Il miglior tabellone che i soldi possono comprare

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 27 febbraio 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

Ci sono stati due tornei del circuito maggiore femminile la settimana scorsa. Il primo, in ordine cronologico e per qualsiasi altra categoria immaginabile fatta salva la denominazione di “maggior numero di giocatrici ungheresi”, è stato il Dubai Open, un Premier 5 con in palio per la vincitrice più di 500.000 dollari e 900 punti classifica.

L’altro era l’Hungarian Open a Budapest, un WTA International con in palio per la vincitrice 43.000 dollari e 280 punti classifica. Nessuna giocatrice di vertice avrebbe mai preso in seria considerazione l’idea di andare a Budapest, anche dopo aver scontato potenziali gettoni presenza e incentivi dalla WTA.

Programmazione

Delle prime 20, quindici sono andate a Dubai, e la testa di serie numero 1 a Budapest, la campionessa uscente Alison Van Uytvanck, era la 50 del mondo. Le prime otto teste di serie a Budapest avevano una classifica tra le prime 72, tra cui un paio di giocatrici che avrebbero dovuto passare dalle qualificazioni solo per accedere al tabellone principale di Dubai.

Il montepremi a Dubai, agevolato anche dalla struttura attuale del circuito femminile, ha reso la programmazione più facile a molte. A un certo livello di classifica, se il resto delle giocatrici si trasferisce nel Golfo Persico, non è meglio andare verso l’Europa Centrale? Per Van Uytvanck il pronostico sarebbe stato sfavorevole anche per raggiungere il terzo turno di Dubai, eppure ha difeso il titolo a Budapest. Marketa Vondrousova, che sarebbe dovuta passare attraverso le qualificazioni a Dubai, è arrivata in finale all’Hungarian Open. Per queste due giocatrici, iscriversi al torneo minore si è rivelata la decisione più saggia. Quelle con una classifica migliore hanno di fatto rinunciato a soldi o punti preziosi?

Motivazioni

Molteplici fattori incidono sulle scelte di calendario. Alcune giocatrici preferiscono giocare tornei con il campo partecipazione più alto, sia per mettersi alla prova contro le migliori che per cercare di guadagnare premi partita più sostanziosi. Altre rispondono al richiamo di eventi di prestigio per sfruttare anche l’abilità in doppio. Timea Babos, ad esempio, era parte della coppia testa di serie numero 1 a Dubai, ma anche l’ultima giocatrice con accesso diretto al tabellone di singolare. Altre ancora scelgono di giocare più vicino a casa o in tornei in cui si sono trovate bene in passato.

Su questa base, i punti validi per la classifica dovrebbero essere il primo criterio, seguiti a ruota dai premi partita. I punti assegnano la possibilità di iscriversi a tornei futuri e rimanere all’interno del circuito. I premi partita servono a coprire le ingenti spese di finanziamento dei collaboratori che viaggiano regolarmente con le giocatrici.

La concomitanza di Dubai e Budapest offre un esperimento sostanzialmente “puro”, per via della superficie simile e del fatto di non rientrare nel mezzo di un mini-circuito di tornei in una specifica regione del mondo. È vero che Dubai segue Doha, ma è comunque una distanza da viaggio aereo e, al termine di Doha, la maggior parte delle giocatrici si reca in Europa o in Nord America. Preferire un torneo all’altro non complica gli spostamenti come lo farebbe per un giocatore di fronte al bivio tra la tournée sudamericana e il concomitante circuito indoor in Europa.

Preferenze svelate

Vediamo quale delle due principali motivazioni ha avuto un ruolo maggiore in fase di impostazione del calendario relativamente alla settimana scorsa. Per stabilire le opzioni di ogni giocatrice, ho cercato di ricostruire nel modo più accurato quali informazioni fossero a disposizione sei settimane prima, il 7 gennaio, cioè la data ultima per l’iscrizione e l’ufficializzazione della scelta. Ho usato la classifica di quel giorno per una previsione delle teste di serie di ciascun evento e le valutazioni Elo per un pronostico sul numero di vittorie alla portata di ogni giocatrice.

L’aspetto più critico di questo tipo di simulazioni è la composizione stessa dei tabelloni. A cose fatte, è facile conoscere le decisioni prese e le eventuali assenze o ritiri. All’inizio di gennaio, forse solo le giocatrici più inserite avrebbero potuto sapere quali colleghe sarebbero andate a Dubai e quali a Budapest. E certamente nessuna avrebbe potuto prevedere il ritiro all’ultimo di Caroline Wozniacki da Dubai o il virus intestinale che ha impedito a Kristen Flipkens di giocare in Ungheria. Nonostante questo, i tabelloni che ne sono risultati erano molto simili a cioè che le giocatrici avrebbero potuto prevedere sulla base del campo di partecipazione del 2018. Per simulare le opzioni di ciascuna giocatrice userò quindi l’insieme delle giocatrici come si è effettivamente definito.

Il caso di Suarez Navarro

Iniziamo da Carla Suarez Navarro, la giocatrice con la classifica più alta (alla scadenza del 7 gennaio) senza la testa di serie a Dubai. È arrivata nei quarti di finale, in parte perché Kristina Mladenovic le ha fatto il favore di eliminare Naomi Osaka in quella sezione di tabellone. Gli sforzi di Suarez Navarro sono stati ricompensati con 190 punti e circa 60.000 dollari. Avrebbe dovuto vincere a Budapest per ottenere più punti. E con un premio partita di “soli” 43.000 dollari in Ungheria, avrebbe dovuto rapinare una banca per portare via più soldi dell’assegno di Dubai.

Però, Suarez Navarro non avrebbe dovuto aspettarsi un bottino di quell’entità da Dubai. Deve essere evidentemente ottimista sulle proprie capacità, ma un calendario intelligente richiede un certo grado di realismo. Ho eseguito simulazioni sia di Dubai (prima del sorteggio del tabellone in modo che Suarez Navarro non capiti sempre nel quarto di Osaka) che di Budapest, in questo caso con Suarez Navarro testa di serie numero uno e le altre partecipanti invariate (tranne l’ingresso dell’ultimo minuto di Arantxa Rus). Le previsioni suggeriscono che avesse solo il 12% di probabilità di raggiungere i quarti di finale a Dubai, e che i punti che si sarebbe potuta aspettare di guadagnare erano di molto inferiori.

Torneo     Punti  Premi partita   
Dubai 76 $28.121
Budapest 111 $15.384

In tutte queste simulazioni ho calcolato punti e premi partita come medie ponderate. Suarez Navarro aveva una probabilità del 37% di perdere al primo turno, quindi è una probabilità del 37% di un punto classifica e dei premi partita di chi esce al primo turno. E così via per tutti i possibili esiti di ciascun torneo. Per la spagnola, i punti classifica attesi erano di circa il 50% superiori di quelli della testa di serie numero 1 a Budapest. Considerata la generosità del montepremi di Dubai, il guadagno atteso era per lei quasi il doppio rispetto a un’eventuale partecipazione a Budapest.

Incentivi coerenti

Il montepremi di Dubai era circa undici volte più grande di quello offerto dall’Hungarian Open, rispetto ai punti che invece differivano di un fattore di tre. Non sorprende quindi che l’incentivo di Suarez Navarro sia rappresentativo di quello che spinge molte giocatrici. Ho eseguito la stessa simulazione per altre 26 giocatrici, cioè tutte quelle con accesso diretto al tabellone principale a Dubai ma senza testa di serie e Bernarda Pera, che ha preferito giocare le qualificazioni a Dubai a il tabellone principale di Budapest senza avere la testa di serie.

La tabella mostra punti e premi partita attesi di ciascuna per Dubai (D-Pt e D-Pr) e per Budapest (B-Pt e B-Pr).

Giocatrice      D-Pt  D-Pr      B-Pt   B-Pr    
Cibulkova 96 $36.794 130 $18.291
Tsurenko 84 $31.528 119 $16.695
Suarez Navarro 76 $28.121 111 $15.384
Sasnovich 75 $27.920 111 $15.364
Yastremska 72 $26.716 107 $14.803
Pavlyuchenkova 72 $26.590 106 $14.721
Strycova 67 $24.809 102 $14.096
Vekic 66 $24.143 100 $13.717
Siniakova 63 $23.157 95 $13.062
Makarova 58 $21.543 90 $12.265

Giocatrice D-Pt D-Pr B-Pt B-Pr
Martic 57 $21.019 88 $11.960
Hsieh 54 $19.863 84 $11.396
Bencic 53 $19.813 84 $11.372
Tomljanovic 53 $19.530 82 $11.181
Zhang 49 $18.350 77 $10.416
Kenin 46 $17.109 72 $9.659
Jabeur 45 $17.077 71 $9.624
Kuzmova 45 $17.009 70 $9.432
Cornet 44 $16.823 69 $9.280
Zheng 40 $15.436 62 $8.307

Giocatrice D-Pt D-Pr B-Pt B-Pr
Lapko 37 $14.618 57 $7.695
Buzarnescu 36 $14.465 56 $7.548
Riske 35 $14.309 55 $7.445
Mladenovic 34 $13.910 51 $6.969
Babos 32 $13.354 48 $6.572
Putintseva 32 $13.407 48 $6.484
Pera* 25 $11.830 36 $5.061

Tutte si sarebbero attese di guadagnare più punti a Budapest e più soldi a Dubai, con un rapporto molto simile a quello di Suarez Navarro. La possibile eccezione è rappresentata da Pera (da cui l’asterisco).

La simulazione ipotizza che sia dovuta passare dalle qualificazioni, calcolando però punti e premi attesi per le partite del tabellone principale. Ma la sola qualificazione vale 30 punti, che si devono sommare a quelli ottenuti in caso di vittoria nel tabellone principale. Pera non aveva la certezza di qualificarsi, ma era tra le favorite, e di solito un paio di posti da lucky loser rendono il tabellone principale ancora più raggiungibile. È possibile quindi che, incorporando anche questi scenari, Pera sia proprio la giocatrice per la quale Dubai offriva speranze migliori di premi partita e punti.

Avversione alla sconfitta e teoria dei giochi

Non è un caso che Van Uytvanck sia stata una delle poche a preferire la combinazione molti punti-pochi premi. Doveva difendere 280 punti dalla vittoria dello scorso anno, quindi ricercare più soldi avrebbe avuto un impatto negativo sulla classifica. Il pensiero di perdere un paio di centinaia di punti esercita un’influenza maggiore sul comportamento di una giocatrice rispetto alla possibilità di guadagnare in numero simile per una che ne ha pochi da difendere.

Che decisione dovrebbe prendere la maggior parte delle giocatrici che, nel 2020, si troverà nella stessa situazione dei pochi punti da difendere? Cosa succederà con più giocatrici tra le prime 70 a inseguire punti classifica e prendere d’assalto il torneo minore, se, come penso, dedicheranno insieme ai loro allenatori grande attenzione a quest’analisi?

Il sistema attuale non permette il raggiungimento di un equilibrio

Se il torneo di Budapest si rafforza, i punti e premi attesi di ogni partecipante si riducono. Se il torneo di Dubai si indebolisce, ogni giocatrice può aspettarsi una migliore possibilità di più punti e premi partita. Con un sistema di iscrizione come quello attuale in cui ogni giocatrice deve esprimere una preferenza senza conoscere quella espressa dalle colleghe, non ci si può affidare al raggiungimento di un equilibrio. Anche se l’obiettivo di ciascuna fosse unicamente la massimizzazione dei punti classifica, non ci sarebbero informazioni a sufficienza su cui fondare la scelta giusta.

Per quanto improbabile, si può pensare che il torneo di Budapest sia in grado di attrarre giocatrici più forti e finire per ridurre le attese di premi partita e punti classifica. Ma, cari lettori e lettrici e ottimizzatori di calendario, non agitatevi. Ci sono fattori esterni e sempre ce ne saranno. E in questo caso, praticamente tutti i fattori spingono le giocatrici verso il torneo con più soldi (anche l’eroina ungherese Babos ha saltato il torneo di casa). Almeno una mezza dozzina delle giocatrici del precedente elenco sono doppiste di livello, per cui è più probabile che sceglieranno il torneo Premier. Altre, e probabilmente molte altre, preferiranno i soldi, perché i soldi si fanno preferire.

Anche le giocatrici che si concertano sul singolare e non giocano solo per soldi vanno alla ricerca del maggior numero di punti disponibili, non troppo diversamente da chi gioca alla lotteria. La WTA offre opportunità limitate di guadagnare 900 punti in una sola settimana e ci si può arrivare vicino vincendo tre tornei International. C’è però una quantità finita di settimane nella stagione, senza considerare la limitazione al numero di partite imposta dal fisico!

La scarsa probabilità di successo non è un deterrente

Molte persone accumulano biglietti della lotteria nonostante una probabilità molto sfavorevole, e le giocatrici continueranno a iscriversi a tornei di più alto profilo anche se i punti attesi sono di più in quelli di caratura minore. La possibilità di un titolo prestigioso, anche se sottile, non emerge da un calcolo puramente attuariale.

Il successo di Belinda Bencic – 53 punti attesi a Dubai contro 84 punti attesi a Budapest contro 900 punti effettivi a Dubai – continuerà a indirizzare le giocatrici verso i premi sostanziosi. Ed è una buona notizia per chi mantiene la testa sulle spalle durante il processo di ottimizzazione del calendario. Le giocatrici che non esitano a rinunciare ai grattacieli, ai centri commerciali e ai premi partita la prossima volta non si faranno sfuggire questa opportunità. Quasi sicuramente Budapest rimarrà una destinazione più invitante per coloro che cercano di migliorare la classifica.

The Best Draw That Money Can Buy

Le sconfitte a sorpresa delle teste di serie numero 1 nei 250

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato l’8 febbraio 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

In una normale settimana di gioco, nessuno farebbe caso alle sconfitte contemporanee di Fabio Fognini, Karen Khachanov e Lucas Pouille. Questa volta però è diverso, perché si tratta delle teste di serie numero 1 nei tornei 250 in corso rispettivamente a Cordoba, Sofia e Montpellier. A seguito del bye al primo turno, hanno tutti perso al secondo turno contro Aljaz BedeneMatteo BerrettiniMarcos Baghdatis. Due di loro sono almeno andati al terzo set, mentre Fognini ha terminato la partita dopo soli 71 minuti.

Non è la prima volta che una terna di teste di serie numero 1 perde alla prima partita nella stessa settimana. Incredibilmente, non è nemmeno la prima volta che capita in questa settimana del calendario (dal 4 al 10 febbraio, n.d.t.). Due anni fa, quando il torneo sudamericano si giocava a Quito, i risultati furono identici: le teste di serie numero 1 Marin Cilic, Ivo Karlovic e Dominic Thiem persero le loro partite. Nikoloz Basilashvili, che aveva sconfitto Thiem, riuscì a replicare l’impresa anche la settimana successiva, a Memphis, costringendo Karlovic alla seconda sconfitta consecutiva al secondo turno.

Risultati a sorpresa prevedibili?

Prendendo spunto da queste sconfitte, è naturale chiedersi se le teste di serie numero 1 sono più vulnerabili in tornei come i 250 nell’attuale fase della stagione. Una certa logica sussiste. La testa di serie numero 1 ha normalmente una classifica intorno alla 20esima posizione, cioè il tipo di giocatore che avrebbe potuto pensare di dedicare tempo all’allenamento. Essendo consapevole che Slam e Master 1000 offrono più punti valevoli per la classifica, la vittoria di eventi minori non è per lui priorità assoluta.

L’avversario invece intende sfruttare qualsiasi opportunità a disposizione, perché anche i punti dei tornei minori potrebbero contribuire in modo sostanziale alla classifica. Inoltre, ha già giocato – e vinto – al primo turno, quindi potrebbe avere un rendimento superiore alla media, o il suo stile potrebbe adattarsi perfettamente alle condizioni di gioco.

Facciamo una verifica

Senza considerare la carneficina di questa settimana, dal 2010 ho trovato 267 eventi che non sono Master 1000 in cui la testa di serie numero 1 ha ricevuto il bye al primo turno e completato la partita di secondo turno (ci sono stati anche un ritiro pre partita e tre in partita; solo uno però ha comportato la sconfitta della testa di serie numero 1). La testa di serie numero 1 aveva una classifica mediana di 10 e lo sfavorito una classifica mediana di 89. Sulla base delle mie valutazioni Elo specifiche per superficie al momento di ciascuna partita, il giocatore favorito avrebbe dovuto vincere l’81.5% delle volte. Una probabilità quindi più alta di quella del trio esaminato, visto che Fognini era favorito al 64%, Khachanov all’80% e Pouille al 69%.

Si trova che, in realtà, i giocatori non teste di serie sono andati oltre le attese. I favoriti hanno vinto solo il 78.6% delle partite, una frequenza bassa a sufficienza da poter dire che c’è solo una probabilità del 3% che dipenda dal caso. Non è un effetto enorme, certamente non abbastanza da poter prevedere i risultati di questa settimana. Sembra però che alcune delle teste di serie numero 1 si presentino accompagnati da scarsa motivazione e che un po’ degli sfavoriti giochino meglio del previsto.

Navigare con il vento in poppa

Cosa si può dire dei giocatori che ottengono il risultato a sorpresa? Una volta sconfitte le teste di serie numero 1, in quanti riescono a sfruttare l’opportunità di proseguire nel torneo? Berrettini ha recuperato lo svantaggio nei quarti di finale battendo Fernando Verdasco. Prevedo che dei tre Bedene abbia la probabilità più alta di vincere il torneo, anche se inferiore al 20% (Bedene ha poi perso ai quarti di finale contro Pablo Cuevas in due set, così come ha fatto Baghdatis contro Radu Albot; Berrettini invece ha perso in semifinale contro Marton Fucsovics al terzo set, n.d.t.).

Lo sfavorito ha vinto 66 delle 267 partite del campione. In più della metà delle volte però, si è poi rivelata la fine del tragitto. Il 58% (38 su 66) ha perso ai quarti di finale. Altri 17 hanno perso in semifinale. Quale sia l’allineamento di pianeti del secondo turno, scompare nei turni successivi. Delle 105 partite giocate dai 66 giocatori nei quarti di finale o oltre, il sistema Elo ritiene che ne avrebbero dovute vincere il 44.9%. Invece, si sono fermati al 42.3%.

Rimane comunque della speranza. Dopo aver sconfitto la testa di serie numero 1 al secondo turno, cinque giocatori hanno vinto il torneo. Di uno abbiamo già parlato, Estrella, che ha battuto Karlovic e alzato il trofeo a Quito 2017. Forse esiste davvero un po’ di magia nella sesta settimana del calendario. Almeno, i tre sfavoriti del Magical Mystery Tour 2019 vorrebbero certamente pensare che sia così.

Top Seed Upsets in ATP 250s

Una riattribuzione delle teste di serie agli Australian Open 2019

di Chapel Heel // HiddenGameOfTennis

Pubblicato l’11 gennaio 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

In un precedente articolo, ho illustrato la differenza di risultato tra la simulazione del tabellone effettivo degli Australian Open basato sulle valutazioni Elo e 100.000 simulazioni casuali. In questo caso, invece di limitarmi a rimescolare il tabellone secondo le regole dell’ATP ma mantenendo le teste di serie assegnate dagli organizzatori, ho riattributo le teste di serie sulla base delle valutazioni Elo specifiche per il cemento.

Come ormai certamente saprete, le valutazioni Elo specifiche per superficie determinano una classifica diversa, e probabilmente più accurata, rispetto a quella ufficiale.

Pur avendo la mia variante delle valutazioni Elo, non ne pubblico gli esiti perché la disponibilità di classifiche Elo generate da una manciata di siti e tra loro solo leggermente divergenti non ha per me molto senso. Ho usato quindi le valutazioni Elo specifiche per il cemento di Tennis Abstract, che ritengo superiori a tutte le altre.

Tuttavia, avendo utilizzato la mia variante Elo per prevedere il tabellone effettivo, ho eseguito le simulazioni con le teste di serie riattribute mediante lo stesso criterio, per garantire un confronto omogeneo.

Riattribuzione mantenendo intatte le altre posizioni

La tabella mostra ciò che accade con le nuove teste di serie basate su Elo ma con le altre posizioni nel tabellone che rimangono immutate.

In altre parole, la testa di serie nel sedicesimo di Novak Djokovic è sempre la numero 25, ma appartiene a un altro giocatore (Martin Klizan al posto di Denis Shapovalov). Non ci sono problemi per i giocatori che da teste di serie effettive rimangono teste di serie anche con Elo. È solo la loro posizione che cambia tra le teste di serie.

Ci sono però cinque giocatori a cui Elo darebbe la testa di serie che non lo sono nel tabellone effettivo: Stanislas Wawrinka, Nick Kyrgios, Tomas Berdych, Klizan e John Millman. Questo comporta che cinque teste di serie reali perdono il loro vantaggio, e cioè Marco Cecchinato, Diego Schwartzman, Pablo Carreno Busta, Hyeon Chung e Steve Johnson.

Cecchinato è l’esempio più eclatante, avendo la testa di serie numero 17 a fronte di una valutazione Elo sul cemento fuori dai primi 100. Ai fini dell’analisi, ho invertito il posto dei cinque giocatori che hanno perso la testa di serie con quello dei giocatori che li hanno sostituiti (ad esempio, Cecchinato va al posto di Wawrinka, Schwartzman al posto di Kyrgios, etc).

Si può vedere l’effetto della riattribuzione delle teste di serie rispetto al tabellone effettivo. Il colore rosso indica un esito sfavorevole per il giocatore, quello verde un esito favorevole. I numeri tra parentesi sono le nuove teste di serie.

Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_1 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_2 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_3 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_4 - settesei.it

Da cosa nasce cosa

La maggior parte dei risultati erano prevedibili e essenzialmente senza conseguenze (una variazione di +/- 0.5%). Anche l’effetto su quei giocatori che ci si aspetta in finale o per la vittoria del titolo è molto ridotto.

Non sorprende che per i cinque giocatori che da non teste di serie sono diventati teste di serie la possibilità di raggiungere i quarti di finale è aumentata in media del 4.1%, anche se quella di Wawrinka in realtà e diminuita di poco.

Per i cinque giocatori che hanno invece perso la testa di serie la possibilità di un quarto di finale è diminuita in media del 3.2%, tranne che per Johnson, per il quale non è variata.

I giocatori che hanno conservato la testa di serie e che ricevono una valutazione ben più favorevole da Elo che dalla classifica ufficiale, come ad esempio Daniil Medvedev, hanno beneficiato di una spinta importante, ma vale anche il viceversa (come per John Isner).

Forse ancora più interessante è il concatenamento di conseguenze che una modifica genera sui giocatori. La testa di serie di Borna Coric non è cambiata (numero 11) e nemmeno il suo posto nel tabellone, eppure la sua probabilità di arrivare ai quarti è diminuita del 10%, perché sia Kevin Anderson che Daniil Medvedev si sono spostati nella sua zona, e anche Kyrgios si è ritrovato in quel sedicesimo.

Kei Nishikori è sceso dalla testa di serie 5 alla numero 8, e ne ha tratto svantaggio per il movimento degli altri giocatori intorno a lui.

Il gemello malefico degli Australian Open

In questa versione del tabellone, le teste di serie sono state riassegnate usando le valutazioni Elo di Tennis Abstract. Ho eseguito anche 100.000 simulazioni facendo muovere tutte le teste di serie (tranne la numero 1 e 2) e altri giocatori, secondo le regole previste dall’ATP. La mia speranza è di ottenere, in questo universo alternativo, il caos totale.

Come in precedenza, rosso e verde indicano miglioramento e peggioramento e i numeri tra parentesi sono le nuove teste di serie.

Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_5 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_6 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_7 - settesei.it
Riattribuzione del tabellone degli Australian Open 2019_8 - settesei.it

Teoria del caos (fallita)

In parole semplici, non siamo in presenza di caos. Ci sono sicuramente conseguenze di rilievo per alcuni giocatori, la quasi totalità teste di serie (o teste di serie prima della riattribuzione), ma si manifestano nei primi turni, fino ai quarti di finale.

Questo tipo di scenario potrebbe aver effetto cumulato di maggior peso nel corso di un’intera stagione. In un articolo di fine dicembre 2018 è emerso che durante una stagione la fortuna (o sfortuna) cumulata del tabellone effettivo nei confronti di tabelloni casuali non ha avuto impatto determinante, si è in larga parte annullata.

Sembra che riattribuire le teste di serie con un metodo che non sia la classifica determini un effetto cumulato maggiore, del quale però non c’è assoluta chiarezza. Potrebbe fare di Medvedev un esperto di analisi di tennis, anche se temo di non potermi offrire volontario per essere il suo interlocutore sull’argomento.

Reseeding the Australian Open

La fortuna del sorteggio: Australian Open 2019

di Chapel Heel // HiddenGameOfTennis

Pubblicato l’11 gennaio 2019 – Traduzione di Edoardo Salvati

Come solitamente faccio alla vigilia di uno Slam, ho eseguito una simulazione (sulla base di una mia variante alle valutazioni Elo) del tabellone per come è effettivamente definito in modo da ottenere delle previsioni.

Confronto tra tabellone effettivo e simulazioni

Ho poi eseguito la stessa simulazione su 100.000 variazioni del tabellone, seguendo la metodologia ufficiale dell’ATP per posizionare i giocatori all’interno del tabellone.

Successivamente, ho confrontato le previsioni effettive con i risultati emersi dalle simulazioni, così da avere un’indicazione su quanto il tabellone sia di fatto accomodante, rispetto all’insieme delle altre possibili configurazioni.

Le sfumature di rosso indicano che il tabellone effettivo non è stato fortunato per il giocatore in questione rispetto a uno specifico turno, mentre vale il contrario per le sfumature di verde. È possibile che la fortuna sia avversa nel raggiungere quarti di finale e semifinali e che invece sia più benevola per la finale o il titolo.

È ad esempio il caso di Novak Djokovic, i cui primi turni sono leggermente più difficili di un tabellone casuale, ma incrociando potenzialmente Alexander Zverev sul percorso invece di Roger Federer, la sua probabilità per la finale è di poco più favorevole di quella casuale. Variazioni dello 0.5% o meno non determinano conseguenze.

Sembra che sia Borna Coric ad aver ricevuto il tabellone più favorevole e Daniil Medvedev o David Goffin quello forse più duro.

Simulazioni tabellone Australian Open 2019_2 - settesei.it

Luck of the Draw Australian Open 2019

Finali di stagione Gruppo Hewitt, le probabilità delle semifinali

di Chapel Heel // FirstBallIn

Pubblicato il 15 novembre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Le probabilità delle semifinali del Gruppo Kuerten.

Ho calcolato 21 scenari di semifinale per il Gruppo Hewitt, con quattro differenti combinazioni di giocatori che possono arrivare in semifinale. Esattamente…21! Non posso affermare con certezza di aver inserito anche la strana circostanza in cui un giocatore vince sette game in un set, ma penso di averle prese tutte o la maggior parte.

Più della metà degli scenari riguardano Kevin Anderson e Dominic Thiem che vincono in due set, con Anderson che finisce al primo posto del Gruppo Hewitt e gli altri a pari merito con una vittoria e due sconfitte e 2-4 nei set. Se così fosse, il numero di game vinti da Roger Federer, Thiem e Kei Nishikori assume importanza. E il Gruppo Hewitt è il primo tra quelli analizzati – comprese le Finali Next Gen – in cui le probabilità di vittoria del game fanno la differenza. In sostanza, significa quanto è probabile che un giocatore vincerà un set con un determinato punteggio.

La tabella elenca le probabilità di vittoria della partita, del game e del set e le probabilità di vittoria in 2 set o 3 set.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria partita / game / set per il Gruppo Hewitt

La tabella che segue mostra la probabilità che ciascuno scenario si verifichi e, nel caso, quali sono i due giocatori che ci si attende si qualifichino come numero 1 e numero 2. Potete vedere che Anderson ha già raggiunto le semifinali, ma esiste ancora una possibilità che si qualifichi da secondo.

Potete anche vedere che tutte le probabilità Anderson-Thiem sono riportate come 0,0%, anche se in realtà sono appena positive, solo un tema di arrotondamento dei decimali. Nella tabella successiva si osserva come non contino più di tanto.

IMMAGINE 2 – Scenari Gruppo Hewitt

Si possono sommare queste probabilità per vedere chi può arrivare arrivare in semifinale, oltre alla probabilità che si verifichi una delle quattro combinazioni. La tabella riepiloga i risultati.

IMMAGINE 3 – Probabilità di giocatori in semifinale dal Gruppo Hewitt

Un piccolo errore di arrotondamento determina il 99,9% che si legge in tabella. Probabile che si trovi seppellito in una delle probabilità Anderson-Thiem e non ho il coraggio di andare a scovarlo.

Mettendo insieme le informazioni dei due Gruppi, si ottengono 14 possibili combinazioni per le semifinali. Le più probabili sono Novak Djokovic (#1 Gruppo Kuerten) e Nishikori (#2 Gruppo Hewitt) da un lato e Anderson (#1 Gruppo Hewitt) e Alexander Zverev (#2 Gruppo Kuerten) dall’altro.

Aggiornamento: gli scenari possibili sono in realtà 23 (nell’articolo originario ne ho saltati due) ma la loro infinitesimale probabilità di accadimento e la vittoria di Thiem su Nishikori li rendono ininfluenti.

IMMAGINE 4 – Combinazioni semifinali Gruppo A e Gruppo B

Tour Finals Group Hewitt – The Gory Probabilities…and I Mean Gory!

Finali di stagione Gruppo Kuerten, le probabilità delle semifinali

di Chapel Heel // FirstBallIn

Pubblicato il 15 novembre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

A differenza delle Finali Next Gen a Milano, non ho ancora visto sul sito dell’ATP l’elenco dei possibili scenari per le semifinali delle Finali di stagione. Ci provo io.

Dei due, è il Gruppo Kuerten il più semplice, ho trovato infatti solo 5 scenari per 3 combinazioni massime. Come per le Finali Next Gen, ho utilizzato la stessa tecnica di Markov, prendendo in questo caso una probabilità di vittoria del punto al servizio in partita più vicina alle probabilità effettive di singoli giocatori, invece della media del circuito. Ma il risultato è praticamente identico.

Dalla probabilità di vittoria del punto al servizio, si può calcolare la probabilità di vittoria dell’intero game e, a seguire, la probabilità di vincere un set. Con queste informazioni, si può ottenere la probabilità che un giocatore vinca la partita finale del girone in due o tre set.

Rispetto al torneo di Milano, la probabilità di vittoria del game ha qui importanza, perché nel Gruppo Hewitt c’è la seria possibilità che la percentuale di game vinti sia la discriminante per il passaggio alle semifinali. Non è così per il Gruppo Kuerten, ma l’ho inserita comunque nella tabella, che elenca le probabilità secondo i miei calcoli.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria partita / game / set per il Gruppo Kuerten

Partendo da questi numeri, è possibile stimare la probabilità di ciascuno dei 5 scenari a cui sono arrivato. La tabella che segue mostra la probabilità che ciascuno scenario si verifichi e, nel caso, quali sono i due giocatori che ci si attende si qualifichino come numero 1 e numero 2.

Potete vedere che Novak Djokovic ha già raggiunto le semifinali, ma esiste ancora una possibilità che si qualifichi da secondo, se Marin Cilic e John Isner vincono entrambi le loro partite (Djokovic avrebbe lo stesso record di Cilic di 2-1, ma Cilic sarebbe davanti per aver vinto lo scontro diretto).

IMMAGINE 2 – Scenari Gruppo Kuerten

Si possono sommare queste probabilità per vedere chi può arrivare arrivare in semifinale, oltre alla probabilità che si verifichi una delle tre combinazioni. La tabella riepiloga i risultati.

IMMAGINE 3 – Probabilità di giocatori in semifinale dal Gruppo Kuerten

È interessante notare che Cilic ha la possibilità di arrivare al primo posto ma non al secondo. Per Isner è valido il contrario. Segue la stessa analisi per il Gruppo Hewitt, un vero e proprio incubo…

Tour Finals Group Kuerten – The Gory Probabilities

Finali Next Gen Gruppo B, le probabilità delle semifinali

di Chapel Heel // FirstBallIn

Pubblicato il 7 novembre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Le probabilità delle semifinali del Gruppo A.

L’ATP ha 9 possibili scenari per le semifinali del Gruppo B delle Finali Next Gen. Come spiegato nell’articolo per il Gruppo A. si tratta dell’insieme di tutte le combinazioni delle partite dell’ultimo giorno del Gruppo B in grado di produrre un esito che conti. Nel Gruppo B, ci sono tre differenti combinazioni di giocatori in grado di arrivare in semifinale.

La tabella riepiloga le probabilità di vincere la partita e il singolo set e le probabilità di una vittoria in tre, quattro o cinque set.

IMMAGINE 1 – Probabilità di vittoria partita / set per il Gruppo B

La tabella che segue mostra la probabilità che ciascuno scenario si verifichi e, nel caso, quali sono i due giocatori che ci si attende si qualifichino come numero 1 e numero 2. Si può notare che Alex De Minaur ha già raggiunto le semifinali, ma non si è ancora assicurato il primo posto del Gruppo B.

IMMAGINE 2 – Scenari Gruppo B

Si possono sommare queste probabilità per vedere chi può arrivare arrivare in semifinale, oltre alla probabilità che si verifichi una delle quattro combinazioni. La tabella riepiloga i risultati.

IMMAGINE 3 – Probabilità di giocatori in semifinale dal Gruppo B

Unendo queste informazioni con quelle del Gruppo A, si ottengono 14 possibili combinazioni per le semifinali, otto delle quali relative al Gruppo B e le restanti sei relative al Gruppo A. Le semifinali più probabili sono Stefanos Tsitsipas (#1 Gruppo A) e Andrey Rublev (#2 Gruppo B), e De Minaur (#1 Gruppo B) e Francis Tiafoe (#2 Gruppo A).

IMMAGINE 4 – Combinazioni semifinali Gruppo A e Gruppo B

Aggiornamento: con tre vittorie e nove set vinti e uno perso, De Minaur è arrivato al primo posto del Gruppo B, seguito da Rublev che, con un record di due vittorie e una sconfitta, si è qualificato per secondo. Le semifinali sono dunque Tsitsipas contro Rublev, e De Minaur contro Jaume Munar, n.d.t.

Milan Singles Group B – The Gory Probabilities

Classifica Elo e ATP a confronto nell’ascesa di Daniil Medvedev

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 18 ottobre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Sta prendendo le forme della stagione della svolta per il ventiduenne russo Daniil Medvedev. Due settimane fa ha vinto il suo primo ATP 500 a Tokyo, il terzo torneo dell’anno dopo le vittorie a Sydney e Winston-Salem (oltre ad aver appena raggiunto la semifinale a Basilea, dove ha perso però contro Roger Federer, n.d.t.). Il cammino per il titolo a Tokyo è di particolare rilievo, avendo sconfitto tre giocatori tra i primi 20, quando fino a quel momento Medvedev aveva solo quattro vittorie nel confronti dei primi 20 nel 2018, di cui due contro un Jack Sock in pesante calo di forma.

L’ascesa di Medvedev per ATP e Elo

Visti i risultati, anche la sua classifica è in ascesa. Con la vittoria a Winston-Salem è entrato nei primi 40 e dopo Tokyo ha raggiunto il 22esimo posto. La vittoria al primo turno allo Shanghai Masters gli ha dato il 21esimo posto e le due semifinali di Mosca e Basilea lo porteranno al nuovo massimo in carriera, la posizione 17.

La classifica ufficiale non è niente rispetto ai passi da gigante fatti da Medvedev per arrivare in cima alla classifica associata al sistema delle valutazioni Elo. Dopo aver vinto Tokyo, è salito infatti all’ottavo posto della mia classifica Elo. Ha perso poi due posizioni, rimanendo però tra i primi 10, davanti a Marin Cilic, Kevin Anderson e un altro gruppetto di giocatori che lo precedono nella classifica ATP.

Di fronte a questa discrepanza, a cosa dobbiamo credere? Medvedev fa parte dei primi 10 o è in fondo ai primi 20? Le valutazioni Elo sono premonitrici, anticipano cioè successi a venire nella classifica ufficiale, o creano confusione?

Il sistema Elo è orientato al futuro, disegnato per prevedere l’esito delle partite ponderando vittorie e sconfitte sulla base della qualità dell’avversario. La classifica ufficiale tiene conto in modo diretto dei risultati ottenuti da un giocatore nell’ultimo anno, senza alcuna correzione che rifletta la bravura degli avversari. In teoria, Elo dovrebbe essere tra i due l’indicatore più affidabile per pronosticare un successo di lungo periodo, ma si presuppone che l’algoritmo funzioni correttamente e non reagisca in modo eccessivo a risultati positivi di breve termine. Analizziamo le differenze passate tra le due modalità e vediamo cosa può riservare il futuro a Medvedev.

Precedenti

Dal 1988, 102 giocatori sono entrati nei primi 10 della classifica ufficiale. Qualcuno in più, 113 per l’esattezza, è arrivato tra i primi 10 delle valutazioni Elo. Con 94 nomi in entrambe le categorie, c’è una sovrapposizione quasi totale. Sono otto i giocatori che hanno raggiunto i primi 10 della classifica ufficiale ma non i primi 10 delle valutazioni Elo, mentre 19 giocatori hanno avuto una valutazione Elo tra i primi 10 ma non sono riusciti a meritare lo stesso trattamento dai computer dell’ATP.

La tabella elenca gli otto giocatori entrati tra i primi 10 della classifica ufficiale ma non nell’equivalente classifica Elo.

                       Primi 10 ATP   
Giocatore        Debutto        Numero Settimane  
Svensson         25.03.1991     5  
Massu            13.09.2004     2  
Stepanek         10.07.2006     12  
Melzer           31.01.2011     14  
Monaco           23.07.2012     8  
Anderson         12.10.2015     31  
Carreno Busta    11.09.2017     17  
Pouille          19.03.2018     1

Alcuni potrebbero ancora farcela, specialmente Anderson, attualmente all’undicesimo posto, appena cinque punti dietro Medvedev.

Questo è invece un elenco più lungo di giocatori entrati nei primi 10 delle valutazioni Elo senza nemmeno una settimana tra i primi 10 della classifica ufficiale.

                       Primi 10 Elo   
Giocatore        Debutto        Numero Settimane  
Steeb            22.05.1989     3  
Cherkasov        11.12.1990     1  
Prpic            20.05.1991     1  
Wheaton          08.07.1991     9  
Golmard          03.05.1999     2  
Hrbaty           15.01.2001     2  
Gambill          06.04.2001     6  
Escude           25.02.2002     4  
El Aynaoui       20.05.2002     2
Mathieu          14.10.2002     8  

                       Primi 10 Elo   
Giocatore        Debutto        Numero Settimane
Calleri          19.05.2003     2  
Dent             10.06.2003     10  
Pavel            10.05.2004     2  
Ginepri          24.10.2005     1  
Karlovic         12.11.2007     3  
Bautista Agut    22.02.2016     1  
Kyrgios          04.03.2016     62  
Tsitsipas        13.08.2018     3  
Medvedev         08.10.2018     2

* Considero le settimane in modo leggermente diverso 
per le valutazioni Elo, che vengono generate solo per 
quelle settimane in cui si giocano tornei del circuito 
maggiore o partite di Coppa Davis

È mancato poco alla maggior parte di questi giocatori per entrare nei primi 10 della classifica ATP. David Wheaton ad esempio è arrivato al numero 12. Con l’eccezione di Nick Kyrgios, nessun giocatore è rimasto più a lungo di dieci settimane nei primi 10 Elo senza poi raggiungere lo stesso standard secondo la formula della classifica ATP.

Questo elenco indica che è possibile giocare sufficientemente bene per un breve periodo così da entrare nei primi 10 Elo ma non abbastanza a lungo da riflettere il tipo di successo che viene premiato dalla classifica ufficiale. Circa un giocatore su sei con valutazione Elo da primi 10 non ha mai raggiunto i primi 10 della classifica ATP anche se, come possiamo vedere, la probabilità di rimanere semplicemente una stella delle valutazioni Elo diminuisce rapidamente per ciascuna settimana aggiuntiva tra i primi 10 ATP.

Il caso di Kyrgios

Kyrgios è un esempio perfetto della differenza tra le due modalità di classifica. Ottenere una serie di vittorie a sorpresa è la strada più veloce per salire in classifica Elo, e così ha fatto Kyrgios. Eliminare però il secondo giocatore del mondo, come gli è riuscito all’Indian Wells Masters 2017 contro Novak Djokovic, non ha grande riscontro sulla classifica ATP quando si tratta di un quarto turno. Normalmente, un giocatore in grado di eliminare i più forti è anche capace di accumulare vittorie che migliorano la sua classifica ufficiale. Ma Kyrgios, come praticamente nessun altro giocatore della storia con pari talento, non ha vinto così tante partite.

Elo vs ATP

In sintesi, il sistema Elo porterà sempre alcuni giocatori tra i primi 10, anche se non beneficeranno dello stesso trattamento da parte della classifica ATP. È troppo presto per dire se sarà lo stesso anche per Medvedev.

Dove Elo però veramente si distingue è nell’identificare quei giocatori che diventeranno tra i più forti prima della classifica ufficiale. Dei 94 giocatori che dal 1988 hanno debuttato nei primi 10, Elo è stato il primo sistema a riconoscere che un giocatore appartenesse a quell’élite per 76 di essi, cioè meglio dell’80%. La classifica ufficiale ha preceduto Elo per 10 giocatori e c’è stata una situazione di parità temporale in altre otto volte. In media, i giocatori sono entrati tra i primi 10 della classifica Elo circa 32 settimane prima della classifica ufficiale dell’ATP.

La tabella elenca le undici occorrenze con maggiore divario per quando Elo è arrivato in anticipo, insieme al debutto tra i primi 10 dei Fantastici Quattro.

Giocatore      Debutto ATP  Debutto Elo  Sett. Diff
Puerta         25.07.2005   12.06.2000   267  
Rosset         10.07.1995   05.11.1990   244  
Gonzalez       24.04.2006   07.10.2002   185  
Canas          09.05.2005   05.08.2002   144  
Youzhny        13.08.2007   15.11.2004   143  
Gaudio         07.06.2004   29.04.2002   110  
Gasquet        09.07.2007   20.06.2005   107  
Berdych        23.10.2006   11.10.2004   106  
Soderling      19.10.2009   08.10.2007   106  
Philippoussis  29.03.1999   24.03.1997   105  
Sock           06.11.2017   18.01.2016   94  
                                                       
Giocatore      Debutto ATP  Debutto Elo  Sett. Diff  
Federer        20.05.2002   19.02.2001   65  
Murray         16.04.2007   21.08.2006   34  
Djokovic       19.03.2007   31.07.2006   33  
Nadal          25.04.2005   21.02.2005   9

Nel caso ve lo chiedeste, seguono i dieci giocatori per i quali la classifica ATP ha battuto sonoramente Elo.

Giocatore      Debutto ATP  Debutto Elo  Sett. Diff  
Wawrinka       12.05.2008   25.10.2010   128  
Ferrer         30.01.2006   28.05.2007   69  
Tipsarevic     14.11.2011   13.05.2012   26  
Schuettler     09.06.2003   25.08.2003   11  
Robredo        08.05.2006   24.07.2006   11  
Verdasco       02.02.2009   04.06.2009   9  
Costa          21.04.1997   26.05.1997   5  
Almagro        25.04.2011   05.22.2011   4  
Isner          19.03.2012   15.04.2012   4  
Novak          14.10.2002   21.10.2002   1

È evocativo che ci siano, in media, 32 settimane di differenza. Come detto, le valutazioni Elo sono ottimizzate per fare previsioni di un futuro ravvicinato quindi, almeno sulla carta, riflettono il livello di bravura attuale di un giocatore. L’algoritmo della classifica ATP tiene conto del rendimento su un arco temporale di 52 settimane, ponderando allo stesso modo la prima e l’ultima settimana. Mettendo da parte miglioramenti o declini dovuti all’età, questo significa che la classifica ATP, in media, fornisce indicazione sul rendimento di un giocatore risalente a 26 settimane fa. Se Medvedev continua a eliminare giocatori tra i primi 20 e vincere di nuovo uno o anche due titoli 500, potrebbe essere a 26 o 32 settimane di distanza dall’ingresso nei primi 10.

Conclusioni

Elo non è concepito per previsioni di lungo termine: i programmi adatti a questa finalità devono essere, in larga parte, ancora inventati. E, occasionalmente, Elo assegna un’alta valutazione a giocatori che non hanno un rendimento in grado di sostenerla. In generale però, una valutazione Elo superlativa è segno che un risultato simile nella classifica ufficiale non è troppo lontano. A oggi, Kyrgios ha disatteso le aspettative al riguardo, ma un debutto di Medvedev nei primi 10 tra qualche tempo è una scommessa dalle quote favorevoli.

Daniil Medvedev’s Leading Elo Indicator

Il futuro è roseo per Aryna Sabalenka

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 13 ottobre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Sono passate quasi due settimane dall’ultimo titolo di Aryna Sabalenka e sembra strano che non abbia ancora vinto il successivo. Pur rispettando l’ascesa di Naomi Osaka, la bielorussa è al momento l’astro nascente più luminoso sul circuito femminile, con due vittorie negli ultimi due mesi e altre due finali nella prima parte della stagione. Nel 2018, la ventenne ha un record di 8 vinte e 4 perse contro le prime 10, avendo battuto Caroline Wozniacki, Petra Kvitova, Elina Svitolina e Karolina Pliskova.

Serve tempo prima che queste vittorie si traducano in posizioni di classifica. Sabalenka si è inserita nelle prime 20 dopo aver vinto a New Haven in agosto, issandosi fino all’undicesimo posto la scorsa settimana, anche se dovrebbe scendere al 14esimo per non essere riuscita a difendere il titolo a Tianjin. La classifica ufficiale però reagisce lentamente, le valutazioni Elo invece rispondono in modo molto più immediato, specialmente in presenza di vittorie a sorpresa di alto calibro come quelle messe a segno da Sabalenka quasi ogni settimana.

L’ascesa di Sabalenka nelle valutazioni Elo

La valutazione Elo di Sabalenka è salita con prepotenza in cima a questa speciale classifica. A seguito delle partite della scorsa settimana, è al secondo posto dietro a Simona Halep, ma più vicina a Halep che al terzo posto di Wozniacki. Dopo aver sconfitto Caroline Garcia a Pechino, Sabalenka ha per breve tempo raggiunto il numero 1 delle valutazioni Elo prima di cederlo nuovamente con la sconfitta nei quarti di finale contro Qiang Wang. In ogni caso, il numero 2 complessivo è molto più indicativo di un futuro roseo di quanto non lo sia l’undicesimo posto della classifica ufficiale della WTA.

Se si osservano solo le partite su cemento, le previsioni Elo sono ancora più ottimistiche, perché mettono Sabalenka al primo posto. Elo darebbe la bielorussa leggermente favorita contro Halep in una partita sul cemento e – ipotizzando che entrambe ricevano un tabellone simile per difficoltà – vedrebbe Sabalenka la favorita iniziale per gli Australian Open 2019.

Quali considerazioni dobbiamo dedurne? È arrivato il momento di definire Sabalenka la nuova superstar o dovremmo trattare le valutazioni Elo con più circospezione? Per avere un’idea migliore, analizziamo le giocatrici che sono arrivate in cima alla classifica Elo in passato.

Precedenti

Dal 1984, solo 29 giocatrici (tra cui Sabalenka) hanno raggiunto il numero 1 o il numero 2 della classifica Elo su tutte le superfici. Diciannove di queste sono arrivate anche al numero 1 della classifica ufficiale WTA. La tabella mostra le altre dieci.

Giocatrice     Pos. massima  
Kvitova        2  
Martinez       2  
Novotna        2  
Radwanska      2  
Svitolina      3  
Sabatini       3  
Dementieva     3  
Stosur         4  
Konta          4  
Sabalenka      11

È un gruppo illustre di cui far parte: Svitolina potrebbe ancora raggiungere il numero 1 e da alcune delle altre si attendevano risultati ben più importanti di quelli poi ottenuti. L’unica presenza su cui fare attenzione è Johanna Konta, non la compagnia migliore per una giovane emergente, visto che non è entrata tra le prime 2 se non vicino al compimento dei 26 anni.

L’elenco delle giocatrici arrivate al numero 1 delle valutazioni Elo specifiche per superficie è ancora più selezionato: dal 1984, Sabalenka è solo la 17esima giocatrice e 14 su 17 sono state anche numero 1 della classifica ufficiale, con la sola eccezione di Svitolina e Konta.

Conclusioni

Se esiste un momento buono per indicare una giocatrice al 14esimo posto della classifica come il futuro del tennis femminile, direi che è proprio questo. Elo non è un sistema perfetto, ed è possibile che l’algoritmo abbia eccessivamente tenuto conto di una serie di risultati a sorpresa in una stagione in cui ce ne sono stati in abbondanza. Ma se il sistema ha fatto un errore, è uno di quelli che non commette spesso.

Sabalenka ha vinto solo quattro partite di un tabellone principale Slam, quindi forse una vittoria agli Australian Open 2019 è un pronostico molto generoso. Su un orizzonte temporale più lungo però, un titolo Slam potrebbe semplicemente aprire le porte a un futuro di grandi successi.

The Rosy Forecast of Arnya Sabalenka’s Elo Rating

Un pronostico sulla Laver Cup 2018

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 20 settembre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

È di nuovo quel periodo dell’anno: selfie di gruppo in abito elegante, improbabili scuse sulla Coppa Davis e un richiamo al fatto che servono sei continenti solo per pareggiare l’Europa. Si, è arrivata la Laver Cup.

Lo scorso anno ho pronosticato la competizione analizzando le diverse possibilità di utilizzo dei giocatori a disposizione dei due capitani – Bjorn Borg e John McEnroe – e ipotizzando un risultato finale di 16-8 per l’Europa. Grazie a strategie intelligenti da parte di entrambi, il punteggio finale è stato di 15-9. L’edizione 2018 si è spostata da Praga a Chicago, con giocatori leggermente diversi, ma il format è rimasto identico.

Iniziamo dalle squadre. Per avere un termine di paragone, ho aggiunto due giocatori, Juan Martin Del Potro, che si è però ritirato per il Resto del Mondo e Pierre Hugues Herbert, lo specialista di doppio che Borg non ha ancora realizzato di aver bisogno. Accanto a ciascun giocatore è riportata la valutazione Elo specifica per superficie per il singolare e per il doppio (valutazione D-Lo).

EUROPA             Elo singolare    D-Lo doppio  
Djokovic           2137             1667  
Federer*           2097             1700  
Zverev             1971             1690  
Goffin             1960             1582  
Dimitrov           1928             1719  
Edmund             1780             1542  
                                                        
RESTO del MONDO    Elo singolare    D-Lo doppio
Anderson           1914             1692  
Kyrgios            1910             1668  
Isner              1887             1800  
Schwartzman        1814             1540  
Tiafoe             1772             1544  
Sock               1724             1925  
                                                        
ANCHE                                                    
Del Potro          2062             1678  
Herbert            1691             1890

* Federer ha giocato poche partite di doppio sul 
circuito maggiore negli ultimi anni. L’anno scorso 
avevo stimato la sua D-Lo a 1650; avendolo poi giocato 
molto bene, per il 2018 gli ho dato 1700 punti.

Soprattutto in assenza di Del Potro, l’Europa sembra poter dominare in singolo. Il doppio va a favore del Resto del Mondo, in larga parte per merito di Jack Sock, ben più forte se paragonato a giocatori orientati al singolare.

Un ripasso del format

Rivediamo velocemente come funziona la Laver Cup. Si gioca su tre giorni, in ognuno dei quali ci sono tre partite di singolare e una di doppio. Tutti i giocatori devono giocare il singolo almeno una volta e non è possibile schierare due volte lo stesso doppio. Le partite del primo giorno valgono un punto, le partite del secondo due e le tre partite del terzo tre punti. In caso di pareggio 12-12 alla fine della terza giornata, è un solo set di doppio – in cui una coppia già schierata può essere riutilizzata – a decidere la squadra vincitrice.

Considerato il format, il sistema più remunerativo per i capitani è quello di schierare i tre peggiori giocatori alla prima giornata, per poi usare i tre migliori il secondo e il terzo giorno. Per il doppio, dovrebbero avere il miglior giocatore di doppio ogni giorno, con il compagno migliore al terzo giorno, il secondo migliore al secondo giorno e il terzo migliore al primo giorno.

Come detto, Borg e McEnroe ci sono andati vicino l’anno scorso, anche se Borg non ha usato Rafael Nadal (il suo miglior giocatore in doppio) nel doppio della terza giornata, e ha complessivamente fatto giocare Tomas Berdych più del dovuto. Sono entrambe decisioni comprensibili, visto che Nadal avrebbe potuto non reggere fisicamente tutte le partite e Berdych giocava di fronte ai connazionali.

Ora che possiamo essere certi della saggezza dei capitani, siamo nella posizione di pronosticare la seconda edizione con un po’ più di sicurezza della prima.

Il pronostico

L’assenza di Nadal peserà all’Europa sia in singolo che in doppio. Unita a una leggera diminuzione del livello di gioco di Federer in singolare, la Laver Cup 2018 si presenta più equilibrata di quella del 2017. Ricordiamo che l’anno scorso avevo dato l’Europa vincitrice per 16-8, con il risultato finale effettivo di 15-9.

Ipotizzando un utilizzo ottimale dei giocatori, in questa edizione l’Europa ha il 67.6% di probabilità di vittoria, con un punteggio finale più probabile di 14-10. C’è quasi una probabilità su dieci di uno spareggio sul 12-12, situazione nella quale la maggiore bravura in doppio del Resto del Mondo ha il vantaggio, con una probabilità del 70.7% di vincere il set conclusivo.

Se Del Potro fosse stato parte del gruppo, le cose sarebbero potute diventate ancora più interessanti. Inserendolo al posto di Frances Tiafoe, la probabilità dell’Europa sarebbe scesa al 56.8%, con un punteggio finale più probabile di 13-11.

Non c’è niente che McEnroe avrebbe potuto fare – se non diventare un medico qualche decennio fa – per far giocare Del Potro questa settimana. Borg invece ha meno scuse per non sfruttare al massimo il potenziale della squadra.

Il ruolo del doppio

A differenza del Resto del Mondo, con il più forte giocatore di doppio in circolazione, l’Europa ha una rosa di giocatori fortissimi in singolare che raramente giocano il doppio. Come visto, lo specialista del doppio può giocare tre volte, oltre al possibile set sul 12-12, mentre deve giocare in singolare solo una volta, nel primo giorno in cui le partite valgono meno punti.

La scelta ovvia è Herbert, tra i primi 5 del mondo in doppio e con un gioco in singolare di tutto rispetto. Il francese sarebbe considerevolmente più adatto di Kyle Edmund, che gioca meglio in singolare ma che non è di così grande aiuto vista la presenza di compagni di squadra fortissimi (ho fatto una simile considerazione lo scorso anno citando il caso di Nicolas Mahut, il compagno di doppio di Herbert. Da quel momento, Herbert ha superato Mahut nelle valutazioni Elo in singolare e in doppio).

Sostituendo Herbert a Edmund, la simulazione restituisce il miglior risultato per l’Europa. Contro il Resto del Mondo senza Del Potro, l’ipotetica squadra dell’Europa avrebbe una probabilità di vittoria del 74.6%, con un punteggio finale presumibilmente di 14-10 o 15-9. Herbert e un compagno mediocre sarebbero comunque sfavoriti nel set di spareggio contro Sock e John Isner, ma la presenza di un doppio con possibili ambizioni di vittoria riduce la probabilità a circa 58/42.

Conclusioni

Pur non vedendo Del Potro o Herbert giocare a Chicago quest’anno, possiamo attenderci una Laver Cup più competitiva dello scorso anno. Se poi si aggiunge anche il fattore campo, il risultato non è più così scontato. Non sarà in grado di regalare la stessa eccitazione dei play-off del World Group di Coppa Davis di qualche giorno fa, ma ho il sospetto che attirerà più interesse dei turni conclusivi dei tornei di Metz o San Pietroburgo.

Forecasting the 2018 Laver Cup