarebbero avanzati nel tabellone, vincendo il titolo.

Elo sottovaluta Nadal?

La tabella mostra il percorso di Nadal verso il titolo del 2018, con la valutazione pre-partita Elo specifica sulla terra di ciascun avversario, insieme alla probabilità (data la sua valutazione attuale) che Nadal lo avesse battuto (da qui in avanti, le valutazioni Elo specifiche sulla terra tengono conto anche delle valutazioni Elo complessive, con un apporto paritetico al 50%. La valutazione che se ne ottiene si è dimostrata la più accurata nella previsione dei risultati delle partite. Nadal è il primo di sempre anche in questa categoria, con una valutazione Elo su terra al 50% che ha raggiunto il massimo valore a 2510).

Turno  Avversario       Elo avv   p(V Nadal)  
R32    Carballes Baena  1767      97.3%  
R16    Garcia Lopez     1769      97.2%  
QF     Klizan           1894      94.5%  
SF     Goffin           2079      84.5%  
F      Tsitsipas        1900      94.3%

In funzione delle cinque partite giocate, la probabilità che Nadal vincesse il torneo era poco sopra il 70%. Significa sicuramente predominio, ma non tale da giustificare undici vittorie su tredici partecipazioni.

E se Nadal fosse sottovalutato dal sistema Elo, almeno a Barcellona? La tabella mostra la probabilità con cui giocatori con varie valutazioni Elo avrebbero battuto i cinque avversari di Nadal della scorsa settimana.

Elo su terra    p(Titolo 2018)  
2200            41.2%  
2250            50.4%  
2300            59.1%  
2350            66.9%  
2400            73.6%  
2450            79.3%  
2500            83.9%  
2550            87.6%  
2600            90.5%

Si scopre che il tabellone di quest’anno è stato uno dei più deboli dal 2005, all’incirca equivalente ai giocatori che Nadal ha dovuto battere nel 2006 (con Nicolas Almagro in semifinale e Tommy Robredo in finale), e leggermente più duro del 2017, edizione nella quale – a eccezione di Thiem in finale – Nadal non ha affrontato nessun giocatore tra i primi 50.

Il più difficile è il tabellone ipotetico del 2015, quando ha perso al secondo turno da Fabio Fognini: fosse andato avanti, avrebbe incontrato David Ferrer in semifinale e Nishikori in finale.

Una volta stabilito il livello di bravura degli avversari di Nadal (e di quelli ipotetici per le due volte in cui ha perso nei primi turni), possiamo calcolare la probabilità con cui un giocatore – dati quei tabelloni – avrebbe vinto ciascuna edizione del torneo.

Ipotizzando che il livello medio di Nadal dal 2005 sia lo stesso che possiede al momento – una valutazione Elo di circa 2400 – la probabilità di vincere undici volte Barcellona in tredici tentativi è del 13.0%.

Sempre vicino al suo massimo di carriera

Non abbiamo il lusso di poter rigiocare quei tredici tabelloni qualche migliaio di volte in un universo parallelo, quindi non sono del tutto chiare le indicazioni da trarre da questo valore: Nadal è stato fortunato? Lo farebbe di nuovo, se ne avesse possibilità? Il suo livello di gioco è in realtà molto migliore di una valutazione Elo di 2400 a Barcellona?

Queste domande non hanno risposta, perché conosciamo solo quello che è effettivamente avvenuto. Per confrontare i decimi o undicesimi titoli di Nadal (e traguardi simili raggiunti da altri giocatori), prendiamo a riferimento la valutazione Elo a cui si sarebbe arrivati nell’ipotesi di un 50% di vittoria.

In altre parole, quanto forte avrebbe dovuto essere stato Nadal per pensare di avere un possibilità del 50% di vincere undici volte a Barcellona in tredici tentativi?

La tabella mostra la probabilità con cui, a diversi livelli di valutazione Elo, Nadal avrebbe tagliato il traguardo degli undici titoli a Barcellona.

Elo su terra    p(11 su 13)  
2300            1.0%  
2350            4.6%  
2400            13.0%  
2450            28.0%  
2500            47.2%  
2550            64.2%  
2600            77.7%  
2650            87.3%  
2700            93.1%

Un giocatore con una valutazione Elo di circa 2505 avrebbe avuto il 50% di probabilità di replicare la vittoria di Nadal nel torneo di casa. Detto in altri termini, in un periodo di quattordici anni, Nadal ha giocato a dei livelli all’incirca equivalenti al suo massimo di carriera che, incidentalmente, è anche la valutazione Elo più alta mai raggiunta da un giocatore del circuito maggiore.

Un confronto tra decimi e undicesimi

Spero che questo metodo abbia senso e sia uno strumento appropriato per quantificare dei risultati straordinari. Algoritmo alla mano, possiamo ora confrontare il record di Nadal a Barcellona con le sue vittorie a Monte Carlo e Parigi.

Monte Carlo Masters

Dal 2005, Nadal ha partecipato al Monte Carlo Masters 14 volte (anche in questo caso escludendo l’edizione 2003), vincendone 11. È leggermente meno impressionante di 11 su 13, ma la qualità degli avversari è decisamente più alta.

Solo nel 2017, in cui in finale è arrivato Albert Ramos, il campo partecipanti si è attestato al livello della maggior parte dei tabelloni di Barcellona.

Le undici vittorie a Monte Carlo sono sicuramente più incredibili. Avere il 50% di probabilità di vincere undici volte in quattordici tentavi significa per un giocatore raggiungere una valutazione Elo specifica per la terra di circa 2595, di quasi 100 punti maggiore dell’equivalente numero per Barcellona, e ben al di sopra del livello mai raggiunto da qualsiasi altro giocatore, anche al suo massimo.

Roland Garros

A Parigi, Nadal ha vinto 10 volte su 13 partecipazioni. Il livello è qui ancora più alto che a Monte Carlo, ma è pur vero che nelle partite al meglio dei cinque set i favoriti hanno un margine superiore, elemento che tende a ridurre la possibilità di un risultato a sorpresa da parte del giocatore sfavorito, al quale non basta produrre gioco per due set magici di fila.

Il record del Roland Garros non è strabiliante come quello di Monte Carlo. La valutazione Elo specifica su terra richiesta a un giocatore per avere il 50% di probabilità di ottenere le vittorie di Nadal a Parigi è di “soli” 2570 punti – mai comunque ottenuta da alcun giocatore – ma inferiore rispetto all’equivalente numero per Monte Carlo.

Un momento però…cosa ne è del Roland Garros 2016? Nadal ha superato i primi due turni per poi ritirarsi prima del terzo turno contro Marcel Granollers. Forse è una considerazione che lascia il tempo che trova ma, almeno ai fini della tesi che sto sostenendo, ipotizziamo che Nadal abbia vinto dieci Roland Garros su dodici partecipazioni, non tredici.

Così facendo la valutazione Elo che assegna il 50% di probabilità di pareggiare il record di Nadal sale a 2595, lo stesso numero di Monte Carlo.

Per il momento, il Monte Carlo Masters sembra essere il torneo in cui Nadal ha giocato il miglior tennis. Con il Roland Garros 2018 quasi alle porte, potrebbe però trattarsi di una dimostrazione della tesi solo temporanea.

Nadal e altri possessori di record

Seppur pochi, ci sono altri giocatori ad aver accumulato vittorie in quantità rilevanti in un singolo torneo, e un comodo elenco dei nomi è disponibile su Wikipedia.

Ne troviamo alcuni che si distinguono, come Federer a Wimbledon, Basilea e Halle o Guillermo Vilas a Buenos Aires dove ha vinto 8 volte, o ancora Borg al Roland Garros con 6 titoli in sole 8 partecipazioni.

La tabella mostra il confronto tra prestazioni, in ordine di valutazione Elo specifica per superficie che darebbe a un giocatore il 50% di probabilità di eguagliare quel risultato.

Giocatore  Torneo           V    Part   Part 50% Elo  
Nadal      Monte Carlo      11   14     2595  
Nadal      Roland Garros*   10   12     2595  
Nadal      Roland Garros    10   13     2570  
Borg       Roland Garros**  6    7      2550  
Nadal      Barcelona        11   13     2505  
Borg       Roland Garros    6    8      2475  
Vilas      Buenos Aires***  8    10     2285  
Federer    Wimbledon        7    18     2285  
Federer    Halle            8    15     2205  
Federer    Basilea          8    15     2180

* escluso il 2016
** escluso il 1973, quando Borg aveva 16 anni
   e perse al quarto turno
*** esclusi gli anni 1969-71, sia perché Vilas
    era molto giovane, sia perché i dati
    a disposizione non sono completi

L’unica prestazione in un singolo torneo all’altezza di quanto realizzato da Nadal è il record di Borg al Roland Garros, ma anche in quel caso se non viene considerata la sconfitta del 1973 quando era sedicenne.

I record di Federer a Wimbledon, Basilea e Halle sono rimarchevoli, ma non raggiungono il livello di Nadal dato il più alto numero di partecipazioni di Federer, il quale, a differenza di Nadal, non è arrivato sul circuito maggiore pronto per vincere tutto sulla sua superficie preferita. Le sconfitte conseguite agli inizi sono parte della ragione per cui il record di Federer in questi tornei è inferiore.

Non avevamo certo bisogno di una conferma numerica del fatto che i risultati di Nadal nei tre tornei preferiti sono tra i migliori di sempre.

Abbiamo però visto quanto sia netto il suo predominio e come pochi altri traguardi nella storia del tennis possano lontanamente reggere il paragone.

C’è un pensiero che mette i brividi: fra un mese, è possibile che debba aggiornare i dati dell’articolo con numeri più sbalorditivi, perché il più grande spettacolo sulla terra battuta non è ancora finito.

Rafael Nadal and the Greatest Single-Tournament Performances

Nadal si appresta a diventare il re della terra battuta anche nel 2018

di Stephanie Kovalchik // OnTheT

Pubblicato il 14 aprile 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Alla vigilia del Monte Carlo Masters 2018, per la prima volta dal 2014 Rafael Nadal è in cima alle valutazioni Elo specifiche per la terra battuta.

Rientrato solo recentemente alle competizioni dopo una pausa per curare l’infortunio al ginocchio che lo affligge ormai da tempo, in molti si chiedono se quest’anno Nadal abbia i numeri per collezionare titoli sulla terra alla sua solita maniera.

Nella vittoria della Spagna contro la Germania in Coppa Davis è apparso all’apice della forma, ma due partite sono solo una minima parte dello sforzo richiesto per difendere il titolo al Roland Garros e aggiudicarsi qualche torneo Master 1000 di preparazione a Parigi.

Rispetto all’anno scorso, Nadal ha giocato molto meno, ma il 2017 è per certi versi il migliore indicatore del programma che seguirà nelle prossime settimane, visto che anche in quel caso rientrava da un infortunio e si presentava sulla terra senza aver vinto un torneo importante.

Gli avversari che Nadal affronterà

E, come nel 2017, un elemento preponderante nello stabilire se Nadal potrà essere chiamato per un altro anno ‘Il re della terra’ è l’insieme degli avversari che troverà sulla sua strada.

Con Roger Federer che ha deciso nuovamente di non giocare tornei sulla terra e con l’incertezza sulle condizioni di Novak Djokovic e Andy Murray, Nadal potrebbe dover affrontare lo stesso tipo di giocatori – tra quelli al vertice della classifica – contro cui ha giocato nel 2017.

Anzi, un’analisi più specifica lascia intendere che il 2018 dovrebbe essere ancora più roseo.

Se prendiamo l’andamento della sua valutazione specifica Elo sulla terra prima del torneo di Monte Carlo, come mostrato nel grafico di destra dell’immagine 1 (nella versione originale è possibile visualizzare i singoli valori puntando il mouse sul grafico, n.d.t.), possiamo osservare che Nadal sembra aver raggiunto e superato il massimo storico.

Dal 2005 al 2014 la sua parabola è stata in continua ascesa, migliorando la forma quasi in ogni anno. Nel 2014, è arrivato a una rimarchevole valutazione di +2467, la più alta di sempre per lui in quella porzione di calendario.

IMMAGINE 1 – Andamento della valutazione Elo di Nadal specifica per la terra battuta prima del Monte Carlo Masters 2018

Ma non poteva durare per sempre, specialmente con gli infortuni che hanno caratterizzato tutta la carriera di Nadal e con la presenza di un rivale così forte come Djokovic negli anni dal 2011 al 2016.

Dal 2015, lo stato di forma di Nadal ha iniziato a diminuire segnando la variazione negativa più ampia tra il 2015 e il 2016, quando, dovendosi ritirare prima del terzo turno, per lui si è trattato del peggior risultato al Roland Garros di sempre.

Il 2017 ha portato con sé una nuova prospettiva nel tennis maschile, quella in cui Nadal non ha più bisogno di essere al massimo della condizione per dominare sulla terra.

L’anno scorso infatti – pur avendo all’inizio della stagione sulla terra una valutazione pari al 92% di quella più alta mai raggiunta – Nadal ha comunque vinto 24 partite su 25, due titoli Masters e il decimo Roland Garros.

Nel 2018 il primato Elo sulla terra battuta

Alla luce di queste statistiche, il 2018 si presenta ancora più favorevole: non solo Nadal arriva a Monte Carlo con una valutazione dell’1% superiore a quella del 2017, ma appunto si riprende il primato Elo sulla terra per la prima volta dal 2014.

Pur in presenza di numeri che segnalano con forza una ripetizione del 2017 da parte di Nadal, l’andamento della sua valutazione Elo apre comunque a scenari dal fascino dell’inedito e dell’ignoto.

Ad esempio, che tipo di impatto avrà su Nadal l’essere “al di sotto della sua massima condizione”? L’attitudine da perfezionista lo renderà più vulnerabile di quanto la valutazione Elo non suggerisca?

E come si comporteranno i giocatori più giovani come Dominic Thiem e Alexander Zverev che stanno consolidando il loro rendimento sulla terra? Riusciranno a sfruttare il momento positivo per dei risultati importanti?

Anche all’avvio di una stagione sulla terra che seguirà probabilmente le stesse dinamiche del 2017, queste incertezze promettono almeno di non dare tutto per scontato nelle prossime settimane.

Nadal Set for a 2017 Clay Season Repeat