Le semifinali intimidatorie di Juan Martin Del Potro

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 7 settembre 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Juan Martin Del Potro e Rafael Nadal giocheranno la prima delle due semifinali degli US Open 2018. Se vi ha colto una strana sensazione di déjà vu è perché i due hanno già disputato a New York tre semifinali. Ogni volta che Del Potro è arrivato a questo punto del torneo, ha sempre trovato dall’altra parte il Re della Terra Battuta.

Si potrebbe perdonare a Del Potro il pensiero di essere nato nell’epoca sbagliata. Delle sei semifinali di uno Slam che ha giocato, per quattro volte Nadal è stato il suo avversario, e nemmeno le altre due sono state una passeggiata. Per la prima volta in una semifinale Slam, al Roland Garros 2009, ha giocato contro Roger Federer, e il suo miglior Wimbledon di sempre, nel 2013, si è interrotto in semifinale contro Novak Djokovic.

A Del Potro sarebbe potuta andare anche peggio…

L’aspetto vagamente positivo in tutto questo è che ha dovuto giocare contro Federer a Parigi e così spesso contro Nadal a New York. Tecnicamente, sarebbe potuta andare peggio.

Già raggiungere sei semifinali Slam è di per sé un risultato notevole. Dal 1977, solo 35 giocatori sono arrivati in semifinale almeno cinque volte. Per ciascuno, ho calcolato la media della valutazione Elo specifica per superficie degli avversari, e la media delle probabilità di vittoria. Rispetto alla valutazione Elo dell’avversario, Del Potro è al quarto posto per difficoltà assoluta nelle semifinali.

La tabella elenca il numero di semifinali di ogni giocatore, le vittorie, la probabilità media di vincere quelle partite (“Media p(V)”) e la valutazione Elo dell’avversario medio (“Elo Avv Medio”).

Giocatore    SFs   V.    Media p(V)  Elo Avv Medio  
Ferrer       6     1     35%         2202  
Cash         5     3     22%         2194  
Wawrinka     9     4     35%         2163  
Del Potro    6     2     35%         2161  
Gerulaitis   7     2     36%         2146  
Wilander     14    11    48%         2122  
Tsonga       6     1     31%         2122  
Chang        8     4     46%         2121  
Djokovic     31    22    62%         2115  
Murray       21    11    52%         2114

Così come Del Potro, molti di questi giocatori hanno avuto un avversario più frequente. A David Ferrer è capitato Djokovic in tre semifinali. Pat Cash ha trovato Ivan Lendl tre volte su cinque. Vitas Gerulaitis ha continuato a scontrarsi con Bjorn Borg. Stanislas Wawrinka non ha giocato più di due semifinali contro lo stesso giocatore, ma non significa che abbia avuto vita facile, visto che i suoi avversari sono stati due volte ciascuno Djokovic, Federer e Murray.

Djokovic e Murray occupano le ultime due posizioni dei primi 10 in larga parte a causa di Federer e Nadal. È un’era molto competitiva anche se sei un membro dei Fantastici Quattro.

Per Federer e Nadal è stata più semplice, con il 24esimo e 26esimo posto come valutazione Elo degli avversari, in parte per il numero di Slam che hanno giocato prima che Djokovic e Murray raggiungessero piena maturazione e perché, generalmente, hanno evitato di giocare uno contro l’altro (l’avversario medio di Federer aveva una valutazione Elo di 2056, quello di Nadal di 2045. Michael Stich è l’unico giocatore della lista con in media avversari con valutazione inferiore a 2000).

La semifinale con Nadal è un opportunità per Del Potro per avvicinare la categoria in cui si trova Wawrinka e scavalcare giocatori come Ferrer e Jo Wilfried Tsonga, che hanno raggiunto una sola finale Slam. Considerando la valutazione Elo sua e degli avversari, Del Potro ha avuto circa una possibilità su tre di vincere le semifinali che ha giocato.

Quella degli US Open 2018 è la sesta, che vuol dire che ci saremmo aspettati di trovarlo in due finali sinora. Ma poi, un conto sono i numeri, un altro è battere Nadal in una semifinale Slam…due volte (Del Potro ha conquistato la seconda finale Slam dopo che Nadal si è ritirato per un infortunio al ginocchio sul punteggio di 7-6(3) 6-2, n.d.t.).

Juan Martin del Potro’s Daunting Semi-final Assignments

L’evoluzione del rovescio di Del Potro

di Martin Ingram // OnTheT

Pubblicato l’1 aprile 2018 – Traduzione di Edoardo Salvati

Con le vittorie ad Acapulco e all’Indian Wells Masters e la semifinale al Miami Masters, si può finalmente affermare che Juan Martin Del Potro è tornato a pieno titolo tra i favoriti del circuito.

Mi ha incuriosito un commento di Roger Federer, suo avversario nella finale di Indian Wells, in cui ha detto di ammirare Del Potro perché è sufficientemente contento di poter affrontare le partite quasi senza il rovescio a due mani, usando il rovescio tagliato. Anche se questo magari comporta perderne qualcuna in più contro determinati giocatori.

Federer si riferisce al rientro di Del Potro nel 2016, dopo la seconda operazione al polso, quando era evidente che ricorresse a molti più rovesci tagliati a una mano rispetto al passato.

Di quanto è cambiata la scelta dei colpi di Del Potro? È tornato a giocare come faceva prima dell’infortunio?

Grazie al prezioso lavoro di raccolta dati del Match Charting Project, in questo articolo cerco di trovare una risposta analizzando la variazione del rovescio di Del Potro nel tempo.

Vista la quantità di informazioni a disposizione, l’analisi è abbastanza agevole. Una delle indicazioni fornite è la tipologia di colpo (Shot Types).

Prendendo ad esempio i dati relativi alla finale di Indian Wells, vediamo che Del Potro ha colpito 172 rovesci (Backhand side), di cui 52 tagliati (BH slice/chip), che equivalgono al 30.2%.

Nel database aggregato del Match Charting Project le partite di Del Potro si fermano alla finale di Basilea 2017. Ho aggiunto manualmente le 4 partite della stagione 2018 di cui sono stati raccolti i dati.

IMMAGINE 1 – Porzione dei rovesci tagliati giocati da Del Potro nelle partite con a disposizione dati punto per punto

Il grafico mostra la porzione dei rovesci tagliati da Del Potro nel corso degli anni. Sembra che ci sia una discontinuità dal 2014, periodo dal quale ha iniziato improvvisamente a usare molto più spesso il rovescio tagliato di quanto non facesse precedentemente.

È stata un po’ una sorpresa per me, perché associo mentalmente questo cambiamento al suo rientro nel 2016 ma, stando ai dati del Match Charting Project, già a partire dalla vittoria nel torneo di Sydney 2014 Del Potro faceva largo uso del rovescio tagliato.

È tornato a colpire il rovescio come in passato?

Per provare a rispondere ho pensato di adattare un processo gaussiano ai dati del campione. Il processo gaussiano ipotizza che si verifichi un lieve cambiamento nel tempo e cerca di trovare una tendenza di lungo periodo.

Considerando che si tratta di una conta – nella quale cioè le osservazioni possono assumere solo valori interi non negativi e sono frutto di un conteggio invece che di ordinamento sulla base di una classifica – e che gli infortuni possono comportare brusche variazioni, il processo gaussiano non è necessariamente il modello ideale, ma fornisce una ragionevole approssimazione.

IMMAGINE 2 – Evoluzione del rovescio di Del Potro

Sono partito imputando manualmente i dati relativi a Indian Wells 2018, e il processo gaussiano è sembrato mostrare un leggero declino. Sono però poi le partite di Acapulco a cambiare l’andamento. In Messico, Del Potro ha usato il rovescio tagliato il 65% delle volte contro Alexander Zverev e il 64% contro Kevin Anderson.

Come visto in precedenza, a Indian Wells contro Federer ha invece usato solo 30% di rovesci tagliati. Sembra che in media Del Potro continui a giocare più tagliati, anche se il contrasto fra una partita e l’altra è ancora molto alto.

Anche se la porzione del 30.2% fatta vedere ultimamente è comunque superiore a qualsiasi altra prima del 2014 (con il 23.9%, la più alta era nella partita di Coppa Davis 2012 contro Ivo Karlovic).

L’impressione è che, complessivamente, Del Potro stia usando il rovescio in modo molto diverso dal periodo antecedente il 2014. Non è per forza però una circostanza negativa: forse il suo gioco ha raggiunto una completezza che non possedeva, anche grazie al rovescio tagliato.

Dopotutto, ha vinto entrambe le partite contro Anderson e Zverev senza particolari problemi, anche tagliando il rovescio quasi due volte su tre. In aggiunta, la percentuale relativamente bassa contro Federer lascia intendere che, dovesse averne bisogno, è in grado di ridurne l’utilizzo.

Un cambiamento evidente

È un’analisi parziale: il Match Charing Project ha un numero ridotto di partite di Del Potro, forse solo le più importanti e comunque con possibili altre limitazioni meno ovvie di questa.

Ciononostante, è interessante notare l’evidente cambiamento nel rovescio di Del Potro a partire dal 2014. Così come intrigante sarà vedere come giocherà il rovescio in futuro e se continuerà a ottenere risultati vincenti come quelli degli ultimi mesi.

The Evolution of Del Potro’s Backhand

La possibile tenacia della sfortuna nei sorteggi di Del Potro

di Jeff Sackmann // TennisAbstract

Pubblicato il 30 marzo 2017 – Traduzione di Edoardo Salvati

Qualcuno deve aver calunniato Juan Martin Del Potro perché, senza che abbia fatto nulla di male, una bella mattina del 2017 le divinità del sorteggio gli si sono messe contro.

Prima all’Abierto Mexicano Telcel di Acapulco e poi all’Indian Wells Masters, Del Potro ha trovato Novak Djokovic al secondo turno. Al Miami Masters, il suo avversario di terzo turno è stato Roger Federer. In entrambi i Master di marzo, con in palio 1000 punti per la classifica, Del Potro ha affrontato l’avversario più forte nella prima partita del suo tabellone contro una testa di serie. In parte anche per le sconfitte premature che ne sono conseguite, uno dei giocatori più pericolosi del circuito rimane ancora fuori dalle prime 30 posizioni della classifica ufficiale.

Uno dei peggiori effetti negativi

Nel mio articolo sul quarto della morte all’Indian Wells Masters – la sezione di tabellone con Del Potro, Djokovic, Federer, Rafael Nadal e Nick Kyrgios – ho provato a quantificare l’effetto del sorteggio sui punti per la classifica attesi per ogni giocatore. Prima che il tabellone prendesse la sua forma definitiva, il mio modello aveva previsto che Del Potro guadagnasse 150 punti, vale a dire la media soppesata della probabilità di raggiungere il terzo turno, quarto turno e i successivi. Dopo il sorteggio, la probabilità molto alta di uno scontro diretto con Djokovic aveva ridotto quel numero a poco più di 100 punti. L’effetto negativo era stato uno dei peggiori di tutto il torneo.

La situazione al Miami Masters è simile, anche se meno estrema. Prima del sorteggio i punti attesi di Del Potro erano 183. A seguito del sorteggio, 155. Nei quattro tornei a cui ha partecipato nel 2017, la sfortuna si è distribuita uniformemente:

*I numeri relativi all’Indian Wells Masters sono leggermente diversi, poiché le simulazioni utilizzate in questa sede considerano l’intero campo di partecipazione di 96 giocatori, rispetto ai 64 del secondo turno dell’articolo citato.

Buone e cattive notizie

Come vedremo, la buona notizia per Del Potro è che l’intensità con cui la sfortuna si è abbattuta non può durare per sempre. La cattiva notizia è che quei 119 punti sono ormai scomparsi e, vista la sua attuale posizione in classifica, rappresentano un margine che sarebbe stato utile per i prossimi tornei nei quali inevitabilmente, almeno per qualche altra settimana, la testa di serie a lui assegnata lo esporrà a tabelloni sfavorevoli (partite nei primi turni con giocatori di più alta classifica, a prescindere dalla fortuna).

Metodologia

Prima di procedere, è utile una breve descrizione della metodologia in uso (chi non fosse interessato, può passare al paragrafo seguente). Per determinare i punti attesi successivi al sorteggio, mi affido alle previsioni basate sulla classifica Jrank – come quelle su TennisAbstract – e utilizzo la probabilità di ogni giocatore per ciascun turno per calcolare una media soppesata dei punti attesi.

I punti attesi precedenti al sorteggio richiedono calcoli molto più complessi. Al Miami Masters ad esempio, Del Potro avrebbe potuto giocare con uno qualsiasi dei 64 giocatori non teste di serie e essere poi costretto a incontrare una qualsiasi delle prime 8 teste di serie al terzo turno. Per ogni torneo, eseguo una simulazione Monte Carlo con le teste di serie, generando un nuovo tabellone e simulando di fatto le partite del torneo per 100.000 volte, sommando poi i risultati ottenuti. Nelle previsioni precedenti al sorteggio, Del Potro aveva 1/8 di probabilità di giocare con Federer al terzo turno, 1/8 di probabilità di giocare con Kei Nishikori al terzo turno, e così via.

Sembra scontato che una riduzione del 22%, cioè di 119 punti per la classifica, durante quattro tornei equivalga a una massiccia dose di sfortuna. Nel 2016, sono stati circa 750 i giocatori che hanno ricevuto una testa di serie in un torneo del circuito maggiore e, per meno di 60 tra questi, il sorteggio ha comportato una riduzione uguale o superiore al -22% sui punti per la classifica attesi del giocatore. E questo per un solo torneo! Le probabilità che a Del Potro accadesse in tutti e quattro i suoi tornei del 2017 erano di 1 su 20.000.

Durante un’intera stagione, la fortuna del sorteggio tende ad annullarsi

È raro vedere oscillazioni superiori al 10%, in entrambe le direzioni. Sempre nel 2016, Thiemo De Bakker ha subito una dolorosa variazione del 18% tra i suoi punti attesi prima e dopo il sorteggio in dodici tornei del circuito maggiore, ma qualsiasi altro giocatore con almeno lo stesso numero di tornei è rientrato tra il -11% e il +11%, con tre quarti dei giocatori tra il -5% e il +5%. Anche nelle volte in cui la fortuna del sorteggio non si compensa con la sfortuna, la conseguenza non è comunque così significativa come quella subita da Del Potro nel 2017.

Per Del Potro è stato così nel 2016

Ne è riprova quanto sperimentato da Del Potro nel 2016. Il suo torneo più importante sono state le Olimpiadi di Rio, nel quale ha giocato al primo turno contro Djokovic. Facile quindi ricordarlo come un anno dominato dalla sfortuna al pari del 2017. Ma negli altri 12 tornei del circuito maggiore, il sorteggio è stato dalla sua parte in sei – tra cui gli US Open con una variazione positiva del 34% – e lo ha svantaggiato negli altri 6. Complessivamente, nel 2016 ha ricevuto un vantaggio del 5.9% rispetto ai punti attesi prima del sorteggio, equivalente a un bonus di 17 punti per la classifica (non ho tenuto conto delle Olimpiadi, che non hanno assegnato punti).

Tra il 2016 e il 2017, il sorteggio ha sottratto a Del Potro circa 100 punti per la classifica, che lo farebbero salire di tre posizioni. Quindi, anche in presenza di un breve periodo estremamente avverso, la sfortuna del sorteggio non lo ha penalizzato eccessivamente. Nel 2016, il giocatore più colpito tra quelli di vertice, Richard Gasquet, ha subito un effetto negativo simile: il sorteggio gli ha tolto 237 punti, una variazione del -9%, con i quali salirebbe dal numero 22 al numero 19 della classifica di questa settimana.

Del Potro è in una forma migliore di quanto indicato dalla classifica

Ci sono molteplici ragioni per credere che Del Potro sia in uno stato di forma molto migliore rispetto a quanto indicato dalla classifica, una tra queste la sua valutazione Elo, che lo vede al numero 7. La sua classifica ufficiale riflette i pochi tornei giocati e un inizio modesto nel 2016 più di quanto non facciano i capricci del tabellone ogni settimana.

Considerando che le probabilità per Del Potro di continuare a dover giocare contro il più forte del tabellone – alla prima partita in cui questo può accadere – sono praticamente nulle, avremo presto un’idea più precisa del livello di tennis che è in grado di esprimere, e quale posizione in classifica dovrebbe veramente appartenergli.

Del Potro’s Draws and the Possible Persistence of Bad Luck